ITALIA
Cerimonia al Quirinale
8 marzo. Mattarella: le donne artefici della Repubblica
"Oggi le donne sono più consapevoli. Più presenti e responsabili nella politica, nella cultura, nell'impresa, nella scuola, in tutti gli altri luoghi di lavoro. Non ancora quanto dovrebbero, e quanto sarebbe utile. Ma l'8 marzo ricorda alla coscienza, e alla cultura, del popolo italiano la centralità della questione femminile", ha inoltre affermato il presidente. "Una questione - ha aggiunto - a cui l'intera società è chiamata a dare una risposta all'altezza della libertà e della dignità che la nostra Costituzione ci ha fatto raggiungere".
"L'8 marzo - ha proseguito il capo dello Stato - è una giornata di impegno comune. Nel 2001 e nel 2003 due leggi costituzionali approvate dal Parlamento, ovviamente su iniziativa di donne - capaci di coagulare un largo consenso - hanno introdotto nella nostra Carta il principio delle pari opportunità e quello della parità di accesso alle cariche pubbliche. Soltanto nel 1963 le donne erano state ammesse in magistratura e nella carriera diplomatica, soltanto nel 1999 nelle Forze Armate e nella Guardia di Finanza. L'Italia di oggi - nella stessa pubblica amministrazione, nei ruoli dirigenti - presenta un'immagine decisamente diversa da quella di pochi decenni or sono. Ma persistono lacune, svantaggiando le donne e svantaggiando il Paese".
"Le molestie, le violenze fisiche e morali che talvolta irrompono nei rapporti professionali e di lavoro o tra le mura domestiche, ferendo le coscienze, prevaricando libertà e speranze, costituiscono una realtà inaccettabile, e purtroppo tuttora presente", ha concluso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.