ITALIA
"Aiutato da amici ad arrivare a Roma"
Alì Agca prima dell'espulsione: "Non mi fermo. Andrò a Fatima"
Come un immigrato irregolare qualsiasi. Alì Agca è stato trasferito al Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria, a Roma, in attesa dell'allontanamento dall'Italia previsto per lunedì.
Ma in un'intervista telefonica a Repubblica.it l'attentatore del papa nell"81 annuncia la sua intenzione di "proseguire il suo progetto", andando a Fatima, in Portogallo, luogo d'origine di quel 'terzo segreto' che ritiene di aver compiuto con il fallito attentato.
E ancora una volta Agca promette di dire la verità sul "ruolo della Casa Bianca, della Cia, dei Lupi grigi, del Cremlino e del Vaticano" nell'azione contro Giovanni Paolo II di 33 anni fa.
Agca racconta di essere stato "trattato bene" dalla polizia durante i controlli che hanno accertato l'assenza di visto sul suo passaporto, per la quale lunedì sara' espulso dall'Italia.
"È stata solo una chiacchierata - dice -. Ho potuto mangiare e dormire". Il 56/enne turco parla di "un viaggio di 3 giorni", in aereo, auto e "infine ho camminato", prima di prendere un taxi per San Pietro. Con l'aiuto di amici "turchi e stranieri", ma "nessun italiano", assicura.
"Ho rischiato moltissimo", afferma Agca, che però intende proseguire "con una nuova tappa dell'avventura" andando a Fatima, in Portogallo. Si sente strumento divino "per compiere il terzo segreto" rivelato dalla Madonna.
"La mia intenzione, dopo questi viaggi, è quella di fare un documentario televisivo in cui tutto sarò chiarito - dice Agca sui presunti misteri dell'attentato fallito dell"81 -: dal ruolo della Casa Bianca a quello della Cia, ai Lupi grigi, al Cremlino accusato, al Vaticano accusato".
Timoroso di conseguenze in Turchia, Agca vorrebbe "rimanere in Italia per qualche settimana, se il Vaticano mi aiutasse".