ITALIA
I vertici Rai ascoltati per puntata di Porta a Porta su Riina jr
Caso Vespa-Riina: Commissione Antimafia, ascoltati i vertici Rai
"Nella storia della Rai non c'è nessun negazionismo”, ha detto la presidente Rai Maggioni, e l'intervista rilasciata da Salvo Riina è stata "dall'inizio alla fine un'intervista da mafioso". La Bindi ha chiesto se la trasmissione "è stata gratuita o no". L'ad Campo Dall'Orto ha assicurato che "non sono stati fatti pagamenti"
"Nella storia della Rai non c'è nessun negazionismo”, ha detto l’ex direttore di Rainews 24. “Da giornalista capisco l'attrazione per questa storia, ha aggiunto, ma c'è il contenuto e ci sono anche le responsabilità. Nel Paese la ferita della mafia non è una ferita del passato, ma di oggi. E per questo serve attenzione al contesto. Intervenire a priori rimanda all'idea di censura ed è difficile accettare l'idea di censura, nei confronti di un collega con una lunga storia professionale”. Quindi per il presidente della Rai "non c'è una cosa che il servizio pubblico non deve dire in assoluto, ma ci sono i modi in cui farlo” e "il racconto" del figlio di Riina " è stato insopportabile, non ha rinnegato il padre e ha fatto dall'inizio alla fine un'intervista da mafioso".
Per l’ad della Rai, Antonio Campo Dall'Orto "l'autonomia giornalistica è fondamentale, anche rispetto alle mie emozioni, difficili, nel vedere quelle immagini che hanno riaperto dei drammi che abbiamo vissuto".
Molto critica sulla trasmissione è stata la presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, che ha evidenziato un atteggiamento "reticente e omertoso” del figlio del boss siciliano. “Ha raccontato menzogne e ha mandato messaggi pericolosi e inquietanti senza essere contrastato dal conduttore", ha aggiunto. "Quell'intervista – ha sottolineato la Bindi - ha prestato il fianco al negazionismo e al riduzionismo del fenomeno mafia, e non sappiamo se quelle parole siano indirizzate ai clan o siano anche minacce verso i pentiti". Bindi ha anche ricordato che, dopo la vicenda di un’altra puntata di Porta a Porta sui Casamonica della scorsa estate, dalla Rai erano venute assicurazioni che qualcosa di simile non si sarebbe ripetuto e invece ora c'è quest'altra vicenda. Inoltre "l'annuncio della puntata riparatrice da parte della Rai è un messaggio gravissimo, perchè fa pensare che si possano mettere sullo stesso piano la mafia e la lotta alla mafia. Il dubbio è che il rimedio sia peggiore del danno". La trasmissione, ha concluso la presidente dell'Antimafia, non era l’intervista “di un figlio sul padre, ma di un condannato di mafia, figlio di un boss di Cosa Nostra”. E ha chiesto ai vertici della Rai: “Quali condizioni sono state poste da Riina per l'intervista? E' stata gratuita o no?".
Su quest'ultimo punto, l’amministratore delegato Antonio Campo Dall'Orto ha assicurato che "non sono stati fatti pagamenti, la liberatoria è stata firmata alla fine dell'intervista ma le domande sono state fatte in libertà”. Immediata la replica di Bindi: "Mi pare di capire che dovremo sentire Vespa su questo punto. La conclusione è che il presidente del Senato firma prima e Riina firma dopo".
Infine, sull’opportunità di mandare in onda l’intervista, l’ad della Rai ha riconosciuto che "la decisione di trasmettere il programma è stata delicata. E' stata presa dopo un confronto con Verdelli, che ha ritenuto che l'intervista fosse giornalisticamente difendibile e potesse aiutare il confronto su un tema importante". "Credo - ha proseguito - che il mio compito non sia quello di essere un censore, né l'ultimo decisore di tutto. Sono l'ultimo decisore quando serve". Sulle accuse, piovute da più parti, della cinica ricerca di punti di share da parte di Vespa, Campo Dall’Orto ha voluto precisare la sua posizione: "Non ho voluto sapere quanto abbiamo fatto di share" con la puntata di 'Porta a Porta,, "perchè non voglio che le mie decisioni passino da quel filtro", "in alcuni casi somigliamo troppo a un servizio commerciale", stiamo cambiando le cose ma "questa è una rivoluzione culturale che richiederà tempo perché viene da qualche lustro in cui l'azienda si è schiacciata su questa impostazione".
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