ITALIA
Ex Ilva
Arcelor Mittal, Tar respinge ricorso su chiusura area a caldo
L'azienda annuncia che farò ricorso al Consiglio Stato
I giudici, si legge nella sentenza, ritengono "che i fenomeni emissivi indicati nell'impugnata ordinanza sono stati determinati da malfunzionamento tecnico, difettosa attività di monitoraggio e di pronto intervento, nonchè criticità nella gestione del rischio e nel sistema delle procedure di approvvigionamento di forniture e di negligente predisposizione di scorte di magazzino" e ritengono infondati "tutti i motivi dedotti a sostegno dei ricorsi" presentati da AM e dispongono che venga rispettato "il termine assegnato nella misura di giorni 60 per il completamento delle operazioni di spegnimento dell'area a caldo, nei termini e nei modi esattamente indicati nella stessa ordinanza sindacale impugnata".
Nell'ordinanza firmata da Melucci, il Tar non intravede "alcuna violazione del principio di proporzionalità che risulta viceversa violato in danno della salute e del diritto alla vita dei cittadini di Taranto, che hanno pagato in termini di salute e di vite umane un contributo che va di certo ben oltre quei "ragionevoli limiti", il cui rispetto solo può consentire, secondo la nostra Costituzione, la prosecuzione di siffatta attività industriale".
Il Tar condanna ArcelorMittal, Ilva in amministrazione straordinaria e ministero dell'Ambiente al rimborso delle spese verso Comune di Taranto, Arpa Puglia e Codacons.
ArcelorMittal annuncia ricorso al Consiglio Stato
In relazione alla sentenza emessa dal Tar di Lecce sulla chiusura dell'area a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto in ottemperanza a una ordinanza del febbraio 2020 del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, ArcelorMittal Italia comunica che "promuoverà immediatamente appello presso il Consiglio di Stato".