POLITICA
Il caso
Banche, mozione respinta: la Camera conferma la fiducia al ministro Boschi
Bocciato a Montecitorio il testo presentato dal Movimento 5 Stelle e sostenuto da Lega, Fratelli d'Italia e Si. Accesissimo il dibattito, con le opposizioni all'attacco e il ministro che ha rivendicato la propria correttezza e quella del governo nella gestione del caso Banca Etruria, dove suo padre era vicepresidente
Roma
Mozione di sfiducia respinta. Con 373 voti contrari, 129 favorevoli, la Camera ha detto “no” al testo contro il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, presentato dal M5S e appoggiato anche da Lega, Fratelli d’Italia e Sinistra italiana. Forza Italia non ha votato, annunciando che sosterrà una mozione di sfiducia al governo e provocando l’ira della Lega.
Dibattito acceso
Accesissimo il dibattito sulla mozione, che parlava di un conflitto di interessi riguardo il cosiddetto decreto "salvabanche" per la posizione del padre della Boschi, ex vicepresidente di banca Etruria, una dei quattro istituti commissariati. In aula, oltre alla titolare delle Riforme, erano presenti altri nove ministri. Non c'era il premier Renzi, impegnato a Bruxelles per il consiglio Ue.
Il M5S: conflitto di interessi gravissimo
Illustrando la mozione di sfiducia, il deputato del Movimento 5 Stelle Davide Crippa ha parlato di "un gravissimo e palese conflitto di interessi che si districa intorno alla ministra Boschi e alla sua famiglia". Poi si è scagliato contro la "santa famiglia Boschi di Arezzo. Il padre, il fratello e la cognata del ministro hanno avuto rapporti con la banca. Una bella banca di famiglia". "Esprimo totale indignazione di un popolo intero rispetto alle menzogne" del governo che ''ha mandato per la strada migliaia di cittadini e risparmiatori", ha rincarato la dose Alessandro Di Battista. "Il dottor Boschi - ha continuato - è stato nominato vicepresidente un mese dopo che la figlia è diventata ministro. Pensate di prendere in giro il Paese con il vostro doppiogiochismo".
Si: Boschi doveva riferire subito
"Non avremmo voluto partire da una mozione di sfiducia - ha dichiatato Giovanni Paglia di Si - Forse non era nemmeno la soluzione più giusta, ma noi volevamo che il ministro venisse a riferire in aula, invece così non è stato".
Forza Italia non vota, ira di Salvini
Forza Italia ha invece annunciato la decisione di non votare "per una linea di coerenza", come ha spiegato il deputato Alberto Giorgetti, perché "non crede nella responsabilità individuale ma nella responsabilità collegiale" e per questo ha presentato "una mozione di fiducia nei confronti del governo". Una scelta che ha fatto adirare il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha minacciato conseguenze pesanti nei rapporti con il suo partito e ha affermato che ci “sarà da rivedere tutto, anche la coalizione Lega-Fi-Fdi per le amministrative”..
Il Pd: mozione strumentale e sessista
Schierato a fianco del ministro tutto il Pd. Il deputato Andrea De Maria, a nome del partito, ha parlato di una mozione di sfiducia "infondata", che "serve solo per screditare una persona", e che usa "argomenti sessisti". "Esprimo a nome del Pd solidarietà e vicinanza umana e politica al ministro, che ha fatto un lavoro serio, appassionato e determinato", ha aggiunto.
Il Ministro: “Campagna contro la mia famiglia e il governo”
Maria Elena Boschi, l'esponente più in vista del governo dopo il premier, è arrivata a Montecitorio poco prima delle 9 e ha preso un caffè alla buvette ostentando tranquillità. Ha seguito il dibattito generale prendendo appunti e poi, poco dopo le 10, ha preso la parola. "Non è mia intenzione esprimere valutazioni sulla campagna in atto contro la mia famiglia e contro il governo – ha affermato - C'è stato favoritismo, una corsia preferenziale? Questo è il quesito che viene posto. Se la risposta fosse sì, sarei io la prima a ritenere necessarie le mie dimissioni".
"Se mio padre ha sbagliato deve pagare"
"Lasciate dire con il cuore. Io amo mio padre e non mi vergogno a dirlo. Mio padre è una persona perbene e sono fiera di lui e sono fiera di essere la prima della famiglia ad essersi laureata. Spero, se un giorno avrò la fortuna di essere madre, che i miei figli siano orgogliosi del loro padre quanto io lo sono del mio", ha sottolineato. Poi, ricordando che il padre è stato commissariato e sanzionato, ha aggiunto: "Chi sbaglia deve pagare, chiunque sia. Se mio padre ha sbagliato deve pagare. Su questo non ho dubbi perché nell’Italia che stiamo costruendo non c’è spazio per i favoritismi".
"Banca Etruria non è la banca della famiglia Boschi"
Nella mozione si sostiene, ha dichiarato, che gli atti del governo "hanno favorito me o la mia famiglia", ma "anche questo non è vero". Boschi ha ricordato che la sua famiglia possedeva poche migliaia di azioni, ognuna del valore (all'epoca) di circa un euro l'una, ma che oggi valgono zero. "Io posseggo, anzi possedevo, 1.557 azioni di Banca Etruria, per un valore totale di 1500 euro. Oggi equivalgono zero e sono carta straccia. Anche altri in famiglia hanno piccoli pacchetti. Mio padre possedeva 7.550 azioni". "Trovo suggestivo - ha proseguito - sentire che con un pacchetto di 1.557 azioni io fossi la proprietaria della banca o che lo fosse la mia famiglia. Dire che la Banca Etruria è la banca della famiglia Boschi è suggestivo, ma non corrisponde alla verità dei fatti". Quindi ha aggiunto: "Io come ministro sono stata sempre dalla parte delle istituzioni, non ho mai favorito la mia famiglia, non ho mai favorito i miei amici. Non ho tutelato la mia famiglia, questo governo ha tutelato le istituzioni".
Dibattito acceso
Accesissimo il dibattito sulla mozione, che parlava di un conflitto di interessi riguardo il cosiddetto decreto "salvabanche" per la posizione del padre della Boschi, ex vicepresidente di banca Etruria, una dei quattro istituti commissariati. In aula, oltre alla titolare delle Riforme, erano presenti altri nove ministri. Non c'era il premier Renzi, impegnato a Bruxelles per il consiglio Ue.
Il M5S: conflitto di interessi gravissimo
Illustrando la mozione di sfiducia, il deputato del Movimento 5 Stelle Davide Crippa ha parlato di "un gravissimo e palese conflitto di interessi che si districa intorno alla ministra Boschi e alla sua famiglia". Poi si è scagliato contro la "santa famiglia Boschi di Arezzo. Il padre, il fratello e la cognata del ministro hanno avuto rapporti con la banca. Una bella banca di famiglia". "Esprimo totale indignazione di un popolo intero rispetto alle menzogne" del governo che ''ha mandato per la strada migliaia di cittadini e risparmiatori", ha rincarato la dose Alessandro Di Battista. "Il dottor Boschi - ha continuato - è stato nominato vicepresidente un mese dopo che la figlia è diventata ministro. Pensate di prendere in giro il Paese con il vostro doppiogiochismo".
Si: Boschi doveva riferire subito
"Non avremmo voluto partire da una mozione di sfiducia - ha dichiatato Giovanni Paglia di Si - Forse non era nemmeno la soluzione più giusta, ma noi volevamo che il ministro venisse a riferire in aula, invece così non è stato".
Forza Italia non vota, ira di Salvini
Forza Italia ha invece annunciato la decisione di non votare "per una linea di coerenza", come ha spiegato il deputato Alberto Giorgetti, perché "non crede nella responsabilità individuale ma nella responsabilità collegiale" e per questo ha presentato "una mozione di fiducia nei confronti del governo". Una scelta che ha fatto adirare il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha minacciato conseguenze pesanti nei rapporti con il suo partito e ha affermato che ci “sarà da rivedere tutto, anche la coalizione Lega-Fi-Fdi per le amministrative”..
Il Pd: mozione strumentale e sessista
Schierato a fianco del ministro tutto il Pd. Il deputato Andrea De Maria, a nome del partito, ha parlato di una mozione di sfiducia "infondata", che "serve solo per screditare una persona", e che usa "argomenti sessisti". "Esprimo a nome del Pd solidarietà e vicinanza umana e politica al ministro, che ha fatto un lavoro serio, appassionato e determinato", ha aggiunto.
Il Ministro: “Campagna contro la mia famiglia e il governo”
Maria Elena Boschi, l'esponente più in vista del governo dopo il premier, è arrivata a Montecitorio poco prima delle 9 e ha preso un caffè alla buvette ostentando tranquillità. Ha seguito il dibattito generale prendendo appunti e poi, poco dopo le 10, ha preso la parola. "Non è mia intenzione esprimere valutazioni sulla campagna in atto contro la mia famiglia e contro il governo – ha affermato - C'è stato favoritismo, una corsia preferenziale? Questo è il quesito che viene posto. Se la risposta fosse sì, sarei io la prima a ritenere necessarie le mie dimissioni".
"Se mio padre ha sbagliato deve pagare"
"Lasciate dire con il cuore. Io amo mio padre e non mi vergogno a dirlo. Mio padre è una persona perbene e sono fiera di lui e sono fiera di essere la prima della famiglia ad essersi laureata. Spero, se un giorno avrò la fortuna di essere madre, che i miei figli siano orgogliosi del loro padre quanto io lo sono del mio", ha sottolineato. Poi, ricordando che il padre è stato commissariato e sanzionato, ha aggiunto: "Chi sbaglia deve pagare, chiunque sia. Se mio padre ha sbagliato deve pagare. Su questo non ho dubbi perché nell’Italia che stiamo costruendo non c’è spazio per i favoritismi".
"Banca Etruria non è la banca della famiglia Boschi"
Nella mozione si sostiene, ha dichiarato, che gli atti del governo "hanno favorito me o la mia famiglia", ma "anche questo non è vero". Boschi ha ricordato che la sua famiglia possedeva poche migliaia di azioni, ognuna del valore (all'epoca) di circa un euro l'una, ma che oggi valgono zero. "Io posseggo, anzi possedevo, 1.557 azioni di Banca Etruria, per un valore totale di 1500 euro. Oggi equivalgono zero e sono carta straccia. Anche altri in famiglia hanno piccoli pacchetti. Mio padre possedeva 7.550 azioni". "Trovo suggestivo - ha proseguito - sentire che con un pacchetto di 1.557 azioni io fossi la proprietaria della banca o che lo fosse la mia famiglia. Dire che la Banca Etruria è la banca della famiglia Boschi è suggestivo, ma non corrisponde alla verità dei fatti". Quindi ha aggiunto: "Io come ministro sono stata sempre dalla parte delle istituzioni, non ho mai favorito la mia famiglia, non ho mai favorito i miei amici. Non ho tutelato la mia famiglia, questo governo ha tutelato le istituzioni".