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ITALIA

A Franco De Bernardi già notificati due mandati d'arresto nel 2013

Banconote false e riciclaggio: nell'inchiesta di Napoli spunta il nome di ex giudice Tar del Lazio

La Procura Distrettuale della Repubblica di Napoli ha emesso un avviso di conclusione indagini ai danni dell'ex giudice del Tar Lazio Franco Angelo Maria De Bernardi. Per l'ex magistrato questa è la terza inchiesta che lo vede coinvolto. Nel 2013 gli sono stati notificati due ordini d'arresto: dalla Procura di Palermo e dalla Procura di Roma

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Napoli La Procura Distrettuale della Repubblica di Napoli ha emesso un avviso di conclusione indagini nei confronti dell'ex giudice del Tar Lazio Franco Angelo Maria De Bernardi nell'ambito dell'indagine su un'organizzazione criminale vicina a Pasquale Scotti, noto latitante della Nuova Camorra Organizzata. In totale questa mattina il Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente ha notificato 28 avvisi al termine di un'indagine svolta tra novembre 2011 e settembre 2013 su un'organizzazione criminale, di carattere transnazionale, dedita all'acquisto e spaccio di monete e banconote provento di reato, nonché di titoli di stato stranieri contraffatti e/o alterati (denominati ''silver coin certificate''), così da truffare istituti di credito e privati favorendo il gruppo camorristico del clan Belforte, egemone in Marcianise e paesi limitrofi.

L'ex giudice del Tar Lazio Franco Angelo Maria De Bernardi è stato già arrestato due volte: a metà maggio del 2013 su provvedimento della Procura di Palermo che stava indagando su una banda criminale che operava su tutto il territorio nazionale e all’estero, dedita a violazioni valutarie in titoli, valori e mezzi di pagamento nazionali, europei ed esteri e all’esecuzione di illecite movimentazioni finanziarie e di capitali, anche transnazionali. Un’associazione a delinquere che riusciva a “ripulire” grosse somme di denaro, tra dollari, franchi svizzeri e won sud coreani; la seconda volta il provvedimento è stato emesso il 22 luglio del 2013 dalla Procura di Roma con l'accusa di aver accettato denaro in cambio di sentenze 'ad hoc'. Scriveva il gip di Roma nell'ordinanza di custodia cautelare che “Sussistono seri elementi in ordine al fatto che De Bernardi si sia ripetutamente accordato con diversi privati ed in relazione a diversi procedimenti per alterare, dietro la corresponsione di somme di denaro, il corretto e imparziale esercizio dell'attività giurisdizionale”. Il tutto avvalendosi “dell'ausilio dell'avvocato Matilde De Paola”. 
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