Audizione in commissione d'inchiesta
Bankitalia: in Banche Venete vertici inadeguati, omesse informazioni
Le debolezze dei due istituti, ha sottolineato il responsabile della vigilanza di Banca d'Italia Carmelo Barbagallo, si sono "innestate" sulla recessione e "prestiti erogati con leggerezza o in conflitto di interessi hanno portato" i due intermediari in "prossimità al dissesto"
"Le criticità emerse per le due banche venete sono riconducibili, in ultima istanza, all'inadeguatezza del loro governo societario e, in tale ambito, all'autoreferenzialitàdel management". Lo ha detto il responsabile della vigilanza di Banca d'Italia Carmelo Barbagallo, nel corso di una audizione fiume di quasi sei ore davanti alla commissione d'inchiesta sulle banche nel corso della quale ha comunque precisato di non voler dare "l'impressione che ci autoassolviamo, ci saranno stati anche molti errori".
E' stato Palazzo Koch, in ogni caso, "ad aver rilevato le criticità" delle due venete, nonostante "gli amministratori abbiano ripetutamente occultato importanti informazioni". Le debolezze dei due istituti poi, ha sottolineato Barbagallo si sono "innestate" sulla recessione e "prestiti erogati con leggerezza o in conflitto di interessi hanno portato" i due intermediari in "prossimità al dissesto".
La Banca d'Italia, comunque, non ha mai suggerito acquisizioni alla Popolare di Vicenza che ha "autonomamente valutato 10 ipotesi" e non incoraggia né auspica, ha chiarito Barbagallo, che propri dipendenti siano assunti dai soggetti vigilati; in ogni caso anche quando questo accade, ciò non influisce - né per quanto a mia conoscenza ha mai influito - sul corretto espletamento delle funzioni di vigilanza", ha detto poi Barbagallo in merito al fenomeno delle 'porte girevoli' fra vigilanti e vigilati. In ogni caso il capo della vigilanza ha giudicato "inopportune" le assunzioni da parte della Popolare di Vicenza.
Nella vicenda delle due venete, ha detto in seguito il direttore generale della Consob Angelo Apponi, sempre davanti alla commissione presieduta da Pier Ferdinando Casini, "è emerso un ecosistema collusivo volto a occultare in maniera sistematica e fraudolenta informazioni al mercato e alle stesse autorità di vigilanza".