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ITALIA

Napoli

Berlusconi testimone al processo Lavitola litiga con i giudici: "Irresponsabili"

L'ex premier, ascoltato oggi come semplice testimone e senza quindi la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere sulla vicenda che vede l'ex direttore de L'Avanti Valter Lavitola accusato di corruzione, se l'è presa con i magistrati

Silvio Berlusconi
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Botta e risposta tra Silvio Berlusconi e il giudice Giovanna Ceppaluni, presidente del collegio giudicante nel processo per il quale Valter Lavitola è imputato a Napoli. Dopo una serie di domande, Berlusconi si è rivolto al giudice dicendo: "Non capisco la necessità di chiedermi queste cose", frase alla quale il giudice ha ribattuto: "Non c'è necessità che lei lo capisca".

L'ex premier, evidentemente piccato dalla risposta, ha quindi detto al microfono: "La magistratura è incontrollata, incontrollabile e ha impunità piena". Pronta la risposta ancora del giudice: "Ed è tutelata da un codice penale". "Sono rispettoso delle istituzioni - ha detto Berlusconi - posso solo aggiungere...". Qui Ceppaluni lo ha interrotto: "Lei e un teste e risponde solo alle domande".

Il processo
"Sapevo della costruzione di un ospedale da parte di Impregilo che mi pare molto lodevole e buona. L'ho saputa a una cena ufficiale a Panama. Dissi che potevo mettere a disposizione mobili e arredo. Era, per chi dona come me, una occasione di fortuna”. Risponde così, Silvio Berlusconi, ai magistrati che lo stanno ascoltando a Napoli nell’ambito del processo sulla tentata corruzione da parte di Valter Lavitola ad Impregilo per alcuni appalti pubblici a Panama. Un processo dove l’ex premier compare oggi nelle vesti di semplice testimone, veste sgradita ai legali di Berlusconi perché obbliga il leader forzista a rispondere alle domande senza potersi avvalere della facoltà di non rispondere.
 
I legali di Berlusconi, Michele Cerabona e Niccolò Ghedini, avevano infatti chiesto che l'ex premier fosse interrogato come imputato di procedimento connesso, veste che gli avrebbe consentito di avvalersi della facoltà di non rispondere, oppure come teste assistito da un difensore. Per la Procura, rappresentata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, che ha condotto l'inchiesta con il pm Henry John Woodcock, l'ex cavaliere andava invece ritenuto un semplice testimone, dunque obbligato dalla legge a rispondere e a dire la verità. E così hanno deciso i giudici: l'ex premier è ritenuto testimone semplice, non imputato di reato connesso, e quindi non può avvalersi della facoltà di non rispondere.
 
In aula Berlusconi, fondatore della tv commerciale e proprietario di tre emittenti nazionali, ha rifiutato le riprese televisive e fotografiche
 
L'ospedale
"Io non lo so. Non so che rapporto c'era tra il canale e l'ospedale". Questo un estratto della parole di Berlusconi alle domande del pm Piscitelli. "Sapevo della costruzione di un ospedale da parte di Impregilo - ha proseguito il leader di Forza Italia - che mi pare molto lodevole e buona. L'ho saputa a una cena ufficiale a Panama. Dissi che potevo mettere a disposizione mobili e arredo. Era, per chi dona come me, una occasione di fortuna. Chi dona è più fortunato di chi riceve. La mia famiglia destina il 10% ad opere di beneficenza". 

Secondo la tesi dell'accusa, in realtà proprio sulla costruzione dell'ospedale si consumò il tentativo di estorsione di Lavitola, che avrebbe ventilato ai vertici di Impregilo che proprio perché non si procedeva in quel senso il presidente di Panama Ricardo Martinelli voleva bloccare i lavori dell'azienda per il canale. Il pm ha anche depositato comunicati stampa del governo di Panama con l'annuncio che Berlusconi avrebbe costruito personalmente un ospedale in quel paese, ma l'ex premier ha ribadito di non aver mai promesso questo, ma solo di "partecipare per l'arredamento".

La telefonata
Su richiesta del pm, è stata fatta ascoltare la telefonata del 2 agosto del 2011 tra Silvio Berlusconi e Massimo Ponzellini, ex amministratore di Impregilo.    Nella conversazione l'ex premier informava Ponzellini che, se non fosse stato costruito un ospedale a Panama, il presidente del Paese centro americano avrebbe rilasciato una dichiarazione negativa sul gruppo industriale italiano che ne avrebbe provocato il tracollo in Borsa.

Rispondendo a una domanda del pm, Berlusconi ha affermato di essere stato contattato da Panama da Lavitola, che si diceva preoccupato per la mancata costruzione dell'ospedale promesso al governo. Il giornalista, ha detto l'ex premier, gli aveva chiesto di riferire ai vertici di Impregilo che, se l'impegno non fosse stato mantenuto, il governo panamense avrebbe revocato alle imprese italiane l'appalto per il raddoppio della costruzione del canale. Berlusconi si è detto "orgoglioso" di avere fatto la telefonata.

"Ambasciator non porta pena"
Berlusconi ha detto: "Sono stato un ambasciatore che non porta pena". E ha raccontato: Lavitola "era legato molto al presidente Ricardo Martinelli, era considerato un amico di Panama. Non so come sia diventato amico. Aveva una grande capacità di relazione, come ho verificato di persona anche in Brasile. Era anche molto amico di Lula; a un pranzo ufficiale, io ero a sinistra di Lula e accanto a me c'era Lavitola (...) lui era il protagonista dell'informazione politica, ottimo giornalista e particolarmente informato su cosa si nascondeva dietro le apparenze della politica. Aveva amicizie con la mia compagine politica, come con Coluzzi, Cicchitto, Frattini e Pomicioli".

In aula è presente Lavitola, tuttora in carcere a Poggiorale, difeso da Maurizio Paniz e Antonio Cirillo.
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