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Usa

Bocelli e il no a Trump. Staff minimizza: mai chiesto di cantare a insediamento 20 gennaio

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A 31 giorni dall'insediamento del presidente eletto Donald Trump alla Casa Bianca lo staff chiude il 'Bocelligate', il presunto rifiuto opposto dal tenore italiano Andrea Bocelli di cantare il giorno dell'inaugurazione.

Tom Barrack, presidente del 'Comitato per la cerimonia di insediamento' di Trump ha negato che Trump abbia chiesto a Bocelli di esibirsi. Barrack ha riferito che il tenore e la moglie, che sarebbero amici di Trump, si erano offerti di valutare una sua esibizione "se fosse stato utile".

Lo staff di Trump minimizza la notizia pubblicata nella rubrica Page Six del New York Post che Bocelli, temendo le rappresaglie dei fan, si era tirato indietro.

Secondo alcune fonti del giornale l'ira dei fan avrebbe convinto il tenore italiano a fare un passo indietro perchè "la situazione si stava animando troppo". Nei giorni scorsi, dopo che si è diffusa la notizia di una sua possibile esibizione a Washington il 20 gennaio, i suoi fan sono insorti minacciando di boicottarlo e lanciando l'hashtag #BoycottBocelli.

Il presidente in pectore è un grande sostenitore del tenore, che ha già cantato per lui ad una festa privata nel suo resort Mar-a-Lago, in Florida. I due si sono anche incontrati di persona la settimana scorsa alla Trump Tower, come ha confermato la consigliera del tycoon, Kellyanne Conway.
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