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POLITICA

Lo scrive in una lettera al quotidiano "La Stampa"

Bondi: "Il centrodestra è senza strategia per il futuro". L'ex ministro apre al riformismo di Renzi

Per Bondi l'attuale premier rappresenta la prima vera cesura nella sinistra italiana rispetto alla sua tradizione comunista. Secondo l'ex ministro, la forza di Renzi nasce in fondo dal fatto di proporsi di realizzare quel cambiamento e quella modernizzazione che il centrodestra non può dichiarare di aver realizzato pienamente

Sandro Bondi (Ansa)
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"Il centrodestra non solo è diviso, com'è evidente, ma soprattutto è privo di una strategia per il futuro". Così Sandro Bondi, ex ministro della Cultura nel governo Berlusconi, in una lettera inviata al quotidiano La Stampa. Per Bondi, in Forza Italia, "tutto in fondo è affidato più ancora che nel passato al carisma di Berlusconi, che suscita ancora un forte rapporto con l'elettorato moderato e il cui intuito politico è tuttora capace di produrre esiti inaspettati e sorprendenti". Ma anche in caso di vittoria, per l'ex ministro, "resta un gigantesco problema che riguarda l'identità del centrodestra in Italia, soprattutto dopo l'insediamento del governo Renzi e il cambiamento profondo di cui l'elezione al soglio pontificio di Papa Francesco è solo una delle espressioni".
 
L’analisi dell’ascesa politica di Renzi

Nella lettera inviata al quotidiano torinese, Bondi analizza anche l'ascesa politica di Matteo Renzi. "Renzi - scrive - rappresenta senza dubbio la prima vera cesura nella sinistra italiana rispetto alla sua tradizione comunista. Anzi, la sinistra di Renzi si colloca oltre la tradizionale socialdemocrazia europea, ed è più simile alla sinistra liberal americana di Obama e al nuovo labour party di Blair. Si potrebbe dire che Blair sta alla Thatcher così come Renzi sta a Berlusconi. Con la differenza però che Berlusconi non ha potuto portare a compimento una vera e propria rivoluzione liberale e una necessaria modernizzazione dell'Italia come ha fatto invece la Thatcher in Gran Bretagna, sia nella sfera economica che in quella dei diritti civili". Per Bondi una grande responsabilità nel "fallimento" della rivoluzione liberale che voleva fare Berlusconi ce l'hanno i suoi alleati: "da Fini a Casini, da La Russa a Bossi erano tutto fuorché liberali".

Dopo le europee decidere se sostenere Renzi
Quindi, per l'ex ministro, "la forza di Renzi nasce in fondo dal fatto di proporsi di realizzare quel cambiamento e quella modernizzazione che il centrodestra non può dichiarare di aver realizzato pienamente. Per queste ragioni il centrodestra dovrà scegliere, soprattutto dopo l'esito delle elezioni europee, quale tipo di opposizione condurre al governo Renzi: contrastare il suo impeto riformatore e modernizzatore oppure incalzarlo e sostenerlo in un'opera di cambiamento dal cui fallimento nessuno beneficerebbe".
 
L’auspicio di Bondi

Bondi termina il suo intervento con un auspicio. "Mi piacerebbe - scrive - che Berlusconi dicesse chiaramente che se Renzi farà delle cose giuste lo sosterrà e che lo criticherà o lo avverserà con fermezza solo se non manterrà fede alle sue promesse di cambiamento e di modernizzazione dell'Italia". 
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