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ITALIA

Le motivazioni della sentenza di assoluzione

Caso Cucchi, Giudici: omissioni colpose da parte dei medici, ma sarebbe morto comunque

I cinque medici del 'Pertini' assolti nel processo d'appello bis dall'accusa di avere avuto responsabilità nella morte del geometra romano arrestato nella capitale per droga nell'ottobre 2009 

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Stefano Cucchi è morto di malnutrizione e, anche se i medici dell'ospedale Sandro Pertini, dove era in cura, "hanno omesso di diagnosticare la sindrome da inanizione", "appare logicamente poco probabile che il ragazzo si sarebbe salvato". A tre giorni dalle conclusioni della perizia medico-legale disposta dal gip che ha individuato come causa più probabile del decesso l'epilessia, escludendo un nesso tra il pestaggio (attribuito ad alcuni carabinieri) e la morte del geometra 32enne avvenuta il 22 ottobre del 2009 sei giorni dopo l'arresto per droga, è la terza corte d'assise d'appello di Roma a tornare sulla vicenda spiegando perchè il 18 luglio scorso sono stati assolti dall'accusa di concorso in omicidio colposo il primario dell'ospedale Aldo Fierro e i sanitari Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis e Silvia Di Carlo perchè il fatto non sussiste.

Si tratta dell'esito del nuovo giudizio di secondo grado, sollecitato dalla Cassazione affinchè si accertasse l'operato di chi aveva avuto in cura Cucchi. E per la Corte, gli imputati "hanno colposamente omesso di diagnosticare la sindrome da inanizione da cui il paziente era affetto, di inquadrare il caso nelle sue linee generali e, conseguentemente, di attuare i presidi terapeutici necessari", ma il decesso di Cucchi non è dipeso dal loro operato

Il ragazzo è morto a seguito di "una grave alterazione dei processi metabolici, causata da un'insufficiente alimentazione e idratazione già iniziata prima dell'arresto, alla quale devono aggiungersi le numerose patologie da cui era affetto (epilessia, tossicodipendenza e riferito morbo celiaco), lo stress dovuto ai dolori causati dalle lesioni lombo-sacrali, che ne avevano determinato il ricovero presso la struttura protetta dell'Ospedale Sandro Pertini, lo stato detentivo e un 'quasi' digiuno di protesta, elementi questi ultimi che hanno contribuito ad aggravare lo stato di deperimento organico in cui il paziente già si trovava a causa della grave denutrizione".

Sposando la tesi dei periti che si erano espressi già nel primo processo, anche la terza Corte d'assise d'appello ha evidenziato che "l'alterazione dei processi metabolici, causa prima del decesso di Cucchi, producendo il deterioramento e la morte delle cellule, di cui sono composti gli organi, ha innescato quella che i periti hanno definito la causa ultima dell'exitus, che può essere dipesa sia da motivi cardiaci, come sostenuto dai consulenti del pm, sia da problemi neurologici, come sostenuto dai consulenti delle parti civili. Tale ricostruzione dei fatti è l'unica che consente di spiegare la costellazione di segni e di sintomi che il paziente presentava.

Le spiegazioni alternative sulla causa di morte, fornite dai consulenti di parte, hanno il limite di avere analizzato in modo frammentario le evenienze fattuali, dando rilevanza a singoli segni e non valutando in modo complessivo la sintomatologia". 
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