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ITALIA

La sorella Ilaria: "Azzerare perizie e consulenze fumose"

Caso Cucchi, il Procuratore: "Inaccettabile morire mentre si è affidati allo Stato"

Madre, padre e sorella di Stefano Cucchi non si arrendono alla sentenza di assoluzione in appello dei 12 imputati al processo per la morte di Stefano, geometra arrestato per droga nel 2009 e deceduto una settimana dopo in ospedale. Chiedono anche un incontro con il procuratore capo Pignatone che si dice diposto a vederli e aggiunge: "Procura disponibile a riaprire le indagini se emergeranno elementi"

caso Cucchi (Ansa)
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Roma "Non è accettabile, dal punto di vista sociale e civile prima ancora che giuridico, che una persona muoia, non per cause naturali, mentre è affidata alla responsabilità degli organi dello Stato". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone a proposito del caso Cucchi. "La responsabilità penale però - aggiunge Pignatone - è, come vuole la Costituzione, personale, e non collettiva, e deve essere riconosciuta dalle sentenze dei giudici, che tutte meritano assoluto rispetto anche quando, come nel caso di specie, tra loro contrastanti e, a parere dell'ufficio di procura, in tutto o in parte non condivisibili". Secondo Pignatone, "nel caso in questione, poi, la sentenza di appello non è ancora definitiva e non se ne conoscono le motivazioni; essa, peraltro, giunge dopo un lungo e complesso iter processuale nel corso del quale tutte le parti, pubbliche e private, hanno potuto richiedere ai giudici gli accertamenti e gli approfondimenti ritenuti opportuni o necessari".

"Procura disponibile a riaprire le indagini se emergeranno nuovi fatti o l'opportunità di nuovi accertamenti"
"Se emergeranno fatti nuovi o comunque l'opportunità di nuovi accertamenti, la Procura di Roma è sempre disponibile, come in altri casi, più o meno noti, a riaprire le indagini" ha sottolineato Pignatone. "Per quanto mi riguarda - ha aggiunto - incontrerò volentieri, come già altre volte in passato, se lo vorranno al mio rientro in sede, i familiari di Stefano Cucchi e il loro difensore. Se dalle loro prospettazioni e dalla lettura della sentenza di appello emergeranno fatti nuovi o l'opportunità saremo disponibili a cercare nuove prove nel rispetto, ovviamente, delle regole dettate dalla legge".  

La famiglia Cucchi lunedì davanti alla Procura
Lunedì mattina padre, madre e sorella di Stefano Cucchi si presenteranno davanti alla procura di Roma con maxi-cartelloni raffiguranti il giovane geometra romano arrestato nel 2009 per droga e morto una settimana dopo in ospedale. "Andremo solo noi tre - ha detto Ilaria Cucchi - senza alcun sit-in, presidio o altro. Vogliamo far vedere come Stefano è morto e le condizioni con le quali ce lo hanno riconsegnato". Secondo quanto si è appreso, nella stessa mattinata Ilaria e la sua famiglia chiederanno un incontro con il Procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone.

Ilaria Cucchi: "Azzerare perizie e consulenze fumose" 
Intanto Ilaria Cucchi commenta le parole di Pignatone sulla disponibilità, in presenza di nuovi elementi, a riaprire le indagini. "Prendiamo atto di questa importante decisione del procuratore capo della repubblica di Roma. Rimaniamo in attesa di giustizia e verità come abbiamo sempre fatto in questi cinque anni. Possiamo dire che vanno azzerate tutte le perizie e le consulenze che hanno fatto solo fumo e nebbia sui fatti".

La sentenza di appello
Le polemiche dunque non si placano dopo l'assoluzione dei 12 imputati nel processo di appello: medici, infermieri e guardie penitenziarie. La famiglia ha anche annunciato che farà ricorso in Cassazione, alla Corte Europea e contro il Ministero della Giustizia. Ieri il presidente della Corte d'appello Luciano Panzani ha difeso l'operato dei giudici, "Non c'erano le prove", e ha invitato a evitare la gogna mediatica per i magistrati.  
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