ITALIA
Accuse di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia
Caso Cucchi: processo per depistaggi, due carabinieri imputati chiedono di costituirsi parte civile
La motivazione, hanno spiegato i legali dei due carabinieri, sarebbe da ricercare nell'obbligo come militari di eseguire ordini arrivati dai superiori
Per questo la decisione di costituirsi parte civile contro i due superiori gerarchici, anche loro imputati nel processo. "L'ordine fu dato da chi insistendo sulla modifica sapeva qualcosa di più - ha spiegato uno dei legali - Labriola e Di Sano hanno subito un danno di immagine, da questo punto di vista siamo nella stessa posizione degli agenti di polizia penitenziaria".
Per i depistaggi sono imputati il generale Alessandro Casarsa all'epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma, e altri 7 carabinieri, tra cui Lorenzo Sabatino, allora comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma. Gli otto carabinieri sono accusati a vario titolo e a seconda delle posizioni di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia. Oltre a Casarsa e Sabatino, sono a processo Francesco Cavallo, all'epoca dei fatti tenente colonnello e capo ufficio del comando del Gruppo Roma; Luciano Soligo, all'epoca dei fatti maggiore dell'Arma e comandante della compagnia Roma Montesacro; Massimiliano Colombo Labriola, all'epoca dei fatti comandante della stazione di Tor Sapienza; Francesco Di Sano, all'epoca in servizio alla stazione di Tor Sapienza; Tiziano Testarmata, comandante della quarta sezione del nucleo investigativo dei Carabinieri e il carabiniere Luca De Cianni, accusato di falso e di calunni. Presenti all'udienza di questa mattina quattro degli otto imputati: Colombo Labriola, Sabatino, Testarmata e Di Sano.