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ITALIA

Ascoltato dalla Commissione d'inchiesta sul rapimento e sulla morte di Moro

Caso Moro, Don Mennini nega di aver confessato lo statista

Il sacerdote ha comunque ricordato che le circostante e anche i luoghi della confessione sono coperti dal segreto che neppure il Papa può sciogliere 

Aldo Moro
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Don Antonello Mennini, ascoltato oggi dalla Commissione d'inchiesta, ha assicurato di non aver confessato, nel carcere delle Brigate Rosse, Aldo Moro e ha comunque ricordato che le circostante e anche i luoghi della confessione sono coperti dal segreto che neppure il Papa può sciogliere.

Il sacerdote inoltre ha sottolineato di non aver fatto avere oggetti o documenti a Moro, nel "carcere" e aggiunge: "Se fossi stato nel covo avrei cercato di fare qualcosa di concreto per liberare Moro, avrei cercato di parlare con i brigatisti, chiesto di prender me e rilasciare lui. Oppure avrei cercato di ricordare il percorso fino alla prigione, per dare informazioni per le indagini".

Chi è don Antonello
Mennini, 67 anni, è fratello del procuratore di Chieti, Pietro Mennini, di Alessandro, ex dirigente del Banco Ambrosiano e figlio di Luigi Mennini, storico direttore dello Ior, la banca Vaticana. Mennini è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede il 3 aprile 1981, ha prestato successivamente la propria opera presso le rappresentanze pontificie in Uganda e in Turchia e presso la sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato. Il 12 settembre 2000 ha ricevuto l'ordinazione episcopale. Il 6 novembre 2002 è stato nominato rappresentante della Santa Sede presso la Federazione Russa, diventando ufficialmente "nunzio" nel luglio 2010. 

Il legame con la famiglia Moro
Nel 1978 don Antonello era semplice viceparroco della chiesa di Santa Lucia, nel quartiere Trionfale di Roma ed era grande amico della famiglia Moro e a questa era molto legato. Solo di recente da testimonianze incrociate è stato individuato come il famoso sacerdote che avrebbe confessato Aldo Moro nel suo covo prima di essere giustiziato. Secondo alcune ricostruzioni don Antonello sarebbe stato indicato da Moro stesso ai suoi rapitori come possibile "postino" di alcune lettere alla moglie Noretta.  
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