Trattativa stato-mafia, in aula il questore Calogero Germanà
Stato-mafia, Germanà: trasferito dopo le indagini su un uomo di Mannino
Rino Germanà parla delle indagini su un uomo legato a Calogero Mannino
Rino Germanà venne trasferito d'urgenza dalla Criminalpol di Palermo al Commissariato di Polizia di Mazara del Vallo, subito dopo aver consegnato un rapporto sull'allora senatore Vincenzo Inzerillo, uomo vicino all'area politica di Calogero Mannino. Germanà, all'epoca dei fatti funzionario alla Criminalpol del capoluogo regionale, è il primo testimone alla ripresa del processo di Palermo sulla presunta trattativa stato-mafia, che avrebbe coinvolto esponenti delle istituzioni, delle forze dell'ordine e boss di mafia.
I pm Di Matteo e Roberto Tartaglia lo hanno sentito sulle indagini svolte nel 1992 per l'omicidio del capitano Emanuele Basile, sul trasferimento improvviso e sull'attentato di Cosa nostra in cui rimase ferito, nel settembre dello stesso anno. Secondo la ricostruzione emersa in aula, Germanà avviò un'indagine su presunte pressioni compiute per ammorbidire una sentenza di mafia, sulla base
di una relazione del giudice Salvatore Scaduti, allora presidente della Corte d'assise davanti a cui si svolgeva il processo per l'omicidio del capitano dei carabinieri Emanuele Basile.
L'indagine portò a un rapporto, tra aprile e maggio del 1992, in cui il politico oggetto della denuncia del giudice Scaduti fu individuato nell'allora senatore Vincenzo Inzerillo, riconducibile all'area politica legata a Calogero Mannino. Consegnato il rapporto, Germanà venne chiamato dal vice capo della polizia Luigi Rossi: "Mi chiese nei confronti di Mannino cosa ci fosse e se si facesse riferimento a personaggi di area manniniana. La domanda era su Mannino, su come uscisse dal rapporto di polizia il ministro".
Mannino, uno degli imputati del processo sulla trattativa, giudicato con il rito abbreviato, cercò anche di incontrare Germanà, ma questi rifiutò. L'attuale questore di Piacenza venne improvvisamente trasferito al Commissariato di Mazara del Vallo: "Seppi di essere stato trasferito a Mazara domenica 7 giugno del 1992. Io ne parlai il giorno dopo con il procuratore Borsellino che apprese che ero stato trasferito tornando in servizio a Mazara. Gli dissi di non averlo chiesto io e sul trasferimento non domandai spiegazioni".
Pochi mesi dopo, l'attentato da parte di un commando di Cosa Nostra, di cui facevano parte Matteo Messina Denaro e Leoluca Bagarella. Il poliziotto riuscì a sfuggire ai colpi di kalasnikov. Poi la decisione di lasciare Mazara del Vallo. In aula anche la deposizione della figlia di Salvo Lima, Susanna.