ITALIA
In aula l'allievo ufficiale Iannelli
Concordia, Schettino saltò sulla scialuppa
Schettino non scivolò involontariamente ma saltò sulla scialuppa. Subito dopo l'urto il comandante, unico imputato per la tragedia del Giglio, esclamò: Ho finito di navigare
Grosseto
''Cosa ho fatto? Ho finito di navigare!'': sono parole di Francesco Schettino, un istante dopo l'urto della Concordia contro gli scogli. Lo riferisce in aula, alla ripresa del processo sul naufragio del 13 gennaio 2012, il testimone Stefano Iannelli, allievo ufficiale di coperta che la sera del 13 gennaio 2012 era in plancia di comando.
Iannelli conferma anche quanto dichiarato nei giorni successivi al disastro: Francesco Schettino non "scivolò" involontariamente su una scialuppa, ma vi saltò dal ponte 4.
Il teste racconta che insieme al capo macchina era saltato "sul tetto della lancia dove poco prima era saltato anche il comandante Schettino". "Lo sbandamento della nave era pericoloso, perciò saltammo sul tetto di una lancia di salvataggio, dove ci trovai il comandante Schettino, che ci era saltato poco prima di me. Poco dopo il ponte 4 e il ponte 3 furono sommersi'' per l'inclinazione raggiunta dalla Costa Concordia mentre affondava.
In una pausa del processo interviene Alessandro Maria Lecci, l'avvocato del comune dell'isola del Giglio, che costituito parte civile: "Tutti potevano vedere la rotta della nave Costa Concordia la sera del 13 gennaio 2012 - avverte - attraverso il sistema Marine Traffic, che si può rintracciare su Internet, alimentato dal sistema Ais e indipendentemente dalle comunicazioni del comandante Schettino'' . Sistemi confermati dal teste Iannelli, interrogato in aula da Lecci. "La Costa Crociere ha telecamere collegate via web con tutte le navi, anche la Concordia. Anche su questo il teste Iannelli ha dato conferma''.
Iannelli conferma anche quanto dichiarato nei giorni successivi al disastro: Francesco Schettino non "scivolò" involontariamente su una scialuppa, ma vi saltò dal ponte 4.
Il teste racconta che insieme al capo macchina era saltato "sul tetto della lancia dove poco prima era saltato anche il comandante Schettino". "Lo sbandamento della nave era pericoloso, perciò saltammo sul tetto di una lancia di salvataggio, dove ci trovai il comandante Schettino, che ci era saltato poco prima di me. Poco dopo il ponte 4 e il ponte 3 furono sommersi'' per l'inclinazione raggiunta dalla Costa Concordia mentre affondava.
In una pausa del processo interviene Alessandro Maria Lecci, l'avvocato del comune dell'isola del Giglio, che costituito parte civile: "Tutti potevano vedere la rotta della nave Costa Concordia la sera del 13 gennaio 2012 - avverte - attraverso il sistema Marine Traffic, che si può rintracciare su Internet, alimentato dal sistema Ais e indipendentemente dalle comunicazioni del comandante Schettino'' . Sistemi confermati dal teste Iannelli, interrogato in aula da Lecci. "La Costa Crociere ha telecamere collegate via web con tutte le navi, anche la Concordia. Anche su questo il teste Iannelli ha dato conferma''.