ITALIA
Le motivazioni della sentenza con cui il Cavaliere è stato condannato a 2 anni.
Berlusconi "ideatore di un sistema di frode"
Secondo i giudici, ad aggravare la valutazione della condotta dell'ex premier, il suo ruolo politico. Nelle motivazioni della sentenza, la Corte d'Appello di Milano specifica che la decadenza, prevista dalla Legge Severino, va distinta dall'interdizione
"Il ruolo pubblicamente assunto dall'imputato, non più e non solo come uno dei principali imprenditori incidenti sull'economia italiana, ma anche e soprattutto come uomo politico, aggrava la valutazione della sua condotta".
"Alla luce di tali considerazioni - continuano i giudici - si ritiene che anche la durata della pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici debba essere commisurata alla oggettiva gravità dei fatti contestati e quindi non possa attestarsi sul minimo della pena". I legali del Cavaliere avevano chiesto infatti solo un anno di interdizione.
"La sentenza - si legge ancora nelle motivazioni della Corte d'Appello - ha definitivamente accertato che Berlusconi è stato l'ideatore e organizzatore negli anni '80 della galassia di società estere, alcune delle quali occulte, colletrici di fondi neri e, per quanto qui interessa, apparenti intermediarie nell'acquisto dei diritti televisivi".
Decadenza va distinta da interdizione
Una cosa è la decadenza di Sivio Berlusconi da senatore, prevista dalla Legge Severino, altra cosa è invece l’interdizione dei pubblici uffici stabilita in due anni dalla Corte d’Appello di Milano nel processo sui diritti tv Mediaset. Lo precisano i giudici nelle motivazioni della sentenza che ha ridefinito la pena accessoria inflitta all’ex premier.
Nella Legge Severino, spiegano, “la condanna penale è presa in considerazione come presupposto per la incandidabilità del soggetto, ovvero per la valutazione della sua decadenza dal mandato elettorale conferitogli”.
I giudici della Corte d’Appello di Milano non hanno dubbi: “La normativa in questione non riguarda le pene accessorie”.
"Le pene accessorie penali - scrivono - devono essere irrogate dall'autorità giudiziaria, mentre la sanzione di incandidabilità, discendente dalle sentenze di condanna, è riservata all'autorità amministrativa".