ITALIA
Don Luigi Ciotti, sulla frase choc su Lucia Borsellino
Crocetta: don Ciotti, "Provo sdegno e vergogna, soprattutto per la persona a cui è indirizzato"
Don Ciotti fondatore di Libera sulla frase choc, pronunciata dal primario Tutino al governatore Crocetta, su Lucia Borsellino: "Provo sdegno e vergogna. Non solo per quel terribile augurio di morte, ma per la persona a cui è indirizzato".
Roma
"Provo sdegno e vergogna. Non solo per quel terribile augurio di morte, ma per la persona a cui è indirizzato" ha scritto Don Ciotti in una nota in cui esprime "non una solidarietà di maniera, ma vicinanza, affetto e tanta gratitudine."
Don Luigi Ciotti, nel 1995, ha fondato il coordinamento di Libera, oltre 1.600 realtà nazionali e internazionali con l'intento di alimentare quel cambiamento etico, sociale, culturale necessario a spezzare alla radice i fenomeni mafiosi e ogni forma d’ingiustizia, illegalità e malaffare.
Poco dopo che il settimanale L'Espresso ha diffuso un'anticipazione in cui riferisce del contenuto di una telefonata intercettata che sarebbe avvenuta tra il medico Tutino e il governatore della Sicilia Crocetta e durante la quale il primario avrebbe detto Lucia Borsellino "va fermata, fatta fuori. Come suo padre", don Luigi Ciotti ha voluto sottolineare come Lucia Borsellino abbia "messo la sua competenza e passione civile al servizio della Sicilia in un settore delicato come quello della Sanità. E lo ha fatto nello stile del padre: con dignità, scrupolo, e trasparenza assoluta. Dimostrando coi fatti che l’impegno contro le mafie e la corruzione non è un’etichetta ma una responsabilità, un atto di coscienza".
"Resta – conclude don Luigi Ciotti - l’inquietudine per l’ennesima conferma di come a vari livelli, e non solo in Sicilia la gestione del bene comune si relazioni a figure incompatibili con un’etica pubblica e arroganti al punto da offendere chi a quell’etica ha sacrificato la vita".
Don Luigi Ciotti, nel 1995, ha fondato il coordinamento di Libera, oltre 1.600 realtà nazionali e internazionali con l'intento di alimentare quel cambiamento etico, sociale, culturale necessario a spezzare alla radice i fenomeni mafiosi e ogni forma d’ingiustizia, illegalità e malaffare.
Poco dopo che il settimanale L'Espresso ha diffuso un'anticipazione in cui riferisce del contenuto di una telefonata intercettata che sarebbe avvenuta tra il medico Tutino e il governatore della Sicilia Crocetta e durante la quale il primario avrebbe detto Lucia Borsellino "va fermata, fatta fuori. Come suo padre", don Luigi Ciotti ha voluto sottolineare come Lucia Borsellino abbia "messo la sua competenza e passione civile al servizio della Sicilia in un settore delicato come quello della Sanità. E lo ha fatto nello stile del padre: con dignità, scrupolo, e trasparenza assoluta. Dimostrando coi fatti che l’impegno contro le mafie e la corruzione non è un’etichetta ma una responsabilità, un atto di coscienza".
"Resta – conclude don Luigi Ciotti - l’inquietudine per l’ennesima conferma di come a vari livelli, e non solo in Sicilia la gestione del bene comune si relazioni a figure incompatibili con un’etica pubblica e arroganti al punto da offendere chi a quell’etica ha sacrificato la vita".