POLITICA
Palazzo Madama
Decreto Pubblica Amministrazione, il governo ottiene la fiducia al Senato
Favorevoli 160, contrari 106. Nessun astenuto
Roma
Il Senato ha confermato la fiducia al governo sul decreto legge di riforma della Pubblica Amministrazione con 160 favorevoli, 106 contrari e nessun astenuto. Il Governo, attraverso il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, aveva annunciato di voler porre la questione di fiducia sull'emendamento interamente sostitutivo del dl P.a., che recepisce le modifiche già approvate dalla Camera dei deputati e della commissione referente del Senato .
Il ministro Madia: "Nessuna marcia indietro"
"Nessuna marcia indietro del Governo". Sono le parole del ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, spiegando che la cancellazione di 'quota 96' dal dl Pa ha "diverse ragioni". Inoltre il ministro, citando le ultime polemiche, invita a "non scomodare il Quirinale", ricordando che "la firma del Capo dello Stato" ha riguardato il dl come uscito dal consiglio dei ministri. L'introduzione della misura che sbloccava 4mila pensionamenti nella scuola è avvenuta alla Camera, frutto, spiega Madia, della "normalissima dialettica parlamentare, democratica", su cui poi si sono concentrati i "i rilievi del Mef".
Prendendo la parola a palazzo Madama il ministro ha anche aggiunto che il dl è solo "il primo tassello" ma "il cuore vero della riforma della pubblica amministrazione, il ribaltamento vero nel rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione è il disegno di legge" delega, calendarizzato qui in Senato". La delega, che dovrebbe cominciare ad essere trattata dopo la pausa estiva, "segna il cambio di paradigma: non deve essere il cittadino piegato ai tempi, a volte farraginosi della Pa, ma il servizio che riceve dalla Pa deve essere un diritto e non più una complicazione". Già il decreto legge, sottolinea Madia, rappresenta "il segno di un cambiamento veloce, con l'obiettivo di uscire dalla rappresentazione decadente, che oggi travolge la nostra Pa".
Frenata sulle aspettative delle toghe
La commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera al dl Pa, a condizione che venissero accolti, come è avvenuto in commissione referente, gli emendamenti del Governo soppressivi di misure in materia di pensioni. Sugli incarichi dei magistrati c'è stato però un parere contrario. Come notato dal Servizio Bilancio, prevedere che le toghe con ruoli nella Pa non possano ricorrere all'aspettativa pure se già in essere, potrebbe avere effetti negativi per la finanza pubblica.
Sarebbe quindi opportuno fare salve le aspettative scattate. Il decreto nella versione uscita dal Consiglio dei ministri, d'altra parte, escludeva i magistrati con incarichi in uffici di diretta collaborazione nella Pa dal ricorso all'aspettativa, purché questa non fosse già stata attivata. Un emendamento passato alla Camera invece non faceva più salvi i provvedimenti di collocamento in aspettativa già concessi alla data di entrata in vigore del dl.
Il ministro Madia: "Nessuna marcia indietro"
"Nessuna marcia indietro del Governo". Sono le parole del ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, spiegando che la cancellazione di 'quota 96' dal dl Pa ha "diverse ragioni". Inoltre il ministro, citando le ultime polemiche, invita a "non scomodare il Quirinale", ricordando che "la firma del Capo dello Stato" ha riguardato il dl come uscito dal consiglio dei ministri. L'introduzione della misura che sbloccava 4mila pensionamenti nella scuola è avvenuta alla Camera, frutto, spiega Madia, della "normalissima dialettica parlamentare, democratica", su cui poi si sono concentrati i "i rilievi del Mef".
Prendendo la parola a palazzo Madama il ministro ha anche aggiunto che il dl è solo "il primo tassello" ma "il cuore vero della riforma della pubblica amministrazione, il ribaltamento vero nel rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione è il disegno di legge" delega, calendarizzato qui in Senato". La delega, che dovrebbe cominciare ad essere trattata dopo la pausa estiva, "segna il cambio di paradigma: non deve essere il cittadino piegato ai tempi, a volte farraginosi della Pa, ma il servizio che riceve dalla Pa deve essere un diritto e non più una complicazione". Già il decreto legge, sottolinea Madia, rappresenta "il segno di un cambiamento veloce, con l'obiettivo di uscire dalla rappresentazione decadente, che oggi travolge la nostra Pa".
Frenata sulle aspettative delle toghe
La commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera al dl Pa, a condizione che venissero accolti, come è avvenuto in commissione referente, gli emendamenti del Governo soppressivi di misure in materia di pensioni. Sugli incarichi dei magistrati c'è stato però un parere contrario. Come notato dal Servizio Bilancio, prevedere che le toghe con ruoli nella Pa non possano ricorrere all'aspettativa pure se già in essere, potrebbe avere effetti negativi per la finanza pubblica.
Sarebbe quindi opportuno fare salve le aspettative scattate. Il decreto nella versione uscita dal Consiglio dei ministri, d'altra parte, escludeva i magistrati con incarichi in uffici di diretta collaborazione nella Pa dal ricorso all'aspettativa, purché questa non fosse già stata attivata. Un emendamento passato alla Camera invece non faceva più salvi i provvedimenti di collocamento in aspettativa già concessi alla data di entrata in vigore del dl.