POLITICA
Il leader del M5s
Di Maio: “giornata che non dimenticheremo, Fico è la storia del Movimento”
Il Capo politico dei 5 Stelle trova la quadra col leader leghista Salvini dopo i veti incrociati su Romani e Fraccaro ed esulta su Instagram
E’ stata una telefonata tra Di Maio e Salvini a modificare la linea. Il leader leghista ha comunicato che il centrodestra era disponibile a votare l’esponente napoletano dei 5 stelle, e Di Maio ha quindi esposto ai gruppi parlamentari M5s l’accordo, che prevedeva di votare al Senato “il nome che ha fatto Salvini, e cioè la senatrice Casellati", Il leader grillino ha spiegato che "ieri abbiamo posto molti veti, e gli altri partiti hanno posto il veto su Riccardo Fraccaro. Io non volevo accettare alcun veto, ma Riccardo ha fatto un passo indietro”. Peraltro, "nell'interlocuzione con le altre forze politiche” – Di Maio avrebbe detto “chiaramente che avremmo proposto un altro nome ed è colui che è già stato votato nel suo ruolo di garanzia, ma anche che ci rappresenta al meglio ed è la storia di questo Movimento".
Un accordo maturato durante la notte, con una fitta rete di contatti incrociati che hanno portato all’intesa sulle presidenze. Il copione in realtà sembrava già scritto ieri sera, poco prima che il Movimento proponesse, in via "ufficiale" la candidatura di Riccardo Fraccaro alla Camera proprio mentre, da Forza Italia, si faceva sapere che a Silvio Berlusconi era stato proposto il nome di Maria Elisabetta Casellati e che l'ex Cavaliere ci stava riflettendo. Passata la notte, dopo un vertice all'hotel Forum da Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro si sono presentati in assemblea, proprio mentre a Palazzo Grazioli il centrodestra troavava una quadra. Il nome che è uscito da via del Plebiscito è stato proprio quello di Casellati, con il centrodestra che al tempo stesso, come raccontato dallo stesso Di Maio, ha posto il suo veto per Fraccaro.
Alle 10.31 il capo politico M5s annunciava il rilancio con Roberto Fico portando alla chiusura di un cerchio che ha visto innanzi tutto la regia di Di Maio e Salvini. "Non potevano dire sì al primo nome", è infatti il refrain che, questa mattina, si sente nel Movimento. Qualcuno del M5s, dopo i veti di Di Maio a Paolo Romani e all'incontro con Berlusconi doveva insomma essere sacrificato. E i vertici, alla fine, hanno scelto Fraccaro per questo "scomodo" ma "onorabile" ruolo: "abbiamo tutti un debito con lui", ha avvertito Di Maio sempre nel corso all'assemblea.