Nazareno
Direzione Pd, sì unanime al documento Martina: "A chi ha vinto l'onore e l'onere di governare"
Nessun voto contrario, 7 astenuti. "Guiderò il partito con massima collegialità" ha detto Martina, che si appresta a traghettare il partito fino al congresso. Cuperlo: "Sconfitta incalza padri nobili e chi ha piantato la tenda altrove". Orlando chiede l'azzeramento della segreteria e forse anche della presidenza
La direzione del Pd ha approvato il documento contenente la relazione del vicesegretario Maurizio Martina. Sì unanime, ma 7 astenuti. Il Pd dunque si ricompatta e conferma ufficialmente la linea dell'opposizione: il partito di largo del Nazareno non appoggerà alcun governo, tocca ai vincitori M5s e Lega fare un tentativo. Il vicesegretario Maurizio Martina, nella relazione che ha aperto i lavori della Direzione - a cui non ha partecipato il segretario dimissionario Matteo Renzi- indica la rotta da seguire in vista delle consultazioni che il Capo dello Stato avvierà dopo l'elezione dei nuovi presidenti di Camera e Senato e cerca di ricomporre le fratture interne, garantendo che la sua guida sarà "collegiale".
Martina: "A Lega e 5S l'onere e l'onore di governare il Paese". Nessun congresso né primarie subito
"Alle forze che hanno vinto diciamo una cosa sola: ora non avete più alibi. Ora il tempo della propaganda è finito. Lo dico in particolare a Lega e Cinque Stelle: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità", afferma. Ma, soprattutto, Martina fissa il timing, indicando uno scenario temporale di almeno un anno. In altre parole, nessun congresso né primarie subito, ma tutto rinviato a non prima del 2019, e toccherà all'Assemblea nazionale di aprile eleggere magari il successore pro-tempore di Renzi fino alla nuova Assise. Questo perché "il nostro progetto ha bisogno ora più che mai di nuove idee e non solo di conte sulle persone. Ha bisogno di una partecipazione consapevole superiore a quella che possiamo offrire una sola domenica ai gazebo. Abbiamo bisogno di una profonda riorganizzazione. Questo lavoro potrebbe iniziare proprio con la prossima Assemblea dando vita a una Commissione di progetto incaricata di elaborare unitariamente ipotesi concrete per il percorso", scandisce il ministro dell'Agricoltura.
"Guiderò il partito con massima collegialità"
"La segreteria si presenta dimissionaria a questo appuntamento. Ma io credo sia importante che continui a lavorare insieme a me in queste settimane che ci separano dall'Assemblea. Con il vostro contributo cercherò di guidare il partito nei delicati passaggi interni e istituzionali a cui sarò chiamato. Lo farò con il massimo della collegialità e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze, individuando subito insieme un luogo di coordinamento condiviso. Chiedo unità" dice ancora Martina, che si appresta a guidare il partito fino all'assemblea.
Delrio: "Staremo all'opposizione, seri e responsabili"
"Abbiamo ricevuto una cartolina netta, chiara, dagli elettori. Noi staremo dove ci hanno messo gli elettori: all'opposizione". Una opposizione "seria, responsabile, costruttiva" dice Graziano Delrio nel suo intervento: "Quando il Paese si renderà conto che le promesse saranno irrealizzabili, gli elettori chiederanno conto", afferma.
Cuperlo: "Diamo fiducia a Martina, è tempo di svolta"
"Ho apprezzato la relazione di Maurizio Martina, a partire dal giudizio sincero sul voto. Per la sinistra è stato il dato peggiore della storia dell'Italia repubblicana- afferma Gianni Cuperlo- Oggi deve essere il tempo della verità e della svolta. Perdiamo per un vuoto decennale di identità. Martina ha ragione sulle cause di questa sconfitta e bisogna ripartire dalle idee. Dovremo dare fiducia a Maurizio e costruire subito la collegialità necessaria per affrontare questa fase. Il Partito democratico c'è, ora dimostriamo che questa sconfitta non è un destino".
"Sconfitta incalza padri nobili e chi ha piantato la tenda altrove"
"Le radici della sconfitta affondano almeno negli ultimi 10 anni. Pararsi dai guai rovesciando tutta la responsabilità sul segretario che si è dimesso - cui va la mia solidarietà sul piano umano - sarebbe una soluzione senza onestà" aggiunge Cuperlo. "Questa sconfitta interroga e incalza l'intera classe dirigente del Pd: partito, governo, padri nobili, minoranze, chi ha scelto di piantare la tenda altrove e ha raccolto pochissimo - continua con riferimento anche al risultato di LeU alle elezioni -. Sono responsabilità diverse perché c'era chi ha comandato e chi no, chi ha sempre applaudito e chi no, chi ha chiesto di cambiare per tempo e chi no. Ma poiché la sinistra rischia di dileguarsi, questo non può che essere un tempo di verità e di svolta".
Orlando: "Ora collegialità e discontinuità"
Ora servono "collegialità e discontinuità" nella guida del Partito democratico. E' la linea che emerge al termine di una riunione dell'area Orlando, che si è svolta alla Camera per fare il punto in vista della riunione della direzione. Dall'area di minoranza è emerso anche un richiamo alla necessità di svolgere un dibattito oggi in direzione: in ambienti della maggioranza si ipotizzava di chiudere la riunione dopo la relazione di Maurizio Martina, ma aprire una discussione dopo aver ascoltato il vicesegretario - sottolineano gli orlandiani - "è doveroso".
"Necessario azzerare tutto l'assetto dirigente"
"La collegialità è un fatto essenziale, non una concessione fatta a qualcuno ma un'assunzione di responsabilità. Capisco meno bene la conservazione di un residuo dell'assetto dirigente precedente, non perché parte di quelli o tutti non possano far parte di un percorso collegiale, ma forse per dare un segno di apertura di una fase nuova questa evoluzione sarebbe necessaria" conclude Andrea Orlando, chiedendo di fatto le dimissioni della segreteria e forse anche della presidenza.