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ITALIA

"Garantire la continuità produttiva"

Arcelor Mittal. Patuanelli: "Offerta prevedeva scadenza dell'immunità penale"

Informativa del ministro dello Sviluppo economico in Aula sul dossier: "Il recesso è solo l'ultimo tassello di una serie di eventi che nel tempo hanno visto il coinvolgimento a vario titolo di tutti i governi". E aggiunge: Ilva "questione di sovranità nazionale". Il premier Conte incontra i sindacati. Fim Fiom e Uilm proclamano 24 ore di sciopero 

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Il recesso di Arcelor Mittal è "solo l'ultimo tassello di un mosaico di una serie di eventi che nel tempo hanno visto il coinvolgimento a vario titolo di tutti i governi e delle forze politiche presenti in Parlamento". Così il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, parlando in Aula alla Camera dell'ex Ilva. "Conoscere alcuni elementi - ha aggiunto - è indispensabile per comprendere la situazione di oggi e valutare tutte le azioni che saranno necessarie per dare garanzie di continuità produttiva allo stabilimento". Il ministro ha poi puntualizzato sulla scelta di Arcelor Mittal: "Nonostante Acciai Italia abbia ottenuto una valutazione migliore sul piano industriale e sul piano ambientale Arcelor Mittal è risultata vincente per il prezzo di acquisto offerto di 1,8 miliardi contro 1,2 miliardi". 

"Arcelor Mittal non è in grado di rispettare il suo piano e noi non lo accettiamo"
"Arcelor Mittal ci ha detto che non è in grado di rispettare il piano industriale e di conseguenza occupazionale e questo il governo italiano non può accettarlo" ha detto il ministro. Secondo quanto riferito da lui l'offerta per Ilva non era condizionata al fatto che l'immunità fosse garantita per tutto il periodo del piano ambientale. Sullo scudo penale, infatti,  Patuanelli ha precisato che al momento della presentazione dell'offerta vincolante e incondizionata, nel 2017, Arcelor Mittal aveva allegato una nota sulla normativa dell'esimente penale, "notando che la mancata estensione del periodo di non punibilità  fino al 2023 rappresentava una criticità, e auspicando una proroga". Dunque, ha proseguito il ministro, "Arcelor Mittal non condizionava l'offerta all'estensione dell'esimente penale. La auspicava, ma l'offerta era incondizionata".

Il governo comunque, prosegue Patuanelli, ha esplicitamente chiesto a Mittal "di garantire l'impegno al rispetto del piano industriale, del piano occupazionale, dell'accordo sindacale e del contratto  sottoscritto. Questo è stato l'impegno che Conte ha preso davanti a  vertici di Arcelor Mittal e per tutta risposta Mittal ha risposto in  modo univoco: una produzione di non più di 4 milioni di tonnellate ed  esuberi per 5 mila lavoratori"



Recesso previsto solo con un cambio piano
"Il contratto sottoscritto con Arcelor Mittal prevede il recesso solo nel caso di modifiche al piano ambientale "e il Dpcm del 2017 non è stato minimamente impattato" dalle ultime modifiche legislative, ha ribadito Patuanelli. "Il diritto di recesso - ha detto - consegue esclusivamente da provvedimenti che comportino l'annullamento totale o parziale del piano ambientale, tale da rendere non più realizzabile il piano industriale". E sugli scenari futuri ha aggiunto: "Parlare di Ilva non vuol dire parlare solo di uno stabilimento industriale, ma di una visione industriale di un Paese. La produzione siderurgica deve essere centrale, il Governo parla con una voce sola. Pensare alla chiusura dello stabilimento di Ilva ha un'immediata ricaduta sul territorio di Taranto, sull'indotto, ma anche su tutti i settori produttivi italiani. Pensare di non avere una produzione di acciaio interna significa non avere un piano industriale per il Paese".

Ilva questione di sovranità nazionale
"E' una questione di sovranità nazionale e chi si occupa di sovranismo e sovranità nazionale deve sapere che tutelare e aiutare il governo a trovare soluzioni è una questione di interesse nazionale e sovranità nazionale".Così il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, spiegando cosa è in ballo sull'ex Ilva ora passata ad Arcelor Mittal, nella sua informativa urgente nell'Aula del Senato. Questo è il momento di "proposte serie, non di tweet", aggiunge. Occorre "un gesto di responsabilità,dobbiamo chiamare l'impresa al rispetto degli impegni presi.Parlo in primis per me e per la mia parte politica".

Domani sciopero in tutti gli stabilimenti
Intanto Fim Fiom e Uilm hanno proclamato 24 ore di sciopero per l'intero Gruppo Arcelor Mittal ex Ilva a partire dalle ore 7 di venerdì 8 novembre 2019, già programmato per il sito di Taranto. In tutti gli altri stabilimenti, le segreterie territoriali definiranno le modalità di mobilitazione. Le organizzazioni sindacali nazionali dichiarano "intollerabile quanto emerso dall'incontro di ieri tra il Presidente del Consiglio e i vertici di ArcelorMittal, programmato per chiedere il ritiro della procedura di disimpegno dagli stabilimenti dell'ex Ilva annunciata il 4 novembre". 

Conte stamattina al Quirinale, nel pomeriggio convocati i sindacati
Conte ha convocato a Palazzo Chigi nel pomeriggio i sindacati dei metalmeccanici per discutere della situazione dell'Ex Ilva. Attesi quindi i segretari generali Francesca Re David (Fiom Cgil), Marco Bentivogli(Fim Cisl) e Rocco Palombella (Uilm). Attesi anche gli enti locali.  Il premier, che ha parlato di "allarme rosso", ha invitato i vertici aziendali a prendersi un paio di giorni per elaborare una proposta sostenibile, e ha annunciato che oggi pomeriggio aprirà un tavolo di crisi a cui saranno invitati anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. 

Il premier questa mattina è salito al Quirinale per un colloquio con il presidente Sergio Mattarella. Il presidente del Consiglio - si è appreso da fonti della maggioranza - ha riferito al capo dello stato dei suoi colloqui di ieri con la proprietà Arcelor Mittal e delle misure che possono essere messe in atto per trovare una soluzione alla crisi aziendale. 

Conte a Porta a Porta: sì allo scudo penale, ma per l'azienda ci sono altri problemi
"Io ho messo l'offerta sul tavolo come primo argomento di conversazione. Se è il problema, via, lo reintroduciamo ad horas". Così il presidente del Consiglio nel corso della registrazione di Porta a Porta, a proposito dell'ipotesi di reintrodurre lo scudo penale per i vertici di ArcelorMittal, per scongiurare il loro disimpegno dall'Ex Ilva. "Loro hanno detto che ci sono altri problemi", ha però aggiunto Conte.

Landini: "No responsabilità per chi c'era prima"
"Tu non puoi dire che chi arriva è responsabile dei disastri che ha fatto quello che è arrivato prima di te". Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini parlando della questione dello scudo penale per Arcelor Mittal al Forum internazionale della Cgil in corso a Pistoia. "La responsabilità - ha detto ancora Landini - va data per quello che viene fatto o non viene fatto. Del resto lo scudo non lo si è inventato per ArcelorMittal. I commissari che per anni hanno gestito l'Ilva avevano lo scudo". Poi ha aggiunto: "Così come è stato fatto per i commissari che per anni hanno gestito l'Ilva , lo scudo deve valere per chi arriva".

Cisl: "Non possiamo perdere nessun posto di lavoro"
La vicenda Ilva è lo specchio evidente di come i temi dell'impresa e del lavoro in questo paese diventano terreno di scontro politico dentro il governo, tra maggioranza ed opposizione". Lo ha detto oggi ad "Uno Mattina" il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, sulla vicenda della ex Ilva. "Il Paese ha perso la bussola della politica Industriale. E' del tutto inaccettabile e cinico l'atteggiamento di Arcelor Mittal che a meno di un anno dalla firma  dell'accordo che ha dato luogo al piano industriale per la ex Ilva che rilanciava e assicurava quantità e capacità produttiva, difesa dell'occupazione ed investimenti per l'ambientalizzazione e la messa in sicurezza degli impianti, oggi ritratta tutto addirittura ventilando l'ipotesi
di 5000 esuberi che sono per noi un fatto davvero inaccettabile. Non possiamo perdere nessun posto di lavoro.

Uilm: "Stabilimento Taranto si fermerà da solo"
"Lo stabilimento andrà inevitabilmente alla fermata, si fermerà da solo". Lo dichiara ad Agi il segretario Uilm Taranto, Antonio Talò.  "ArcelorMittal - aggiunge Talò - ha bloccato le imprese, ha stoppato gli ordini, ha fermato gli approvvigionamenti, anche quelli dei minerali, è chiaro che in questa situazione c'è ormai un conto alla rovescia verso lo stop".

ArcelorMittal conferma: "Impossibile attuare piano industriale"
L'addio all'ex Ilva da parte di AM InvestCo Italy si spiega con "l'impossibilità di attuare il piano industriale, gestire l'impianto di Taranto e in generale di dare corso all'accordo" siglato lo scorso anno con i Commissari dell'ex Ilva. Così ArcelorMittal nella nota sui conti del gruppo ('rosso' di 539 milioni nel terzo trimestre) riassume per gli investitori la decisione annunciata ad inizio settimana. La nota evidenzia il rischio chiusura dell'altoforno 2 che potrebbe estendersi agli altri due impianti presenti a Taranto. ArcelorMittal si aspetta di continuare a consolidare AM InvestCo fino a quando il controllo delle attività non sarà trasferito ai Commissari ex Ilva conclude il capitolo del comunicato sui conti dedicato alla vicenda italiana.

Paita: emendamento per ripristino dello scudo penale
La deputata di Italia Viva, Raffaella Paita, ha depositato un emendamento al decreto fiscale per ripristinare lo scudo penale per l'ex Ilva di Taranto. La proposta di modifica prevede che venga soppressa la parte che si riferisce alla "responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario e dei soggetti da questo funzionalmente delegati" in materia ambientale e di tutela della salute e dell'incolumitaà pubblica e di sicurezza sul lavoro.   La norma si applica anche alle "condotte poste in essere dal 3 novembre 2019 alla data di scadenza del termine di attuazione del Piano ambientale" fatti salvi "i principi stabiliti dalla giurisprudenza costituzionale in materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori".

Blog M5S: governo non cede ai ricatti
"Arcelor Mittal sta giocando con la vita di 15.000 lavoratori italiani. Ora è chiaro quanto si sospettava già da tempo: la holding franco indiana ha affittato Ilva non per rilanciarla e bonificarla, come voleva far credere, ma per accompagnarla verso una morte lenta e dolorosa". Lo scrive il Movimento 5 stelle sul blog.     "L'obiettivo di Mittal è sempre stato togliere di mezzo un concorrente temibile dal mercato dell'acciaio. Lo confermano le dichiarazioni ufficiali di questi giorni, con le quali i massimi dirigenti di Mittal si dicono indisponibili ad onorare il contratto anche se lo scudo penale venisse ripristinato. L'altra scusa è che i giudici potrebbero sempre interrompere la produzione. La verità è che questa multinazionale non ha nessuna intenzione d'investire in un piano industriale serio", osserva M5S.

 
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