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ITALIA

Per la Procura "il fatto non sussiste"

Fisco. Il pg di Milano: "Assolvete Dolce e Gabbana, hanno pagato le tasse"

Gli stilisti erano stati condannati in primo grado a un anno e 8 mesi per una presunta evasione fiscale. La richiesta è arrivata 'a sorpresa' nel processo d'appello

Dolce e Gabbana
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"Il fatto non sussiste". Così il pg di Milano Gaetano Santamaria Amato ha chiesto di assolvere Domenico Dolce e Stefano Gabbana dall'accusa di omessa dichiarazione dei redditi per la quale erano stati condannati a un anno e otto mesi nel giugno 2013. Per il rappresentante della pubblica accusa, "una condanna penale contrasta col buon senso giuridico".

Il pg: Assolvete Dolce e Gabbana
Davanti alla seconda sezione penale della corte d'appello di Milano, Santamaria ha fatto la stessa richiesta anche per gli altri quattro imputati, accusati dello stesso reato, tre amministratori e funzionari della Gado, società lussemburghese del gruppo di moda, Alfonso Dolce (in primo grado condannato a un anno e 4 mesi), Cristiana Ruella (1 anno e 4 mesi), Giuseppe Minoni (1 anno e 4 mesi) e il commercialista e consulente Luciano Patelli (1 anno e 8 mesi). "Il buon senso mi porta a chiedere" per tutti gli imputati "l'assoluzione, perché il fatto non sussiste". 

La condanna in primo grado per omessa dichiarazione dei redditi
Lo scorso 19 giugno, gli stilisti sono stati condannati a un anno e 8 mesi (pena sospesa) assieme al loro commercialista Luciano Patelli e ad altri 3 manager (a un anno e 4 mesi), tra cui Alfonso Dolce, fratello di Domenico.

L'accusa: creata società fittizia all'estero per ottenere vantaggi fiscali
Al centro del processo una presunta evasione fiscale che sarebbe stata realizzata secondo le indagini con una 'estero-vestizione': vale a dire attraverso la creazione nel 2004 di una società ritenuta fittizia in Lussemburgo, la Gado, per ottenere vantaggi
fiscali.

Contestati 200 milioni di euro
La cifra contestata all'inizio delle indagini di un miliardo di euro si era poi ridotta con la sentenza a circa 200 milioni di euro e la condanna di primo grado era arrivata solo per il reato di omessa dichiarazione dei redditi. Mentre per la restante parte (circa 800 milioni di euro) e per il reato di dichiarazione infedele dei redditi i due stilisti erano stati assolti dal Tribunale.

Già assolti dall'accusa di truffa
Tra l'altro, il primo aprile del 2011 tutti gli imputati erano già stati assolti sia dall'accusa di truffa (inizialmente contestata e poi caduta definitivamente) che da quella di evasione fiscale, ma poi la Cassazione nel novembre 2011 aveva annullato i proscioglimenti e un nuovo giudice li aveva mandati a processo, nel giugno 2012. Poi erano arrivate le condanne.

"Mal interpretata la sentenza della Cassazione"
Oggi la richiesta di assoluzione da parte del sostituto pg, che rappresenta l'accusa nel processo davanti ai giudici della seconda sezione penale della Corte d'Appello, e che in sostanza ha spiegato, tra le altre cose, che è stata male interpretata dal Tribunale la sentenza della Cassazione che aveva disposto una nuova valutazione dei fatti, dopo le prime assoluzioni. 
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