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POLITICA

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Forza Italia, Fitto a Berlusconi: "Gioca a perdere, io non prendo ordini"

L'europarlamentare non condivide la decisione del partito di non appoggiare il candidato Schittulli per accogliere invece la candidatura di Adriana Poli Bortone

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Raffaele Fitto non accetta le decisioni annunciate oggi da Fi in Puglia, l'ex ministro si rivolge direttamente a Silvio Berlusconi accusandolo di essere preda di un "cupio dissolvi", spiega che il partito "gioca a perdere" e che a questo punto serve "una iniziativa di militanti e iscritti" per ripristinare la legalità statutaria del partito, violata dalle ultiime decisioni.

In una dichiarazione, Fitto afferma: "Questa scelta di divisione è sia autolesionistica sia censurabile sul piano dello Statuto. E' autolesionistica perché è un autogol, tipico frutto di una dinamica da triste finale di partita, in cui la caccia al 'nemico interno' vale più di ogni altra considerazione".

Serve anche, secondo Fitto, "una operazione-verità. Infatti, per quanto appaia assurdo a tutte le persone ragionevoli e intellettualmente oneste, dov'è una parte grande del problema? Parliamoci chiaro: da settimane, c'è chi ha fatto di tutto per escludere dalle liste alcuni amministratori e dirigenti (oltre ai consiglieri regionali uscenti), che hanno a loro volta lavorato bene e che da anni hanno contribuito a fare della Puglia, in tutte le competizioni elettorali, la Regione dei record per il nostro partito. Motivo? Sono 'colpevoli' di avere voti e consenso e quindi rischiano di essere eletti!".

"E così un partito che si è sempre detto liberale - accusa Fitto - usa questa situazione extralegale per escludere persone forti e capaci, e per deliberare fuori da ogni regola scelte di divisione. A maggior ragione, serve un'iniziativa. Sono in causa questioni fondamentali. Che strumenti di tutela ci sono se un partito non rispetta le sue stesse regole, estromette persone, esclude suoi membri e dirigenti regolarmente iscritti da possibilità di candidatura? Non è una 'polemica interna' o una 'polemica pugliese', ma una questione fondamentale di libertà e di democrazia", conclude.
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