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ITALIA

21 luglio 2001

G8 Genova, la notte alla scuola Diaz che diventò una "macelleria messicana"

In Cassazione convalidate le condanne ai vertici della polizia, sospensione dal servizio per i funzionari dal momento che nei loro confronti è stata applicata la pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Prescritti, invece, i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al settimo nucleo speciale della Mobile all'epoca dei fatti

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La sanguinosa irruzione nella scuola Diaz avvenne nella notte del 21 luglio 2001, durante il G8 di Genova, quando la città era già stata sconvolta dalla guerriglia urbana e dalla morte del giovane Carlo Giuliani. Nella scuola, individuata dal Comune nella zona di levante per ospitare i no-global del Genoa Social Forum durante il summit dei G8, l'irruzione della polizia avvenne in piena notte, mentre diversi ospiti dormivano. Alcuni di loro, tra i quali numerosi stranieri, riposavano nei sacchi a pelo stesi nella palestra della scuola. Quello che accadde quella notte fu definito un ''massacro'' dal pm Francesco Cardona Albini nella sua requisitoria nel processo di primo grado.

Furono oltre 60 le persone ferite e 93 gli arrestati per i disordini in città, e che poi furono prosciolti. In quella circostanza furono sequestrate due bottiglie molotov che, secondo l'accusa, furono portate all'interno della scuola per giustificare gli arresti. Le immagini dei volti feriti, del sangue nei locali devastati della scuola fecero il giro del mondo. Lo stesso Michelangelo Fournier, all'epoca vice dirigente del reparto mobile di Roma, uno degli imputati, quando depose al processo, definì la scena che si trovo' davanti una ''macelleria messicana''. Le indagini dei pm Enrico Zucca e Francesco Albini Cardona sulle lesioni, sugli arresti arbitrari e sulla vicenda delle molotov, si conclusero con il rinvio a giudizio di 29 poliziotti tra alti dirigenti, funzionari e capisquadra.


La Cassazione ha confermato l'impianto accusatorio della Corte d'Appello di Genova del 18 maggio 2010. Convalidata la condanna a 4 anni per Francesco Gratteri, capo del dipartimento centrale anticrimine della Polizia; convalidati anche i 4 anni per Giovanni Luperi, vicedirettore Ucigos ai tempi del G8. Tre anni e 8 mesi a Gilberto Caldarozzi, attuale capo servizio centrale operativo. Convalidata anche la condanna a 5 anni per Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma. La conferma delle condanne ha comportato la sospensione dal servizio per i funzionari dal momento che nei loro confronti è stata applicata la pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.n Prescritti, invece, i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al settimo nucleo speciale della Mobile all'epoca dei fatti. Si tratta degli agenti di polizia Tucci, Cenni, Basili, Ledoti, Compagnone, Stranieri, Lucaroni e Zaccaria.
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