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ITALIA

Le conseguenze del crollo

Genova, i tecnici: il ponte è pericolante, "abbattimento o messa in sicurezza al più presto"

Nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del ponte, i pm procedono con la raccolta di atti per iniziare a esaminare la documentazione. Toti:"Occorre demolire il moncone est nei tempi più brevi". La commissione ministeriale: il pilone 10 sta peggio di quello crolllato

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Gli ultimi rilevamenti lo hanno accertato: non si può aspettare oltre. Quel che resta del ponte Morandi, in particolare la parte del moncone est deve essere abbattuta o messa in sicurezza al più presto. Lo ha reso noto la struttura commissariale per l'emergenza che ha ricevuto una relazione tecnica dalla commissione ispettiva del ministero guidata dall'architetto Roberto Ferrazza. La struttura commissariale ha scritto al ministero e concessionaria per avviare gli interventi necessari. Nel momento in cui la decisione sull'abbattimento diventerà ufficiale, verrà chiesto alla Procura di procedere con il dissequestro dei monconi per permetterne l'abbattimento. 

Intanto però in Procura non è ancora giunto un atto formale che richieda, per conto degli enti competenti, la demolizione di tronconi che risultino a rischio crollo. I due tronconi est ed ovest sono posti sotto sequestro. Qualora questa richiesta arrivasse i magistrati sono pronti ad autorizzare per le vie brevi la demolizione alla quale in caso di urgenza potrebbero lavorare anche i vigili del fuoco.

Il pilone 10 più 'malato' di quello crollato
L'esame della documentazione progettuale per gli interventi di manutenzione su Ponte Morandi evidenziano per "la pila n.10, sopravvissuta al crollo, uno stato di degrado dei materiali di grado più elevato, 4 su una scala di cinque, rispetto a quello che era stato riscontrato nella pila n.9 crollata, che risultava di livello 3". E' quanto si legge nella relazione che la Commissione ministeriale ispettiva ha inviato alla struttura commissariale. Il pilone 10 è quello che sostiene il moncone est di ponte Morandi. Gli scenari evidenziati erano già stati censiti, quindi non c'è al momento l'esigenza di allargare l'area rossa, salvo ulteriori indicazioni da parte dei tecnici.

In merito alla necessità d'intervenire per la messa in sicurezza del pilone 10, la Direzione di Tronco di Genova di Autostrade per l'Italia rende noto che si è già attivata per le verifiche necessarie alla messa in sicurezza dell'area sottostante. La messa in sicurezza dell'infrastruttura verrà realizzata nei tempi tecnici strettamente necessari, nel rispetto delle indicazioni della Procura di Genova, ed è finalizzata alla successiva demolizione del pilone 10.

Toti: demolizione moncone in tempi brevi
"E' arrivata questa notte la relazione della commissione che parla dell'ala Est di Levante del ponte con alcune criticità'". Lo ha annunciato, al Meeting di Rimini, il presidente della Liguria, Giovanni Toti, che svolge anche le funzioni di commissario delegato all'emergenza per il crollo del ponte Morandi. Della relazione sulla staticità dei monconi del ponte, ha aggiunto Toti, "ne abbiamo parlato già stanotte e stamattina con il prefetto: quell'area è già comunque sgomberata e nessuno vi accede per nessuna ragione, per cui non vi sono motivi di allarme, ma questo comporterà alcune decisioni e alcune determinazioni urgenti già nelle prossime ore". Per Toti, "occorre sicuramente demolire il moncone nei tempi più brevi possibili, uno per garantire sicurezza anche se oggi l'area è evidentemente sgomberata e dunque nessun essere umano corre alcun rischio, due perchè senza la demolizione non riparte la ricostruzione".

E a questo propsoito il governatore ha poi fatto sapere di aver "mandato al concessionario autostradale un sollecito a intervenire per presentare alla pubblica amministrazione un piano di messa in sicurezza definitivo e di demolizione in tempi molto brevi".

Monitoraggio continuo
Intanto è continuo il monitoraggio da parte di vigili del fuoco e tecnici per tenere sotto controllo i movimenti del ponte attraverso georadar e geolaser in modo da poter intervenire rapidamente nel caso si superi la soglia critica. La zona rossa già nei giorni scorsi è stata chiusa dopo che i cittadini avevano segnalato schricchiolii inquietanti provenienti dalle parti più pericolanti della struttura.  Una segnalazione che ha portato i tecnici e anche gli inquirenti a non escludere appunto l'ipotesi di un abbattimento rapido e urgente di ciò che resta del ponte.




Nuovo stop al recupero degli oggetti nella abitazioni a rischio
E proprio in base ai riscontri del monitoraggio costante, per motivi di sicurezza, è stata nuovamente interrotta nelle abitazioni situate sotto il ponte la possibilità per gli inquilini di rientrare nelle proprie case, insieme a uomini della Protezione Civile e dei vigili del fuoco, per recuperare effetti personali e beni di prima necessità. Ieri pomeriggio era stato consentito ad alcuni abitanti di rientrare negli edifici situati nell'area più arretrata rispetto al crollo, quindi non in zona rossa. Oggi però queste operazioni sono state bloccate anche in quell'area in via precauzionale.

Sfollati indicono assemblea
Giovedì prossimo intanto gli sfollati di via Porro hanno indetto per il pomeriggio un' assemblea che si terrà presso il campo sportivo della chiesa di San Bartolomeo della Certosa. Quello che chiedono è di tornare quanto prima a una situazione di "normalità" e di avere garanzie sulla tempistica delle consegne degli alloggi per tutte le centinaia di famiglie rimaste senza casa a causa del crollo.

Ubi banca sospende rate immobili 
Ubi banca ha deciso, con decorrenza immediata di sospendere le rate su immobili residenziali, industriali e commerciali nelle aree del crollo di ponte Morandi. Privati e imprese coinvolti e a cui sono stati accordati finanziamenti e mutui "potranno essere esentati per 12 mesi, con eventuale rinnovo per ulteriori 12 mesi, sia dal pagamento della quota capitale che dal pagamento della quota interessi", fa sapere la banca. Per usufruire di queste agevolazioni è sufficiente presentare una semplice autocertificazione alle filiali". 

Atlantia: verifiche su impatto revoca della concessione
Il cda di Atlantia "ha avviato le verifiche relative all'impatto" della lettera di contestazione formulata dal Ministero dei Trasporti nei confronti di Autostrade per l'Italia, "in merito agli strumenti finanziari del gruppo". Lo si legge nella nota della holding diffusa al termine del cda. A proposito poi del crollo in Borsa nei giorni della tragedia e delle esternazioni fatte sul ruolo della società Atlantia ha "avviato la valutazione degli effetti delle continue esternazioni e della diffusione di notizie sulla società, avendo riguardo al suo status di società quotata, con l'obiettivo di tutelare al meglio il mercato e i risparmiatori". "Le società del Gruppo Atlantia continueranno a profondere il massimo impegno e a collaborare fattivamente con le Istituzioni tutte per il superamento dell'emergenza" a Genova. Conclude poi la nota.

Anac chiede chiarimenti
Anac ha chiesto a Autostrade chiarimenti sull'appalto per i lavori su ponte Morandi e, nell'ambito dell'istruttoria avviata, sollecita aggiornamenti sullo stato degli interventi sull'A10. Nella richiesta di Raffaele Cantone si fa riferimento all'ultima relazione pubblicata sul sito del Mit sulla "Attività sul settore autostradale in concessione" del 2016, da cui emerge una mancata attuazione di interventi sulla A10-A7-A12 pari a 72,89%. Il piano però include i lavori per la Gronda mai partiti.

La replica di Autostrade
La mancata attuazione del 72,89% degli interventi previsti nel Piano economico finanziario di Autostrade per l'Italia "si riferisce ad investimenti per il potenziamento della rete genovese (Gronda e nodo San Benigno) e non riguarda in alcun modo le attività di manutenzione". Lo evidenzia in una nota la stessa Autostrade per l'Italia in relazione all'apertura da parte di Anac di un'istruttoria per verificare l'attuazione da parte di Autostrade per l'Italia delle previsioni di investimento contenute nel Piano economico finanziario.

"Il dato - aggiunge Autostrade - non deriva da scelte compiute dalla società, ma è l'effetto dei notevoli ritardi da parte delle istituzioni competenti nell'approvazione del progetto della Gronda di Genova e del ritardo con cui sono state rese disponibili alla società le aree del Lotto 2 di San Benigno (il potenziamento dell'accesso all'area portuale di Genova)".
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