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ITALIA

Migranti

Governo: disponibili a corridoi umanitari per "Sea Watch"

"Per consentire un trasferimento verso l'Olanda". Delegazione Pd sale sulla nave, nel pomeriggio Orfini annuncia: "Io e Martina indagati". E in serata scoppia il giallo sull'autorizzazione della Prefettura

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L'Italia è pronta a mettere a disposizione "corridoi umanitari" per i migranti della 'Sea watch', ma solo per consentire il trasferimento delle persone in Olanda e a patto che si riconosca che la giurisdizione su questa vicenda appartiene ad Amsterdam. E' quanto si legge in una nota della presidenza del Consiglio.

"Il caso Sea Watch 3 - spiega palazzo Chigi - è adesso all'attenzione della Corte europea dei diritti dell'uomo, attivata dal comandante della nave e dal capo missione".

"L'Italia - viene precisato - ritiene che la giurisdizione, nel caso di specie, appartenga all'Olanda, in quanto paese di bandiera della nave che ha effettuato il salvataggio in acque internazionali. Pertanto domani l'Italia depositerà una memoria davanti alla Corte, con la quale farà valere la giurisdizione olandese, contestando la propria legittimazione passiva. In altri termini, affermerà che non è l'Italia a dover rispondere di questo caso, alla luce del diritto nazionale e internazionale".

Per il governo italiano "si conferma la temeraria condotta della Sea Watch che, in condizioni di mare mosso, anziché trovare riparo sulla costa tunisina distante circa 40 miglia, universalmente considerata porto sicuro, si è avventurata in una traversata di centinaia di miglia mettendo a rischio l'incolumità dei migranti a bordo".

"In ogni caso - sottolinea palazzo Chigi - già da ora l'Italia si rende disponibile, una volta riconosciuta la giurisdizione olandese, a offrire un corridoio umanitario al fine di consentire un trasferimento dei migranti verso l'Olanda".

Il Governo fa sapere anche che "nel frattempo, abbiamo offerto la nostra totale disponibilità per assistenza in caso di richiesta, mettendo a disposizione due motovedette della Guarda Costiera e una della Guardia di Finanza, che sono nei pressi pronte a intervenire".

"Abbiamo già fornito e siamo disponibili a fornire - continua la presidenza del Consiglio - generi di conforto e la necessaria assistenza sanitaria, fermo restando che al momento ci è stato comunicato che a bordo è presente un team medico di fiducia".

Conclude palazzo Chigi: "Rimane un quesito finale: l'obiettivo dell'azione della Sea Watch era salvare i naufraghi e offrire loro un pronto riparo nel primo porto sicuro (Tunisia) oppure creare un caso internazionale richiamando l'attenzione dei mass media?".

Intanto, resta ferma al largo di Siracusa la nave, con 47 persone a bordo. Sull'imbarcazione è salita una delegazione del Pd guidata dall'ex segretario Martina, che chiede lo sbarco immediato dei migranti.

Orfini: Io e Martina indagati per essere saliti a bordo
"I campi in Libia sono un inferno che non finisce mai, ci hanno detto i migranti sulla #SeaWatch. Io e Maurizio Martina siamo appena rientrati in porto. Ora stiamo facendo l'elezione di domicilio perché a quanto pare siamo indagati per essere saliti sulla nave" scrive su Twitter Matteo Orfini.

"Illegale il governo, non noi"
"Riteniamo che quanto stia avvenendo è illegale. Saremo costretti a presentare domani un esposto alla procura della Repubblica, perché riteniamo che la permanenza dei 47 in questo modo sia fuori da ogni norma. Per il rispetto dei diritti umani e delle leggi del nostro paese" ha poi aggiunto Orfini. "Sbarcando dalla nave abbiamo scoperto di essere indagati perché a quanto pare la nostra presenza sulla Sea  Watch costituirebbe un reato. Ci contestano la violazione di un dispositivo di polizia, noi riteniamo di non aver violato alcuna legge e che quello che abbiamo fatto è nelle nostre prerogative parlamentari. Riteniamo al contrario che il governo stia commettendo alcuni reati".

Martina: condizioni drammatiche, devono scendere
"Potete immaginare le condizioni organizzative in un'imbarcazione come quella: devono poter scendere nel giro di qualche ora. Non è possibile si giochi sulla loro pelle. Sono persone che hanno bisogno di avere una risposta chiara rispetto alla grande traversata che hanno affrontato. Arrivano da condizioni drammatiche. Ci hanno fatto vedere un video di crolli psicologici di alcuni migranti" ha affermato Maurizio Martina dopo il sopralluogo sulla Sea Watch.

Il via libera alla delegazione. Ma in serata la Prefettura nega
"Terminato l'incontro in Prefettura. La delegazione dei parlamentari del @pdnetwork salirà a bordo della SeaWatch", ha scritto nel primo pomeriggio su Twitter Davide Faraone, deputato del Pd e segretario del partito in Sicilia.  La conferma arriva poi anche da Maurizio Martina.

La delegazione è stata autorizzata a recarsi a bordo di una imbarcazione dopo che da stamane attorno alla Sea Watch vige il divieto di navigazione.

"Sono persone da troppo tempo ostaggio - dice Martina - di una condizione per noi incredibile. Un Paese serio come l'Italia merita di gestire queste situazioni in altro modo. Bisogna dare una mano a rendere chiara questa situazione. Dobbiamo provare a verificare insieme le condizioni di queste persone e chiedere con forza al governo di non voltarsi dall'altra parte. Non si può gestire questa vicenda come il terzo tempo di una campagna elettorale. Confermo che non c'è nessun decreto di chiusura dei porti italiani. Questo rimpallo di slogan tra ministeri è inaccettabile. Continuiamo a tenere alta l'attenzione su questa vicenda perché non è ammissibile che finisca nel dimenticatoio. Valuteremo i passi conseguenti perche' a nostro avviso ci sono analogie con il caso della Diciotti che vanno chiarite".

In serata, però, la Prefettura di Siracusa ha negato di aver autorizzato i parlamentari presenti in città a salire a bordo della Sea Watch, spiegando che non ne avrebbe avuto nemmeno il potere, "tanto più in considerazione del provvedimento di interdizione dello specchio di mare circostante adottato dalla Capitaneria di porto". In una nota, la Prefettura ha sottolineato che in "una riunione tenutasi nella giornata di oggi i parlamentari sono stati informati del divieto e delle eventuali conseguenze di legge per la sua violazione".

Il Pd presenta Pdl per Commissione d'inchiesta
Una Commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi di migranti nel mar Mediterraneo è stata proposta dal gruppo del Pd alla Camera, primo firmatario il presidente Graziano Delrio. Scopo dell'organismo "individuare le cause principali e secondarie dei naufragi in quest'area - si legge nel testo - anche accertando la tempestività e le modalità di soccorso in mare, il rispetto delle leggi e delle Convenzioni internazionali in materia di diritti umani fondamentali, e l'eventuale violazione di tali diritti".

Gentiloni: "Salvini non fa dell'Italia un Paese più sicuro, ma in cerca di guai"
Sui migranti "abbiamo due vicende in corso che gridano vendetta". Anzitutto, "questi 47 migranti che sono finiti sotto i riflettori per volonta' del ministro dell'Interno che ne ha fatto ostaggi. Nello stesso periodo, sbarcavano in Italia centinaia di migranti" commenta Paolo Gentiloni.  L'ex capo del governo ricorda che proprio nel momento in cui sbarcavano centinaia di migranti, Salvini su Sea Watch "ha accesso i riflettori per dimostrare che ha la faccia feroce e nessuno entra in Italia. Ma questo aiuta- sottolinea- o fa apparire peggio di quello che è l'Italia?". Il parlamentare del Partito democratico si è fatto un'idea ben precisa: "Questo non fa dell'Italia un Paese più sicuro, ma in cerca di guai".

Garante infanzia Siracusa presenta ricorso d'urgenza a Tribunale minori
Il garante per l'infanzia del Comune di Siracusa, Carla Trombino, ha presentato al Tribunale dei minorenni di Catania un ricorso d'urgenza per lo sbarco e l'assegnazione a un centro specializzato dei 13 minorenni a bordo della Sea Watch. La richiesta è stata depositata dall'avvocato Rosa Emanuela Lo Faro ed è motivata con "i maltrattamenti e le torture" che i minorenni hanno subito in Libia. Il legale ha chiesto anche l'intervento dell'autorità marittima per dichiarare l'emergenza medica per i minori.

Rischio emergenza sanitaria
Si profila un'emergenza sanitaria per la Sea Watch 3. Secondo quanto si apprende, il comandante della nave avrebbe comunicato con una mail che anche il terzo servizio igienico della nave nelle prossime ore potrebbe diventare inutilizzabile. I tre bagni usati dai 47 migranti salvati dalla nave e dalle 22 persone che compongono il personale dell'Ong tedesca starebbero per raggiungere la saturazione. Questo tipo di rifiuti non può essere scaricato in quella zona mare non lontana dalla costa.

Pm Siracusa: il comandante non ha commesso alcun reato
"Non ha commesso alcun reato il comandante della Sea Watch e non è stata neppure presa in considerazione al momento l'ipotesi di un eventuale sequestro della nave", dice il procuratore di Siracusa, Fabio Scavone, in riferimento al caso della Sea Watch che ha aperto un fascicolo d'indagine senza reati né indagati. Per il magistrato "ha salvatore i migranti e scelto quella che appariva la rotta piu' sicura in quel momento". Acquisite dai suoi uffici le informative della Capitaneria di porto e le relazioni giunte dal natante della ong tedesca.

La procura di Siracusa, aveva già spiegato nei giorni scorsi, che è interessata a verificare le condizioni igienico-sanitarie della nave e le sue dotazioni di sicurezza.

La procura ha preso informazioni anche sulla questione dei minori presenti sulla nave della Ong tedesca. Se la nave, spiega il procuratore, decidesse di riprendere la navigazione, occorrerà valutare le condizioni di idoneità della nave stessa, "cioé se ha a sua disposizione una dotazione di salvamento per tutte le persone a bordo, altrimenti è impossibile che possa prendere il mare". 

Salvini: "Sulla Sea Watch non ci sono donne e bambini"
"È mia intenzione chiudere il Cara di Mineo entro quest'anno. Più grossi sono i centri più facile è che si infiltrino i delinquenti". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in un'intervista radiofonica a RTL.

"Sulla Sea Watch, ci tengo a ribadirlo, non ci sono donne e bambini. Queste persone non devono essere messe in mano agli scafisti che sono i veri delinquenti". Sul blitz dei parlamentari e del sindaco di Siracusa a bordo della nave, il vicepremier ha spiegato che "non hanno rispettato le norme igienico-sanitarie. Possono portare a terra di tutto e di più".

Mattarella segue gli sviluppi: "Il governo trovi una soluzione"
Contatti con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, come da prassi legata alla normale quotidianità, ma con una particolare attenzione, come è ovvio che sia, alla vicenda della Sea Watch. Trovare una soluzione per consentire la fine dell'ennesima odissea per i profughi che si trovano a bordo della nave è negli auspici del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che quindi ha avuto modo di parlare della questione con il  premier.  Tuttavia, come accaduto nei casi più recenti, il Capo dello Stato è attento a evitare interventi che possano generare equivoci e trascinarlo nella polemica politica, come avvenne l'estate scorsa quando, dopo colloqui tra Conte e Mattarella, fu trovata una soluzione   per lo sbarco della nave Diciotti.

La speranza è quindi che l'assicurazione "stiamo lavorando" espressa dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, possa tradursi presto in fatti concreti, che tuttavia sono legati in via esclusiva alle scelte e alle prerogative del governo. Fermo restando che rimane salda la convinzione espressa dal presidente della Repubblica ogni qualvolta se ne presenti l'occasione, riguardo la necessità di un'assunzione di  responsabilità da parte dell'intera comunità internazionale per governare il fenomeno epocale dell'immigrazione.

Garante diritti dei detenuti: "Illecita detenzione"
Sulla nave Sea Watch si configura una situazione di "illecita detenzione", per la condizione "di privazione di fatto della libertà dei migranti soccorsi" per i quali "è stato anche superato il limite massimo di 96 ore che la legge prevede per il  fermo di una persona senza convalida giurisdizionale". E' quanto  denuncia il garante per i diritti dei detenuti, Mauro Palma, che ha inviato un'informativa alla Procura di Siracusa e richiesto al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, di consentire urgentemente lo sbarco delle 47 persone a bordo. Nell'informare delle sue "preoccupazioni" la Procura della Repubblica, si è soffermato in particolare sulle possibili responsabilità penali riguardo a "un'illecita detenzione dei migranti" e sui rischi di condanne del nostro Paese in sede internazionale.   Il Garante nazionale ribadisce il principio che le persone sono sempre un fine e mai un mezzo per raggiungere qualsiasi obiettivo e si riserva di aprire un confronto in ambito europeo sull'atteggiamento tenuto dalle autorità olandesi nella gestione della vicenda Sea Watch 3.

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