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POLITICA

Amministrative 2014: dalle 14 via allo spoglio in 4mila comuni e due regioni

Sono cominciate le operazioni di spoglio delle elezioni amministrative. Da rinnovare le giunte regionali di Piemonte ed Abruzzo ed oltre 4mila comuni italiani, tra cui Firenze, Bari e Bergamo

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Roma Oltre quattromila comuni, quasi trenta capoluoghi di provincia e due regioni. Sono i numeri relativi alle amministrazioni locali interessate dalla tornata elettorale di fine maggio. Il 25 non si è votato infatti solo per il rinnovo del Parlamento Europeo, ma anche per l’elezione di più di metà dei consigli comunali del nostro Paese e due amministrazioni regionali. Prima tornata amministrativa dopo l’entrata in vigore della riforma Delrio, quella riforma che ha cancellato le provincie così come le conoscevamo, ed infatti non si vota per il rinnovo di nessun consiglio provinciale, ma che ha fatto lievitare, anche se di poco, il numero delle poltrone in ballo. E dopo i risultati delle Europee, dove il Pd ha fatto segnare il suo record storico con oltre il 40% dei consensi, ci si aspetta una nuova affermazione dei democratici anche nelle elezioni locali.

I numeri delle amministrative
L’appuntamento con le elezioni amministrative era già cominciato ad inizio maggio, il 4, quando a votare andarono gli 11 comuni del Trentino-Alto Adige. Eccezion fatta per la regione a statuto speciale che già aveva scelto i suoi nuovi amministratori, tutti gli altri comuni interessati hanno votato però il 25. E si è votato, in tutto, in 4087 comuni, di cui 3901 nelle regioni a statuto ordinario, in 131 in Friuli Venezia Giulia, in 37 in Sicilia e in 18 in Sardegna. Tra questi, i comuni capoluoghi di provincia chiamati ad eleggere il sindaco e il consiglio comunale, sono quasi 30: Biella, Verbania, Vercelli, Bergamo, Cremona, Pavia, Padova, Ferrara, Forlì, Modena, Reggio Emilia, Firenze, Livorno, Prato, Perugia, Terni, Ascoli Piceno, Pesaro, Pescara, Teramo, Campobasso, Bari, Foggia, Potenza, Caltanissetta, Sassari, Tortolì. Si è votato, inoltre, anche in Piemonte e Abruzzo per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale.

Ballottaggio l'8 giugno
La data delle elezioni è stata fissata dal Consiglio dei Ministri che ha confermato la scelta dell'Election Day, la scelta cioè di accorpare in un’unica data tutti gli appuntamenti elettorali in modo da ridurre le spese per le casse pubbliche. Nel caso delle amministrative, nei comuni dove è previsto, la data dei ballottaggi sarà domenica 8 giugno e, sia al primo che al secondo turno, si voterà nella sola giornata di domenica.
 
Le "partite" più importanti
Gli appuntamenti politicamente più importanti sono quelli che riguardano le due regioni chiamate alle urne: Piemonte ed Abruzzo. Mentre, tra i Comune al voto, particolare attenzione a Firenze (dove si sceglierà il successore del premier Matteo Renzi), a Bari (sindaco uscente Michele Emiliano) e a Padova, tre città dove il Pd cercherà di riconfermare il suo predominio. Mentre sarà Prato l’unico comune “importante” dove il centro destra cercherà la riconferma per il sindaco uscente Roberto Cenni. In tutto sono quattordici i Comuni al voto tra quelli con più di 100mila abitanti: Bari, Bergamo, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì, Livorno, Modena, Padova, Perugia, Pescara, Prato, Reggio Emilia e Terni.
 
Le novità della riforma Delrio
Il voto di domenica, che ha interessato il 50.7% dei comuni italiani, assegnerà 67mila 754 poltrone, da quelle più ambite di sindaco, passando per quelle di assessore, per finire con quelle di consigliere comunale. Con la recente riforma Delrio, quella che ha mandato in soffitta le vecchie provincie, sono state introdotte delle novità che si paleseranno in questo appuntamento elettorale e, in particolare, si è cancellata la riduzione di giunte e consigli prevista ed introdotta con la manovra bis del 2011 dal governo Monti. Una moltiplicazione che porta le poltrone in palio a quasi 68mila seppur, va detto, a costo zero. La riforma Delrio prevede infatti che gettoni ed indennità vadano ricalcolati per assicurare l’invarianza di gettito.Tra le novità, anche l’introduzione di una nuova versione delle quote rose. Quelle quote rosa che a livello nazionale non hanno sfondato ma che hanno, al contrario, trovato forma di legge nelle elezioni amministrative. Ancora la riforma Delrio prevede infatti che nelle giunte dei comuni con più di 3mila abitanti nessun genere possa occupare più del 60% dei posti mentre, nei consigli, la parola spetta agli elettori in forza delle preferenze ma, anche in questo caso, la legge stabilisce dei limiti che si traducono nell’obbligo di avere nelle liste un tetto pari ai 2/3 che nessun genere può superare. 
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