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ITALIA

E’ stato inventato nel 1999 per festeggiare il passaggio dalla notte al giorno

Il maltempo rovina la notte dei desideri a Ravello. Lo storico concerto si trasferisce al chiuso

Nella storia della manifestazione è accaduto solo un’altra volta che, causa meteo avverso, il concerto fosse annullato. O come avviene in questo caso spostato all’interno del celebre Auditorium Oscar Niemeyer

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di Laura Squillaci A memoria di ravellesi e non, nella storia del Festival è avvenuto solo un’altra volta. Che il famoso concerto all’alba, quello che fa il sold out mesi prima, non si potesse realizzare nella location consueta, ovvero il Belvedere di Villa Rufolo, causa maltempo.
Certo non era possibile prevedere che nell’estate più torrida degli ultimi anni accadesse. Si è sperato fino all’ultimo che le previsioni fossero sbagliate tanto è vero che le prove si svolgono regolarmente, all’esterno, perché il temporale si abbatterà su Ravello solo a notte fonda poco prima dell’inizio del concerto fissato come tradizione vuole alle 4.45. 

Questo significa che il direttore d’orchestra non potrà accompagnare gli spettatori nel passaggio tra la notte del 10 agosto e il giorno dell’11 come accadeva ogni anno. Dirigerà invece l’orchestra Filarmonica del Teatro La Fenice di Venezia  tra le mura del pur straordinario Auditorium progettato da Oscar Niemeyer, l’architetto morto nel 2012 a 105 anni che ha progettato praticamente l’intera città di Brasilia. 

Il programma dello spettacolo non ha subito variazioni. Si comincia con la prima esecuzione assoluta di War Silence per pianoforte e orchestra commissionata al compositore friulano Cristian Carrara in coincidenza con il centenario della prima guerra mondiale. Un modo per dire no alla guerra attraverso la musica e per ricordare le tante vittime dei conflitti. Non è un caso allora che quest’anno lo slogan del concerto all’alba sia Make music not war. 

Le note di Ludwig Van Beethoven ed in particolare del triplo Concerto per pianoforte, violino e violoncello in Do Maggiore, saranno eseguite dalle tastiere di Michelangelo Carbonara e Josu De Solaun, primo premio al concorso internazionale “George Enescu 2014”, dal violinista Stefan Tarara e dal violoncellista Eun-Sun Hong , vincitori del prestigioso concorso internazionale di Bucarest. 

E siccome il concerto all’alba ha sempre ospitato musiche che in qualche modo si confacessero a questo particolare momento della giornata - il passaggio dal buio alla luce – si approda poi a Antonín Dvořák con una sinfonia, la numero 7, ispirata alla natura. E si chiude con la musica quasi liquida di  Gabriel Fauré con “Pelléas et Mélisande”.
 
Una bella consolazione quanto meno per le orecchie, perché gli occhi purtroppo quest’anno godranno a metà
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