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ITALIA

La decisione del giudice

Il saluto fascista allo stadio? Non è reato ma provocazione: ultras del Verona assolti

Le motivazioni della sentenza con cui il tribunale di Livorno ha assolto dei sostenitori scaligeri ripresi e identificati nel 2011 mentre facevano il saluto romano all'ingresso dell'impianto: gli stadi non sarebbero luoghi deputati a propaganda politica 

Tifosi del Verona allo Stadio (LaPresse/Matteo Bovo)
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Livorno Non è un reato. Al massimo si tratta di una pessima provocazione nei confronti della tifoseria rivale. È questo il senso delle motivazioni della sentenza con la quale nel marzo scorso il giudice di Livorno ha assolto perché il fatto non costituisce reato quattro ultras del Verona che nel dicembre 2011, durante la partita di serie B tra la loro squadra e il Livorno, vennero colti dalle telecamere e poi identificati dalla Digos mentre facevano il saluto romano all'ingresso dello stadio Picchi.
 
Stadi luoghi non deputati a propaganda politica 
Secondo le motivazioni della sentenza, infatti, gli stadi di calcio non sarebbero i luoghi deputati alla propaganda politica. In questo contesto quindi il gesto – seppur deprecabile - non mette a repentaglio la democrazia e la Costituzione del Paese. Soprattutto non determina – come invece prevede la legge - un pericolo concreto e attuale alla diffusione e alla pubblicazione di idee discriminatorie e violente che possano pubblicizzare un tentativo concreto di raccogliere adesioni a un progetto di ricostituzione del partito fascista.
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