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POLITICA

Trentamila giovani dell'Agesci

Il secondo giorno di Renzi a San Rossore, sulla politica "stop a potere di rendita"

Ieri visita a sorpresa al maxi raduno scout, oggi ha assistito in veste di premier alla messa del cardinal Bagnasco. Con i giovani Agesci parla di politica e di lavoro "creati 108.000 posti di lavoro in più". A margine dell'incontro a La Stampa dichiara "la maggioranza non ha problemi di numeri", e sull'Europa dice: "Non prendo ordini dall'Ue"

Renzi a San Rossore (LaPresse)
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Secondo giorno del Presidente del Consiglio Matteo Renzi al raduno scout di San Rossore, dove è arrivato veste di premier dopo la visita a sorpresa di ieri. Con la moglie e i tre figli ha assistito alla messa del cardinal Bagnasco e riceverà una simbolica "Carta del coraggio". Sono oltre 30mila i giovani dell'Agesci presenti al raduno.

E da San Rossore il premier parla anche del nuovo Senato e del processo di riforme. "La cosa positiva del Senato è che finalmente i politici cambiano sé stessi. Questo vuol dire che non c'è più potere di rendita per nessuno. Bisogna cambiare tutti" ha detto il premier in un'intervista alla rivista on line dell'Agesci. Cambiamento che significa anche rottamazione. "I politici devono essere come lo yogurt, a un certo punto devono scadere, non lo puoi fare per sempre. Vale anche per me, per me è già iniziato il conto alla rovescia per essere rottamato". Con i giovani Agesci parla anche di lavoro, "il presidente del Consiglio non può creare lavoro, per decreto, può cercare di rimuovere gli ostacoli. Negli ultimi due mesi noi abbiamo fatto in Italia 108.000 posti di lavoro in più".

"Non sono nelle mani di Berlusconi"
A proposito di riforme, in un'intervista rilasciata a La Stampa dichiara: "Non sono nella mani di Belrusconi come ipotizza qualcuno. La maggioranza non ha problemi di numeri e non mi attende la via crucis che toccò a Romano Prodi. Mentre infuriava la Grande Guerra del Senato, il governo ha ottenuto più volte la fiducia: nessun problema". La sua maggiornaza, dice, è la più solida della Seconda Repubblica, l'umore è a mille. "È evidente che aver coinvolto Berlusconi nel processo di riforma è stata una mia, personale scelta: contestata duramente, lo so bene, dentro e fuori il Pd. Se lui non ci fosse stato, è chiaro, avremmo fatto le riforme con altri: ma io credo che, per metodo, vadano fatte con le opposizioni, con i nemici, piuttosto che con gli amici". Nessun voto anticipato a primavera assicura.

"Non prendo ordini dall'Ue"
Parla anche dell'Europa nell'intervista. "Oggi non è l'Europa che deve dire a noi cosa fare. Il Pd ha vinto le elezioni, è il partito che ha preso più voti in Europa, io e il governo siamo usciti più forti dal test di maggio e non abbiamo bisogno di spinte da Bruxelles". Sono gli Stati a dover indicare le ricette anti crisi. E commenta poi le dichiarazione del presidente della Bce "La frase di Draghi è: se non fa le riforme, l'Italia non è attrattiva per investimenti esteri. Bene: questa è la linea anche mia e di Padoan. Siamo d'accordo, nessun problema": Ribadisce: "Ma se qualcuno vuole interpretarla e far intendere che l'Europa deve intervenire e dire all'Italia quel che deve fare, allora no, non ci siamo''.

 
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