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Ilaria Cucchi pubblica foto di uno degli indagati: "Ecco la faccia di chi ha ucciso mio fratello"

Lo sfogo della sorella del 31enne arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto dopo una settimana di detenzione all'ospedale Pertini di Roma

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"Volevo farmi del male, volevo vedere le facce di coloro che si sono vantati di aver pestato mio fratello, coloro che si sono divertiti a farlo. Le facce di coloro che lo hanno ucciso". Ilaria Cucchi, la sorella del 31enne arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto dopo una settimana di detenzione all'ospedale Pertini di Roma, pubblica sul suo profilo Facebook la foto di uno dei carabinieri indagati dalla procura per le lesioni, le botte, che avrebbe subito la giovane vittima.

La foto, in cui il giovane militare è in costume in spiaggia, è l'occasione per Ilaria Cucchi per mettere in evidenza, scrive lei "la fisicità e la mentalità di chi ha fatto del male" al fratello. Un'immagine che scatena la reazione di molti utenti che lasciano commenti astiosi nei confronti del Carabiniere a tal punto da portare la Cucchi a chiedere moderazione. "Se volete bene a Stefano vi prego di non usare gli stessi toni che sono stati usati per lui. Noi crediamo nella giustizia e non rispondiamo alla violenza con la violenza. Grazie a tutti" scrive in un secondo post.

Lo scorso dicembre la Procura di Roma ha chiesto al Gip una nuova perizia medico legale sulle lesioni patite da Stefano Cucchi. Nella richiesta di incidente probatorio si legge che il ragazzo "nella notte tra il 15 ed il 16 ottobre 2009 fu sottoposto ad un violentissimo pestaggio da parte di Carabinieri appartenenti al comando stazione di Roma Appia". Cucchi morì nell'ospedale Pertini di Roma il 22 ottobre 2009, una settimana dopo il suo arresto per droga. La richiesta di incidente probatorio è stata inoltrata nel quadro degli accertamenti bis avviati dal procuratore Giuseppe Pignatone e dal sostituto Giovanni Musarò. Nell'inchiesta sono indagati cinque carabinieri della stazione Roma Appia: si tratta di Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro, Francesco Tedesco (tutti per lesioni personali aggravate e abuso d'autorità), nonché di Vincenzo Nicolardi e Roberto Mandolini (per falsa testimonianza e, il solo Nicolardi anche di false informazioni al pm).  
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