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ITALIA

Non c'è stato il "contestato depauperamento generale della struttura"

Ilva, gup Milano: da Riva investimenti non bancarotta

Alcuni passaggi delle motivazioni della sentenza, con cui nel luglio scorso è stato assolto l'imprenditore Fabio Riva

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Nella gestione dell'Ilva di Taranto da parte della famiglia Riva, tra il '95 e il 2012, la società ha investito "in materia di ambiente" per "oltre un miliardo di euro" e "oltre tre miliardi di euro per l'ammodernamento e la costruzione di nuovi impianti" e non c'è stato il "contestato depauperamento generale della struttura".

Lo scrive il gup Lidia Castellucci nelle motivazioni della sentenza con cui, a luglio, ha assolto Fabio Riva, assistito dagli avvocati Salvatore Scuto e Gian Paolo Del Sasso, dall'accusa di bancarotta.

Il gup di Milano ricorda che la condotta di bancarotta per operazioni dolose richiede invece "la prevedibilità e l'accettazione del dissesto" come effetto dei propri comportamenti, che Fabio Riva non avrebbe avuto. L'episodio a cui si riferisce il giudice in questo passaggio delle motivazioni e' quello relativo all'operazione di scissione tra Ilva e Riva Fire che, secondo i pm, era prevedibile avere "un destino di insolvenza".

Un'ipotesi, quella accusatoria, che "non appare sostenuta da adeguati riscontri argomentativi e probatori", tenendo conto che "il progetto rilevava un concreto intento di prosecuzione dell'attività imprenditoriale e appariva funzionale, alla luce del mercato siderurgico e del mutato potere contrattuale coi produttori di materie prime, a porre le basi per alleanze strategiche con soggetti terzi, in un momento in cui vi erano segnali di ripresa".
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