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ITALIA

Intervista a Repubblica

Inchiesta Procure, il presidente dell'ANM Grasso: "Siamo andati a finire contro un iceberg"

Grasso lascia Magistratura Indipendente. Polemiche sulla spaccatura per il voto con cui l'assemblea della corrente di MI aveva chiesto ai tre consiglieri togati del Csm, che si sono autosospesi, di tornare a svolgere la propria attività consiliare. Il 16 giugno la riunione del comitato direttivo dell'ANM, Grasso: non andrò dimissionario

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"Sono giorni che cerco di convincere il mio gruppo a non suicidarsi e a seguire una condotta realista. Mi pare di vedere dei ballerini che ballano sul ponte mentre il Titanic va verso l'iceberg. Il mio cruccio è di non essere riuscito a far passare un principio che dovrebbe essere condiviso da tutti. Evidentemente  sono un illuso". Lo afferma, in un'intervista a 'la Repubblica', il presidente dell'Anm Pasquale Grasso spiegando i motivi della sua decisione di lasciare Magistratura indipendente dopo la spaccatura per il voto con cui l'assemblea della corrente aveva chiesto ai tre consiglieri togati del Csm, che si sono autosospesi per gli effetti  dell'inchiesta di Perugia, di tornare a svolgere la propria attività  consiliare. Posizione in contrasto con quella assunta dallo stesso Grasso e dall'intero comitato direttivo centrale dell'Associazione  nazionale magistrati che invece ai togati aveva chiesto le dimissioni.       

Alla domanda sul perché si sia astenuto e non abbia votato contro il documento di Mi che chiedeva il reintegro dei colleghi, Grasso ha risposto: "Mi dicono che generalmente al Csm l'interfaccia con i politici non è una novità, ma il punto qui è che Lotti non è solo un politico, ma un politico inquisito. Non so se si sia trattato di  distrazione o di altro. So però che tanti colleghi in Italia sono  arrabbiati. Ma in questo momento un processo non si può fare".   

Riguardo alla sua astensione Grasso ha aggiunto: "La stampa è un cardine della democrazia, ma sarebbe sbagliato dimettersi sulla base di notizie date solo dalla stampa. Voglio fissare un principio di equilibrio, di buon senso, di giustizia, non emettere delle sentenze". Grasso ha sottolineato: "Chi ha tenuto condotte non corrette deve dimettersi. Ma io faccio il giudice e voglio vedere le prove. L'impasse è terribile, con un vulnus enorme per l'istituzione. Il rigore vorrebbe che restassero fino all'accertamento disciplinare, ma ciò crea ugualmente un vulnus nell'immagine, quindi eroicamente, da uomini delle istituzioni, bisogna decidere di fare un passo indietro seppure si fosse immacolati".

Grasso: non andrò dimissionario a riunione Anm
"Non andrò dimissionario al comitato direttivo centrale del 16 giugno. Ascolterò ciò che riterranno di dire gli altri componenti del comitato". Lo sottolinea il presidente dell'Anm Pasquale Grasso, ricordando di essersi dimesso dal gruppo di Magistratura Indipendente e non dalla presidenza del sindacato delle toghe.

MI: Nessun incidente istituzionale, no gioco al massacro
"Magistratura Indipendente è costretta ad intervenire per chiarire che quello che viene definito, in un comunicato firmato da esponenti di altri gruppi associativi,come un incidente istituzionale senza precedenti, ossia auspicare la ripresa dei lavori da parte dei consiglieri autosospesi, ha un preciso fondamento nella legge costituzionale istitutiva del Csm, che non contempla alcuna ipotesi di 'auto sospensione' e regola invece i casi,non ricorrenti in questa ipotesi , di sospensione dei consiglieri . L’autosospensione è stato un gesto volontario dei consiglieri non imposto da alcuno ed improntato a senso istituzionale, come riconosciuto dagli altri consiglieri in sede di Plenum. Respingiamo l’uso di simili toni aggressivi in relazione a un comunicato sobrio e istituzionale con il quale il gruppo ha rivendicato la centralità del CSM quale luogo di confronto e ha affermato la presa di distanza dalla politica".

Lo si legge in una nota di Magistratura Indipendente. "Invitiamo le componenti associative ad abbassare i toni e a prestarsi ad un reale confronto, pur nella differenza delle posizioni e delle valutazioni. Esasperare i toni ed estremizzare il confronto non aiuta e rischia di recare un danno irreversibile a tutta la magistratura. Evidenziamo,peraltro, che finora molte prese di posizione si basano solo su notizie di stampa e su un decreto di perquisizione che,in relazione a quanto emerso dai giornali,nulla dice sui fatti contestati ai consiglieri autosospesi. Quando sarà reso noto il contenuto della documentazione arrivata al Csm, attualmente segretata, sarà possibile fare valutazioni più approfondite. Altrimenti - si legge ancora - si opera solo un preciso gioco al 'massacro' di un gruppo associativo. .Cerchiamo di recuperare i toni di un confronto razionale e basato sui fatti e sulle norme vigenti".

Vicepresidente ANM: errore minimizzare
Un grave errore" minimizzare il caso nomine che ha coinvolto quattro togati del Csm ed è "irricevibile relegare una vicenda che lascia sgomenti i magistrati a un regolamento di conti tra correnti". Così come è "impensabile che si torni indietro" sulla richiesta di dimissioni dei consiglieri. Il vice presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Poniz (Area), replica così a Magistratura Indipendente, che oggi ha invitato le altre correnti che hanno sfiduciato la giunta dell'Anm a fermare "il gioco al massacro". 

Il 16 giugno la riunione del comitato direttivo
Il Comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati è convocato per domenica 16 giugno alle 10: all'ordine del giorno il rinnovo giunta esecutiva centrale. A chiedere la convocazione urgente del parlamentino del'Anm erano stati ieri i gruppi di Area, Unicost e Autonomi&indipendenza,  dopo che l'assemblea di Magistratura indipendente aveva votato il documento in cui si chiede che i togati auto sospesi del Csm tornino a  svolgere le proprie funzioni.

Morlini lascia Unicost
Gianluigi Morlini, uno dei togati del Csm autosospesi per la vicenda delle nomine, ha lasciato il gruppo di Unicost. La corrente in una nota, prendendo atto della decisione dei quattro consiglieri autosospesi di tornare al Csm, ribadisce il "disagio" che "tale decisione crea nell'istituzione consiliare in termini di credibilità".

Orlando (Pd): "Tutti i coinvolti diano chiarimenti"
"Una vicenda brutta che chiama in causa la necessità di un processo di auto riforma della magistratura". Così Andrea Orlando, vice segretario Pd ed ex ministro della Giustizia, commenta l'indagine riguardante alcune nomine al Consiglio Superiore della Magistratura. "I confronti tra le correnti sono normali, ma il problema è che avvengono con un alto livello di discrezionalità. C'è una prassi consolidata, ma c'è qualcosa in più e spero che tutte le persone coinvolte, al di là della rilevanza penale, diano chiarimenti", aggiunge Orlando.

Togati Csm restano autosospesi
Intanto restano autosospesi i quattro consiglieri del Csm. Oggi Corrado Cartoni, Antonio Lepre e Paolo Criscuoli, di Magistratura Indipendente, e Gianluigi Morlini (che ha lasciato la sua corrente Unicost) sono andati a Palazzo dei marescialli e - a quanto si è appreso- il vice presidente David Ermini gli ha chiesto di leggere gli atti che sono arrivati dalla procura di Perugia prima di prendere una decisione. Decisione che arriverà entro la fine della settimana.
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