Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Indagato-per-mafia-assessore-agricoltura-della-regione-Calabria-3a38575d-f8ce-4d8c-8ced-8f1704ee2ecc.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Criminalità organizzata

Indagato per mafia l'assessore all'agricoltura della regione Calabria

Michele Trematerra, dell'Udc, è accusato di aver favorito la 'ndrina dei Lanzino. Indagato anche l'ex consigliere comunale di Acri, e ora membro della segreteria dell'assessore, Angelo Gencarelli

Michele Trematerra
Condividi
L'assessore all'Agricoltura della Regione Calabria, Michele Trematerra, dell’Udc, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo i pm Trematerra è responsabile di  una serie di "condotte materiali e procedimentali amministrative a favore dell'associazione" mafiosa dei Lanzino ed in particolare a "favore degli imprenditori facenti parte della cosca e delle rispettive società". All’assessore è arrivata la solidarietà del suo partito mentre, il M5S parla di emergenza criminalità nella regione.
 
Oltre a Trematerra, nel mirino dei pm anche Angelo Gencarelli, membro della segreteria dell'assessore ed ex consigliere comunale ad Acri, ritenuto dai magistrati un elemento di spicco della 'ndrangheta. Secondo la Dda di Catanzaro, Gencarelli è al vertice e promotore della cosca insieme a Giuseppe Perri, indicato come il reggente dell'articolazione territoriale di Acri - paese natale di Trematerra - della 'ndrina Lanzino di Cosenza, una delle più potenti della provincia. Gencarelli, che era anche presidente della Commissione urbanistica del Comune di Acri quando era consigliere, sarebbe stato, secondo l'accusa, "elemento di congiunzione tra l'associazione mafiosa e le istituzioni pubbliche, quali la Regione e gli Enti ad essa collegati ed il Comune di Acri". Inoltre, viene definito come "soggetto in grado di condizionare, grazie al rapporto collusivo instaurato con pubblici funzionari, le scelte amministrative degli Enti e di orientarne le procedure amministrative riguardanti gli appalti pubblici a favore di società o cartelli di società facenti capo ad imprenditori organici alla cosca".
 
Tra gli indagati anche l’ex sindaco di Acri Luigi Maiorano; Giuseppe Perri, indicato come il capo della cosca; Giuseppe Tarsitano e Massimo Greco, definiti affiliati; gli imprenditori, per la Dda organici alla cosca, Angelo Ferraro, Giorgio La Greca, Salvatore Gencarelli, Antonio Gencarelli, Carmine Pedace e Luigino Terranova; altri due imprenditori, Elio Abbruzzese e Franco Caruso, e Giuseppe Burlato. I reati ipotizzati nei confronti degli indagati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, usura, estorsione e porto e detenzione illegali di arma, aggravati per avere favorito la 'ndrangheta e corruzione. 
 
Solidarietà Udc
"Esprimiamo solidarietà a Michele Trematerra, politico integro e moralmente irreprensibile, sicuri che saprà dimostrare la propria completa estraneità dalle ipotesi di reato che gli vengono contestate". Questo recita una nota del capogruppo dell'Udc alla Regione Calabria, Ottavio Bruni, che aggiunge: "Il Gruppo consiliare che rappresento, mentre esprime piena fiducia nel lavoro della magistratura, auspica che si faccia il più brevemente possibile chiarezza completa, al fine di restituire serenità all'amico assessore a cui il solo accostamento alla sua persona di fenomeni mafiosi provoca disagio e sdegno".
 
M5S: “In Calabria si governa con i clan”

“Michele Trematerra, assessore all'agricoltura della Regione Calabria, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe favorito una cosca per spalare la neve, disboscare e vendere legname. E' il quarto politico della maggioranza regionale che la giustizia collega alla 'ndrangheta, dopo Zappalà, Morelli e Rappoccio. Ricordiamo anche la finta antimafia della sindachessa Carolina Girasole, già nel Pd". Lo dicono i parlamentari M5S Dalila Nesci, Nicola Morra, Federica Dieni e Paolo Parentela. "In Calabria - spiegano - è emergenza 'ndrangheta. La gestione pubblica, stando alle risultanze della magistratura, è spesso in relazione con attività economiche dell'associazione mafiosa, che raccoglie voti e poi chiede il conto. In Calabria le elezioni sono una farsa. Esiste un rapporto reciproco fra 'ndrangheta e politica. L'una procura i voti, l'altra gli appalti. La situazione - proseguono i parlamentari M5S - è stata complicata dalla nuova legge regionale, concepita per fortificare questo rapporto e impedirne il contrasto politico. Se il governo continuerà a ignorare il fenomeno, aumenterà l'emigrazione, soprattutto dei più giovani, e il sistema dominante sarà legge".
Condividi