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POLITICA

La riforma del lavoro

Jobs Act, terminato il lavoro della Commissione, la parola passa all'Aula

Votato l'emendamento del governo. Per i licenziamenti economici previsto solo "un indennizzo economico". Ncd soddisfatta, critica Sel

Il premier Matteo Renzi
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Terminato l'esame da parte della Commissione, la parola sulla riforma del lavoro, il cosiddetto 'Jobs Act' passa ora all'Aula di Montecitorio. Venerdì prossimo è previsto l'avvio della discussione in Aula e la votazione delle pregiudiziali mentre, il voto finale, dovrebbe arrivare entro il 26 novembre.

Il diritto al reintegro nel posto di lavoro sarà limitato ai licenziamenti nulli e discriminatori e "a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato", mentre per i licenziamenti economici viene esclusa la possibilità del reintegro nel posto di lavoro prevedendo "un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio". Inoltre, per l'impugnazione del licenziamento verranno previsti "tempi certi". Lo prevede l'emendamento che il governo ha presentato in Commissione Lavoro alla Camera ieri, martedì 18 novembre, e che è stato approvato nella sera: Movimento 5 Stelle, Sel, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega hanno votato no e subito dopo hanno abbandonato i lavori in segno di protesta.

Renzi: "Non toglie diritti, ma alibi"
"Quando la cortina fumogena del dibattito ideologico si abbasserà, vedrete che in molti guarderanno al Jobs Act per quello che è: un provvedimento che non toglie diritti, ma toglie solo alibi. Toglie alibi ai sindacati, toglie alibi alle imprese, toglie alibi ai politici", ha commentato il premier Matteo Renzi. "Se riusciremo a spostare attenzione dall'usterità alla crescita, cambiando il paradigma economico dominante di questi anni di crisi, la ricaduta sulla vita delle persone in posti di lavoro e capacità di spesa sarà evidente. Qualcosa piano piano si sta muovendo".

La soddisfazione di Sacconi
Dopo la presentazione dell'emendamento e dopo che Angelino Alfano aveva parlato di "accordo vicino", Ncd esprime "soddisfazione". Secondo Maurizio Sacconi, "il governo ha indicato correttamente la formulazione concordata che esplicitamente individua nell'"indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio". Inoltre, "vi è l'intesa che le fattispecie previste per i licenziamenti dovranno essere disegnate in modo così circoscritto e certo da non consentire discrezionalità alcuna al magistrato, in modo che i datori di lavoro abbiano quella prevedibilità dell'applicazione della norma che li può incoraggiare ad utilizzare i contratti a tempo indeterminato. Ora dobbiamo fare presto".

Sel critica
"Ha vinto Sacconi". Anzi: "Si precisa quello che voleva Sacconi". Così il responsabile Lavoro di Sel, Giorgio Airaudo, commenta l'emendamento del governo sull'articolo 18. A margine dei lavori in Commissione Lavoro della Camera, il deputato sottolinea che ora "è esplicitato che per i licenziamenti economici non c'è il reintegro e per i disciplinari dobbiamo aspettare la trattativa lobbistica sui decreti attuativi".
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