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ITALIA

L'editoriale su Avvenire

La Cei contro il divorzio breve: "Un incivile traguardo"

Il quotidiano dei vescovi non condivide la legge approvata dal Parlamento. "Si rischiano unioni usa e getta"

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"Davvero un bel 'traguardo di civiltà l'approvazione del divorzio breve. Appena sei mesi per seppellire un matrimonio". Inizia così un editoriale di prima pagina di Avvenire, intitolato "Divorzio breve, un incivile traguardo", sulla legge approvata ieri dal Parlamento.

"Il rischio di unioni usa e getta"
Ipotizzando ulteriori passi del legislatore nella stessa direzione ("di questo passo, sarà la volta della legge che permetterà l'addio istantaneo via sms incrociato, tutt'al più inviando contestualmente una mail all`ufficio anagrafe"), Luciano Moia scrive, sul quotidiano della Cei, "rottamato il matrimonio, avremo un'agile e dinamica società di unioni usa e getta, rapporti più flessibili, disimpegnati, quasi fulminei, facilmente smontabili e ricomponibili. Più nessuna implicazione con concetti vetusti e polverosi, come responsabilità, sacrificio, impegno, dedizione, rinuncia. Tutti assolutamente inadeguati per fotografare il nuovo panorama di rapporti rigorosamente al presente, senza passato e senza futuro".

L'editoriale di Avvenire
"Vogliamo davvero questo? Bene, allora dobbiamo dirci con franchezza che anche la nostra società sarà senza passato e senza futuro perché, al di là di quanto proclamato dalle cosiddette "teorie del gender", non abbiamo inventato ancora nulla che possa sostituirsi al matrimonio e alla famiglia", scrive il giornale della Conferenza episcopale italiana.

"Traguardo di inciviltà"
"Servono leggi e provvedimenti che sostengano l'impegno della famiglia e che contribuiscano alla crescita di consapevolezza della coppia. E ci ritroviamo, invece, con norme che, favorendo e incentivando il già drammatico senso di precarietà delle relazioni, finiscono per sancire il malcostume dell`instabilità affettiva e del disimpegno familiare. Questo sì - abbiamo il dovere di gridarlo dai tetti - autentico 'traguardo di inciviltà'".
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