Il braccio di ferro sui migranti
Un porto sicuro per i migranti. Open Arms: Algeciras troppo lontana. Madrid offre le Baleari
Il porto di Algeciras in Spagna è a cinque giorni di navigazione da Lampedusa, Open Arms: in molti non ce la farebbero. Le Isole Baleari sono a metà strada. Salvini: non vanno in Spagna? Inaccettabile. Consiglio di Stato: non c'è nessun ricorso contro la decisione del Tar a favore dello sbarco
Dopo il rifiuto della nave Open Arms di dirigersi ad Algeciras, offerta come approdo dal governo spagnolo, Madrid ha proposto alla nave della Ong, che ha a bordo 107 migranti "il porto più vicino", ovvero Mahon, sull'isola di Minorca (Baleari). Mahon si trova a quasi 1.000 km da Lampedusa. Si attende la risposta del comandante della nave, Marc Reig.
Open Arms ha detto di aver rifiutato Algeciras a causa della situazione a bordo, con i migranti allo stremo che non ce la farebbero a sostenere un viaggio così lungo.
Oscar Camps: Algeciras porto troppo lontano
"Dopo 26 giorni di missione, 17 in attesa con 134 persone a bordo, un ordine del tribunale a favore e 6 paesi disposti a ospitare, vuoi che navighiamo per 950 miglia, circa 5 giorni in più, verso Algeciras, il porto più lontano del Mediterraneo, con una situazione insostenibile a bordo?". Così Oscar Camps, fondatore della ong Proactiva Open Arms, su Twitter si rivolge indirettamente al premier spagnolo che ha offerto un porto sicuro vicino a Gibilterra.
Después de 26 días de misión, 17 de espera con 134 personas a bordo, una resolución judicial a favor y 6 países dispuestos acoger, ¿quiere que naveguemos 950 millas, unos 5 días más, a Algeciras, el puerto más lejano del Mediterraneo, con una situación insostenible a bordo? pic.twitter.com/0wTh16VZhj
— Oscar Camps (@campsoscar) August 18, 2019
Salvini:Open Arms rifiuta Spagna, inaccettabile
"La Ong spagnola rifiuta il porto offerto dalla Spagna! Incredibile e inaccettabile, organizzano crociere turistiche e decidono loro dove sbarcare??? Io non mollo, l'Italia non è più il campo profughi d'Europa", scrive su Twitter il ministro dell'Interno.
Dopo offerta Spagna, da pm stop a decisioni
"L'offerta di un porto sicuro da parte delle autorità spagnole pone una battuta di arresto all'attività d'indagine in corso". Lo riferiscono dalla Procura di Agrigento che, ieri, ha disposto una ispezione sanitaria sulla Open Arms e l'acquisizione di documenti al ministero dell'Interno. In sostanza la Procura non sembra intenzionata ad adottare alcun provvedimento, in attesa di sviluppi della situazione dopo l'offerta della Spagna.
Open Arms, nessun ricorso depositato al Consiglio di Stato
A quanto si apprende "nessun ricorso è stato finora depositato" presso il Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato il divieto di sbarco per la nave Open Arms. Palazzo Spada non conferma quindi la notizia di una decisione attesa per oggi.
Nuovo sbarco nella notte: soccorsi in 16
Nuovo sbarco nella notte di migranti a Lampedusa. Un barchino con sedici migranti e' stato bloccato dalla Guardia di Finanza e accompagnato fino al molo Favarolo.
Francia: pronti ad accogliere 40 migranti
La Francia si è impegnata ad accogliere 40 migranti a bordo della Open Arms. Lo ha precisato oggi alla France Presse il ministero dell'Interno francese. Il ministero ha aggiunto che si tratterà di persone "bisognose di protezione", ossia in grado di ottenere lo status di rifugiato.
Palazzo Chigi: Chiese evangeliche pronte ad assistenza
C'è la disponibilità anche della Federazione delle Chiese evangeliche a prestare assistenza ai migranti a bordo della Open Arms. E' quanto si apprende da fonti Palazzo Chigi.
Madrid valuta azioni legali contro l'Italia
"Il governo spagnolo considererà la possibilità di agire davanti all'Unione europea o alle istituzioni per i diritti umani e il diritto marittimo internazionale contro l'atteggiamento del governo italiano, in merito allo sbarco di migranti a bordo dell'Open Arms". Lo ha fatto sapere il ministero degli Esteri spagnolo, in un comunicato. Fonti diplomatiche, citata dal quotidiano El Pais, hanno assicurato che la questione verrà affrontata nella prossima riunione dei ministri dell'Interno della Ue e non hanno escluso che la vicenda possa finire alla Corte dell'Aja. A detta delle fonti, l'atteggiamento del ministro dell'Interno italiano rappresenta una flagrante violazione della Convenzione del mare e del diritto internazionale.
Sindaca Barcellona: aprire crisi diplomatica
La sindaca di Barcellona, Ada Colau, giudica "tardiva" la mossa del premier a interim, Pedro Sanchez, di offrire il porto di Algeciras per fare sbarcare i migranti a bordo della Open Arms ed esorta gli Stati dell'Ue ad aprire una "crisi diplomatica con Salvini" se non dovesse sbloccare la situazione. In un messaggio sul suo account Twitter indirizzato al presidente del governo spagnolo, Colau scrive: "È troppo tardi per offrire Algeciras (ecco perché abbiamo offerto il porto di Barcellona 12 giorni fa. Ci sono vite in pericolo e si trovano di fronte a Lampedusa (Italia)". La prima cittadina di Barcellona esorta inoltre gli Stati dell'Unione europea devono a "forzare il ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini, a rispettare la legge e, se non lo fa, ad aprire una crisi diplomatica".
Open Arms: migranti in mare
Cinque migranti a bordo di Open Arms si sono buttati in mare con giubbotti di salvataggio nuotando verso l'isola di Lampedusa. I naufraghi che si sono gettati in mare dalla nave Open Arms sono stati già recuperati e riportati sulla nave. È quanto assicura la ong.
"Non riusciamo più a contenere la disperazione"
"Non riusciamo più a contenere la disperazione. Non riusciamo più a spiegare. Le parole mancano. Siete dei vigliacchi. #unportosicurosubito". Lo scrive su Twitter l'organizzazione umanitaria, postando il video dei migranti che tentano di raggiungere Lampedusa a nuoto, dopo essersi gettati in acqua con dei giubbotti salvagente, mentre tre soccorritori li inseguono per riportarli a bordo della nave dell'organizzazione spagnola. Ora le persone che si sono gettate in acqua sono di nuovo al sicuro sulla nave.
Non riusciamo più a contenere la disperazione.
— Open Arms IT (@openarms_it) August 18, 2019
Non riusciamo più a spiegare.
Le parole mancano.
Siete dei vigliacchi. #unportosicurosubito https://t.co/C1kjlBwJxl
L'ispezione a bordo: stanchi e provati ma nessuna emergenza medica
I 107 migranti rimasti sulla nave, dopo lo sbarco dei 27 minori non accompagnati, sono "molto stanchi e provati dalla lunga permanenza sulla barca", ma non sarebbero emerse "patologie particolari importanti, dal punto di vista medico". E' quanto emerge dalla relazione stilata dalla Squadra mobile di Agrigento che ieri ha ispezionato per oltre tre ora la nave Ong. Gli uomini della Mobile agrigentina erano accompagnati dalla Guardia costiera e da due medici della Sanità marittima. La relazione è adesso al vaglio della Procura di Agrigento che indaga per sequestro di persona e per violenza privata. Secondo quanto si apprende, non sarebbero emerse particolari criticità igienico-sanitarie da far scattare l'emergenza. I 107 naufraghi sono ammassati da 17 giorni sul ponte dell'imbarcazione, dormono per terra senza alcun materassino, si coprono con lenzuoli e tovaglie, e secondo la Ong sono psicologicamente stremati.
Hikma, 3 anni di torture in Libia
"Sono stata tre anni in Libia, un anno e 4 mesi in prigione e un anno e sei mesi chiusa in un magazzino. Lì è terribile, mi hanno torturata, calci e pugni. I libici sono pazzi, è un posto pericoloso". Occhi nerissimi e sorriso splendido, Hikma, etiope di 18 anni, racconta la sua terribile storia. Ora è a Lampedusa, nell'hotspot in attesa di partire. Era tra i 13 naufraghi sbarcati dalla Open Arms quattro giorni fa per motivi di salute. "Finalmente libera, voglio andare a Roma per proseguire gli studi", dice.
Open Arms: miserabile chi utilizza 107 persone come ostaggi
"Miserabile è chi utilizza 107 esseri umani 'senza nome' e dei voluntar@ come ostaggi per fare propaganda xenofoba e razzista. Complici, tutti quelli che lo permettono e si prendono gioco del loro dolore". Lo scrive in un tweet la Ong spagnola ricordando che la nave è da 17 giorni in mare in attesa di un porto sicuro.
Giorno 17.
— Open Arms IT (@openarms_it) August 18, 2019
Miserabile.
Miserabile è chi utilizza 107 esseri umani “senza nome” e dei voluntar@ come ostaggi per fare propaganda xenofoba e razzista. Complici, tutti quelli che lo permettono e si prendono gioco del loro dolore. #unportosicurosubito pic.twitter.com/70JRocSGE2
Salvini: ong li tiene in ostaggio per attaccare me
"Da 17 giorni, invece di andare in un porto spagnolo, questi 'signori' tengono in ostaggio gli immigrati a bordo (fra cui finti malati e finti minorenni) solo per attaccare e provocare me e l'Italia. Non mi fate paura, mi fate pena. Io non mollo". Così su Twitter il vicepremier Matteo Salvini in risposta a un tweet della ong Open Arms.
Da 17 giorni, invece di andare in un porto spagnolo, questi “signori” tengono in ostaggio gli immigrati a bordo (fra cui finti malati e finti minorenni) solo per attaccare e provocare me e l’Italia. Non mi fate paura, mi fate pena. Io non mollo. #OpenArms pic.twitter.com/ItYi4LzgYz
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) August 18, 2019
Lo sbarco di 27 minori
Ieri il primo passo per la soluzione dello stallo. Dopo la richiesta del premier Giuseppe Conte, è stato dato il via libera allo sbarco di 27 minori non accompagnati, che sono stati trasbordati su due motovedette della Guardia di Finanza e della Guardia costiera e poi sono scesi a terra sull'isola. I 27 minori sono stati portati dalla polizia nell'hotspot in contrada Imbriacola. Si tratta di 13 eritrei, 5 sudanesi, due del Ciad, due del Gambia, un ghanese, un maliano, un nigeriano, un etiope e un egiziano. C'è intanto la disponibilità di Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna per condividere gli oneri dell'ospitalità per tutte le persone a bordo.
Intercettati da guardia costiera Libia 57 migranti
Ieri la Guardia costiera libica ha intercettato e riportato a terra 57 migranti partiti da Zawiya, circa 50 chilometri a Ovest di Tripoli, alla volta dell'Europa. Lo ha detto alla France presse il portavoce della Marina libica, Ayoub Kacem. Kacem ha precisato che si tratta di 53 cittadini etiopici, tra cui 17 donne e nove bambini, e quattro cittadini egiziani. I migranti sono stati assistiti prima di essere trasferiti nel centro di detenzione di Zawiya. Altre 282 persone erano state riportate in Libia martedì scorso, stando a quanto riferito dall'Onu. Secondo l'Onu, sono 4.900 i migranti presenti nei centri di detenzione libici, di cui quasi 3.100 in centri situati in prossimità di zone di conflitto.