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POLITICA

Ieri il via libera di Montecitorio

La legge di stabilità all'esame del Senato. Per Renzi prima direzione Pd, poi Cdm

La manovra è arrivata questa mattina in commissione Bilancio a palazzo Madama. Il premier diviso tra la direzione Pd, che si preannuncia infuocata, e il Consiglio dei Ministri che esaminerà anche la questione della prescrizione

L'Aula di palazzo Madama
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Dopo l'ok della Camera, che ha licenziato la Legge di Stabilità con 324 voti favorevoli e 108 contrari, la manovra torna in Senato dove oggi comincia l'esame della commissione Bilancio.

Sul tavolo del Consiglio dei Ministri arriva invece stasera la prescrizione. È iniziata intanto la riunione della segreteria del Partito democratico, cui seguirà più tardi nel pomeriggio la direzione.

Il via libera di Montecitorio
Alla Camera i voti favorevoli alla manovra sono stati 324, i contrari 108. Il disegno di legge passa quindi ora all'esame del Senato dove dovranno essere sciolti i nodi rimasti ancora insoluti: dai tagli alle Regioni alla riallocazione del personale delle province. Sabato la Camera dei Deputati aveva votato la fiducia al governo sui tre provvedimenti in cui è stata spacchettata la legge di stabilità (349 sì e 75 no alla prima votazione, 351 sì e 67 no alla seconda, 346 sì e 39 no alla terza). 

Il Cdm
Consiglio dei Ministri incentrato sulla giustizia quello in programma oggi pomeriggio. Sul tavolo la prescrizione, con le misure del governo contenute in un pacchetto sul processo penale di cui il Cdm dovrà valutare lo stralcio. Il testo prevede che la decorrenza della prescrizione si fermi per massimo 2 anni dopo il deposito della la sentenza di condanna di primo grado e per massimo un anno dopo quella di appello. All'esame del Cdm anche la non punibilità dei fatti di lieve entità, la delega sul processo civile e una serie di novità sulle procedure d'estradizione.

La segreteria e la direzione dem
Pomeriggio che si preannuncia infuocato al Nazareno, dove è in corso la riunione della segreteria del partito. Renzi sa bene che, in vista delle sfide chiave che segneranno il passaggio dal 2014 al 2015 - riforme costituzionali, legge elettorale prima dell'elezione del nuovo capo dello Stato - qualsiasi frattura nel Pd potrebbe essere assai pericolosa. Il segretario del Pd ha più volte sottolineato ceh non c'è un altra sinistra, ma l'alternativa alla sua politica è la "rabbia della destra".
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