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ITALIA

60 anni fa la prima marcia organizzata da Aldo Capitini

Marcia della Pace Perugia-Assisi. Mattarella: "La pace è un dovere per tutti"

L'edizione di quest'anno ha avuto come titolo 'I Care', hanno partecipato in 30mila. Papa Francesco: "Camminare sulla via della cura"

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Sono stati 30mila i partecipanti alla tradizionale marcia per la pace e la fraternità Perugia-Assisi, nel sessantesimo anniversario della prima, organizzata da Aldo Capitini nel 1961. La manifestazione è partita dallo stesso luogo della prima, i Giardini del Frontone del capoluogo umbro, a pochi metri dal tradizionale punto di partenza in via San Girolamo. Ad aprire il grande serpentone di partecipanti, praticamente tutti con le mascherine, una grande bandiera della pace e i ragazzi dell'istituto comprensivo Sinalunga e dell'Università di Padova a cui è stato dato il compito di portarla fino alla Rocca Maggiore di Assisi. 

"I Care", slogan scelto per questa edizione che celebra i 60 anni, accompagnato dalla scritta: "Cura è il nuovo nome della pace".  Quest'anno la parola chiave è il monito di Don Milani, inteso come prendersi cura delle nuove generazioni, del pianeta, della democrazia.  Un evento che è tornato a mobilitare migliaia di persone provenienti da tutta Italia intorno alla pace e ai diritti umani. Diecimila gli iscritti a partecipare alla partenza, senza contare le adesioni libere, sottolineano gli organizzatori."Perché c'è voglia di tornare a marciare per la pace e stringersi intorno a temi importanti" come è stato affermato dal palco allestito per gli interventi iniziali di avvio della Perugia Assisi. 

Tra i partecipanti Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace. "Sono qui nonostante tutte le difficoltà che sto vivendo in questi giorni per la sentenza del tribunale emessa in nome del popolo italiano che però ha saputo capire - ha detto Lucano -. Io non ho paura, perché sono un cittadino come tutti. Ci sono state già sentenze con pene sofferte che rappresentano evidenti ingiustizie. Non è la prima volta. Tengo a ribadire con orgoglio di essere stato vicino con l'anima a chi rivendica i diritti umani. Questo è quello che voglio che la gente sappia, non accetto alcuna denigrazione dell'anima che sarebbe la vera condanna per me". C'è anche Zakia Seddiki, moglie dell'ambasciatore Luca Attanasio, scomparso lo scorso febbraio in un agguato presso la Repubblica Democratica del Congo: "Non possiamo mai interrompere la violenza con altra violenza. C'è chi crede nella pace e può combattere e insegnare a vivere in pace. Il bene vince sempre sul male. Io lo vivo sulla mia pelle", ha detto. Presente anche Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency Gino Strada, scomparso lo scorso 13 agosto: "Come si fa a non partecipare alla marcia della pace? Soprattutto in un periodo in cui di pace se ne vede poca, pace intesa come assenza di diritti. Il campo dei diritti si restringe, per cui è importante essere qui. Poi però occorre continuare a essere in marcia anche domani, quando ognuno di noi torna alla propria casa e deve impegnarsi per costruire più diritti e più pace". 

Mattarella: "La pace è un dovere"
"La pace non soltanto è possibile. Ma è un dovere per tutti, Stati, popoli, istituzioni sovranazionali, imprese economiche, forze sociali, cittadini, operare per costruirla": è uno dei passaggi del messaggio che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato alla Perugia Assisi 2021.  "La pace si può costruire dal basso - ha sottolineato ancora Mattarella -, perché impone coerenza nell'agire quotidiano, nel linguaggio che si usa, nella solidarietà concreta verso chi ha minori risorse e maggiori bisogni, nel rispetto per gli equilibri della natura, nella capacità di prendersi cura di quanti si trovano in difficoltà".

Il messaggio del presidente della Repubblica è stato letto dal palco da Flavio Lotti, anima della Perugia Assisi, prima della partenza. "La marcia Perugia-Assisi - ha scritto il presidente della Repubblica agli organizzatori - è ancora una volta un segno di speranza. I valori che la ispirano e la partecipazione che continua a suscitare sono risorse preziose in questo nostro tempo di cambiamenti, ma anche di responsabilità. Questa edizione si svolge a sessanta anni dalla prima marcia promossa da Aldo Capitini, quell'originaria, esigente aspirazione alla pace e alla non violenza ha messo radici profonde nella coscienza e nella cultura delle nostre comunità".  "La marcia di quest'anno - ha ricordato ancora Mattarella - fa proprio il motto 'I care', che don Lorenzo Milani volle affiggere all'ingresso della scuola di Barbiana. Avere a cuore il proprio destino come quello dell'altro che ci sta accanto, come quello della persona lontana che però sappiamo essere a noi legata da una rete invisibile ma robusta, è la scintilla della cultura di pace che può sconfiggere l'egoismo, l'indifferenza, la violenza, la rassegnazione all'ingiustizia". 

Papa Francesco: "Camminare sulla via della cura"
"È più che mai necessario camminare sulla via della cura: non una volta all'anno, ma ogni giorno, nel concreto della vita quotidiana, con l'aiuto di Dio che è padre di tutti e di tutti si prende cura, perché impariamo a vivere insieme da fratelli e sorelle". Lo scrive Papa Francesco nel messaggio inviato in occasione della 60esima Marcia per la Pace Perugia-Assisi, sul tema "La cura come nuovo nome della pace". Il testo è stato letto dall'arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino.  "La cura, infatti - scrive il Pontefice -, è il contrario dell'indifferenza, dello scarto, del violare la dignità dell'altro, cioé di quell'anticultura che é alla base della violenza e della guerra".

Il Pontefice ha quindi affrontato un tema particolarmente caro, quello della corsa agli armamenti: "Purtroppo ancora oggi, dopo le due immani guerre mondiali e le tante guerre regionali che hanno distrutto popoli e Paesi, ancora - ed è scandaloso - gli Stati spendono enormi somme di denaro per gli armamenti, mentre nelle Conferenze internazionali si proclama la pace, distogliendo di fatto lo sguardo dai milioni di fratelli e sorelle che mancano del necessario per vivere o trascinano un'esistenza indegna dell'uomo". 

David Sassoli: "pace vuol dire lottare contro le disuguaglianze"
"Questa grande manifestazione, giunta alla sua 60° edizione, rappresenta da sempre una straordinaria testimonianza di speranza e al tempo stesso un luogo di responsabilità collettiva. In questo momento storico, dopo mesi segnati da una pandemia che ha sconvolto il mondo, è fondamentale riscoprire l'importanza delle relazioni umane, del confronto reciproco e della nostra interdipendenza". Così il presidente del Parlamento Europeo nel messaggio rivolto alla Marcia della Pace Perugia Assisi.

Lotti: "Solidarietà alla Cgil e a chi ha subito attacchi e violenze"
La Marcia per la pace, alla quale hanno aderito migliaia di persone, soprattutto giovani e giovanissimi, ha rappresentato l'occasione per stigmatizzare quanto avvenuto ieri a Roma, in occasione della manifestazione no vax con gli scontri, a cominciare dall'assalto alla sede nazionale della Cgil. 

Sarà una Perugia  Assisi "anche per esprimere la nostra solidarietà a chi ha subito attacchi e violenze da parte di questi squadristi", ha detto Flavio Lotti, coordinatore della Marcia per la pace, all'avvio dell'edizione dei 60 anni. Solidarietà alla Cgil e condanna per i fatti violenti di Roma è arrivata anche, durante i loro interventi, da parte della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e del sindaco di Perugia Andrea Romizi. "Questa marcia è il segno della speranza che vogliamo coltivare" ha sottolineato ancora Lotti.  "Diamo inizio a questo nuovo percorso di pace - ha proseguito - e a una grande assemblea in cammino come definiva la marcia proprio il suo ideatore Aldo Capitini". 

Don Ciotti: "No alla retorica della pace"
All'indomani degli scontri a Roma dove manifestanti 'no-green pass' di estrema destra hanno assaltato la sede nazionale della Cgil, Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, intervistato da RaiNews24 a Perugia, ha detto: "No alla retorica della pace. Il dissenso è il sale della democrazia, la violenza è la sua negazione", ha detto. "Si applichi la legge - chiede - fuori le organizzazioni fasciste. Chi ha alimentato gli scontri se ne assuma la responsabilità".

Un aquilone per Zaki
La Marcia della Pace di quest'anno si svolge anche nel segno della solidarietà per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna che si trova in carcere in Egitto da febbraio 2020. Per esprimere vicinanza a Patrick, gli organizzatori della marcia hanno promosso un'iniziativa di solidarietà, "Un aquilone per Patrick Zaki". Durante la marcia, voleranno infatti degli aquiloni con un'illustrazione realizzata da Gianluca Costantini, in cui il volto dello studente è accompagnato dalla scritta "Freedom for Patrick Zaki".

Marcia come patrimonio dell'umanità: riconoscimento Onu 
In occasione della 60esima edizione, gli organizzatori della Marcia della Pace Perugia Assisi hanno lanciato l'appello affinché l'iniziativa sia riconosciuta dalle Nazioni Unite come patrimonio comune dell'umanità. "Marcia dopo marcia, la Perugia Assisi è diventata simbolo dell'impegno fattivo dell'umanità per la pace, la dignità e l'uguaglianza, la solidarietà, i diritti umani, la libertà, la giustizia, la democrazia, la fraternità. Per questo vogliamo che questo patrimonio dell'umanità venga riconosciuto dall'Onu", questo il commento degli organizzatori.
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