Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Legge-di-stabilita-Renzi-I-cittadini-hanno-pagato-ora-tocca-alle-Regioni-95a415d9-43ed-43d4-abc4-83ef374b401d.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Il premier al Tg1

Legge di stabilità, Renzi: "Le famiglie hanno pagato, ora tocca alle Regioni"

Dopo le proteste delle Regioni, il presidente del Consiglio torna sui risparmi imposti agli enti locali: "Non prendiamoci in giro: una cosa è tagliare i servizi sanitari, che sarebbe inaccettabile, altra cosa è dire che magari si fa qualche asl in meno o qualche primario e aiuto primario in meno o che magari il costo delle siringhe o delle attrezzature ospedaliere è uguale dappertutto" 

Matteo Renzi e Sergio Chiamparino
Condividi

Dopo lo scontro, il governo e le Regioni tentano la via del dialogo. Ma i margini sono strettissimi e Matteo Renzi, pur pronto al confronto, non ha alcuna intenzione di concedere sconti ai 6 miliardi di tagli chiesti a Regioni, Comuni e Province: "I cittadini hanno pagato, ora tocca alle Regioni".

Intanto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di fatto blinda la Legge di Stabilità esprimendo un giudizio lusinghiero per il lavoro del governo: la manovra - dice  - contiene "un riconoscimento ampio e ci sono misure importanti per la crescita, sia direttamente per quel che riguarda le politiche di investimenti, sia indirettamente per quello che riguarda la riduzione della pressione fiscale". "Penso - aggiunge - che le posizioni prese con notevole nettezza dal governo italiano, ma non solo dall'Italia, vadano nel senso di un forte rilancio delle politiche per la crescita".  

Restano però tutti i dubbi delle Regioni e degli Enti Locali, con le prime che avrebbero una controproposta già pronta: resterebbero i 4 miliardi di tagli, ma si interverrebbe con rimodulazioni delle entrate, tali da consentire di reggere i tagli. Tra i governatori e i primi cittadini rimangono però anche i toni sono anche accesi. Come quello del presidente della Lombardia Roberto Maroni che minaccia la chiusura di almeno 10 ospedali. 

Anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sembra comunque aprire al dialogo: "Siamo pronti assolutamente a discutere ma nel disegno dei saldi". Poi sulla lotta all'evasione e il dubbio che non si possa raggiungere l'obiettivo dei 3,8 miliardi aggiunge: "siamo stati prudenti. Potremmo avere sorprese all'insù".

Già all'inizio della prossima settimana, tra martedì e mercoledì, potrebbe dunque esserci un incontro a Palazzo Chigi dopo che per tutta la giornata ci sarebbero stati contatti tra il presidente del Consiglio, il sottosegretario alla Presidenza Graziano Del Rio e i presidenti di Regioni e Comuni Sergio Chiamparino e Piero Fassino.    

Il nodo resta però il perimetro della manovra. Il conto presentato agli Enti locali resta di 4 miliardi per le Regioni, 1 miliardo per i Comuni e 1.2 per le Province: su questo Palazzo Chigi, secondo quanto viene ribadito, non è disponibile a trattare. E se per i Comuni sembra più facile una mediazione per correggere l'obbligo del pareggio di bilancio, per le Regioni Renzi è irremovibile.

Renzi al Tg1
"Discutiamo con tutti, figuriamoci se non discutiamo con i presidenti delle Regioni", ha detto Renzi al Tg1, ma "le Regioni facciano la loro parte" anche perché "hanno qualcosa da farsi perdonare". E parlando della Legge di stabilità, il premier ha spiegato di riferirsi al "comportamento di alcuni consiglieri regionali". "Sono 20 anni che i sacrifici li fanno i cittadini, ora è tempo che li facciano altri, tra cui i Ministeri e le Regioni". "Però, non prendiamoci in giro: una cosa è tagliare i servizi sanitari, che sarebbe inaccettabile, altra cosa è dire che magari si fa qualche asl in meno o qualche primario e aiuto primario in meno o che magari il costo delle siringhe o delle attrezzature ospedaliere è uguale dappertutto. Ecco, tagliare i servizi mai, tagliare gli sprechi sempre". Il timore è che, nonostante le rassicurazioni di oggi fatte da Chiamparino, che si è detto pronto a portare a casa i risparmi richiesti, in realtà i governatori puntino a incassare qualche risorsa in più.

La proposta delle Regioni
Il dossier messo a punto, per stessa ammissione del governatore del Piemonte, è molto complesso da un punto di vista tecnico e inciderebbe sul lato delle spese, ma prevederebbe anche rimodulazioni di risorse già stanziate. Ragion per cui vi sarebbe bisogno di un approfondimento con il ministero dell'Economia. Allo studio, comunque, vi sarebbe anche una sforbiciata agli stipendi di consiglieri e dirigenti e una stretta che penalizzi le realtà meno virtuose obbligandole a uniformarsi a chi ha già messo in atto meccanismi virtuosi di spesa. 

Se gli sprechi ci sono, vanno individuati e tagliati. Un'idea condivisa da Chiamparino e Fassino che, però, mettono in evidenza come anche in casa altrui vi sia spazio per ulteriori operazioni di revisione della spesa, a partire da quella dei ministeri. Polemiche considerate "inevitabili" da parte degli Enti locali, ma che non hanno impedito alle diplomazie di lavorare e aprire una varco nel muro che si era alzato ieri. "Penso che si riuscirà a trovare un punto di equilibrio", dice la vicepresidente del Pd e governatrice del Friuli, Debora Serracchiani. Equilibrio che si cercherà di costruire da qui a lunedì con l'obiettivo di evitare di arrivare a una riunione alla cieca, senza margini per siglare un'intesa.

I dubbi dei sindacati
Anche i sindacati sono decisamente in allarme: la leader Cgil, Susanna Camusso, dal corteo dello sciopero generale per la Ast di Terni, sottolinea come a suo parere sia sbagliato in tempo di crisi tagliare i servizi sanitari. Il segretario della Cisl, Annamaria Furlan, si preoccupa degli statali: "inaccettabile la mancanza di fondi per rinnovare i contratti". Mentre per il segretario della Uil, Luigi Angeletti, "non convince che la riduzione delle tasse vada a tutte le imprese". E sempre la Uil fa due conti: ci sarebbe un rischio stangata per i contribuenti di oltre 95 euro medi pro capite se le addizionali fossero portate al massimo per riequilibrare i tagli della legge di Stabilità.

Condividi