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POLITICA

78 voti di scarto su algoritmo e 35 sull'emendamento La Russa

Legge elettorale, sì della Camera alle soglie di sbarramento. Bocciate le preferenze

Con 315 sì e 237 no a Montecitorio passa la formula che trasforma i voti in seggi e che contiene anche le percentuali per ottenere il premio di maggioranza. Approvate anche le multicandidature. Respinte preferenze e primarie obbligatorie

Montecitorio
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Il 'cuore' della legge elettorale è passato alla Camera con 315 sì e 237 no. L'impianto base dell'Italicum, frutto dell'accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, è stato approvato con uno scarto di 78 voti. Respinto invece l'emendamento, a prima firma La Russa, che mirava a reintrodurre le preferenze, con 299 sì, 264 no e un astenuto. Bocciato anche un emendamento di 40 deputati del Pd, che rendevano obbligatorie le primarie per scegliere i candidati. L'emendamento prevedeva la parità di genere nell'organizzazione delle primarie.

L'algoritmo e le soglie
A scrutinio segreto l'assemblea ha dato l'ok all'algoritmo della legge elettorale che serve alla trasformazione dei voti in seggi, e che contiene anche le soglie.

Questi i pilastri: soglia di sbarramento al 37% per ottenere il premio di maggioranza al primo turno; sbarramento al 12% per le coalizioni con soglia interna del 4,5% per i partiti; sbarramento all'8% per le forze politiche non coalizzate; 15% è il premio di maggioranza. Si introduce anche il doppio turno con ballottaggio per le due coalizioni che ottengono più voti ma non arrivano o superano la soglia del 37%.

Le preferenze
L'emendamento sulle preferenze, che avrebbe fatto saltare l'accordo sull'Italicum, è stato bocciato invece per soli 35 voti. Una maggioranza esigua, dunque, tiene in piedi il patto Pd-FI: appena sei voti in più di quanti sulla carta vanterebbe il solo gruppo del Partito democratico. In tutto Pd e FI potevano raggiungere 360 voti: tra assenze e 'franchi tiratori', se ne contano 61 in meno.

Le primarie obbligatorie
L'emendamento, a prima firma di Marco Meloni, è stato bocciato a scrutinio palese con 329 voti contrari e 211 favorevoli, quelli dei deputati di M5s, Sel, Lega, Fdi, Pi e alcuni del Pd. Oltre a Meloni, hanno dichiarato il voto favorevole alcuni parlamentari della minoranza, come Stefano Fassina e Enza Bruno Bossio.

Le multicandidature
Approvato poi a scrutinio segreto un emendamento Pd-Fi che dà la possibilità a un candidato di presentarsi in 8 collegi (multicandidatura), meccanismo che allunga di fatto la lista bloccata. I sì sono stati 335, i no 212.

Lo spettro dei 101
Dopo la bocciatura dell'elezione di Prodi al Quirinale, era tornato lo  'spettro' del numero 101 in Aula alla Camera. L'emendamento sulle soglie, fulcro dell'intesa tra Renzi e Berlusconi sull'Italicum, ha ottenuto 315 sì. Ma se si sommano i voti potenziali (in tutto 416) dei quattro gruppi (Pd, FI, Ncd e Sc) che hanno sottoscritto l'accordo, mancavano sulla carta, considerando anche gli assenti in Aula, proprio 101 sì. I voti mancanti salivano invece a 138 se si considera l'intera maggioranza (comprese le componenti del gruppo Misto) più FI.
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