Commissione Affari Costituzionali della Camera
Legge elettorale: si media ancora, le votazioni rinviate a oggi
Si ipotizzano meno collegi e circoscrizioni, no a candidature plurime
Quasi quattro ore di lavoro 'stop and go' senza che siano ancora iniziate in commissione Affari costituzionali della Camera le votazioni sui 780 emendamenti sulla riforma elettorale. Sono frequenti le interruzioni e le richieste di sospensioni brevi, l'ultima della quale accompagnata da un buffet in anticamera per i commissari. Il relatore Pd Emanuele Fiano ha dato notizia di una pioggia di emendamenti accantonati la cui votazione al momento è congelata. I continui rinvii hanno una ragione prevalentemente politica: non è ancora chiuso l'accordo sulla riformaluzione del 'Germanichellum', cioè il sistema tedesco rivisto. E solo oggi si saprà se l'emendamento del Pd Ferrari sulla riscrittura di collegi e circoscrizione che recepisce la nuova intesa Pd-M5s-Fi-Lega sarà recepito dal relatore Fiano e approvata. Fiano ieri sera ne ha comunicato l'accantonamento. E subito dopo il presidente della commissione Mazziotti ha rinviato la seduta a stamani alle 9, complice anche l'accordo fra i gruppi per consentire ai deputati tifosi di assistere la finale di Champions League Juventus-Real Madrid (sic).
Solo oggi dunque si avrà il primo voto sul 'Germanichellum'. Manca finora, in particolare, l'ok dei 7 (su 21 deputati che compongono la delegazione dem) rappresentanti in commissione della minoranza Pd che ha sostenuto alle primarie il ministro Andrea Orlando: Cuperlo, Pollastrini, Lattuca, Meloni, Fabbri, Giorgis, Naccarato) e si sta lavorando di cesello fino all'ultimo minuto per evitare sorprese al momento del voto. Per parte sua Mdp con Alfredo D'Attorre ha invitato a un supplemento di riflessione.
La seduta si era aperta a metà pomeriggio perché anche sull'emendamento Fiano si è lavorato a modifiche. La nuova intesa tra Pd, M5s, Lega e Fi si basa su tre modifiche sostanziali: la riduzione a 225 collegi uninominali alla Camera (cui si aggiungono gli 8 per Trentino Alto Adige e Val d'Aosta) e 112 al Senato; la riduzione da 27 a 22 delle circoscrizioni proporzionali e dunque delle liste dei candidati; la cancellazione della possibilità di candidature plurime in 3 diverse liste bloccate proporzionali oggi previste (ciascun candidato potrà candidarsi al massimo in un collegio e in una lista).
La soglia di sbarramento resta, come più volte preannunciato, al 5%.
Non avrebbero invece trovato accoglienza nel nuovo accordo a quattro le diverse richieste presenti in numerosi emendamenti depiositati di introdurre le preferenze, di doppia scheda e voto disgiunto e di superamento della priorità di elezioni prevista per il capolista bloccato rispetto ai più votati nei collegi della stessa lista. Ma la riduzione notevole dei collegi operata dal "Germanichellum" realizza di fatto una riduzione assai consistente della possibilità che chi vince la gara uninominale poi non entri in Parlamento perché superato dal capolista del suo partito in quella circoscrizione.
Ferrari (Pd): con mia proposta 225 collegi Camera e 112 Senato
"Il mio emendamento prevede numeri diversi per i collegi, rispetto al quelli del testo base. Io sono sicuro che non esiste una legge che garantisca un esito più certo di questa sul voto: il vero indebolimento del sistema maggioritario lo abbiamo avuto con la sconfitta del 4 dicembre. Il mio subemendamento cerca di rispondere a due necessità: risistemare i collegi per rispettare i veri rapporti con i confini dei territori e poi eliminare il sovrannumero delle candidature. Quindi usiamo per la Camera i collegi del Mattarellum al Senato. Ne risulta che avremo 225 collegi uninominali alla Camera e 112 al Senato. E' questo il disegno di legge che raggiunge il punto di sintesi più alto", aveva detto il deputato Pd Alan Ferrari, presentando il suo emendamento sulla riduzione dei collegi uninominali.