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ITALIA

Capo di Stato Maggiore della Difesa

Libia. Graziano: "Un blocco navale sarebbe controproducente"

Sulla nuova missione che prepara l'Europa e che dovrebbe avere un mandato Onu, in Libia, Graziano spiega: "Attendiamo di conoscere i contorni della missione. Credo sia possibile un'operazione di contrasto che punti a inabilitare i barconi e a perseguire i criminali"

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"Un blocco navale, in assenza di una risoluzione Onu o della richiesta del Paese interessato, è un'azione di guerra. Si fa contro un nemico. Sarebbe controproducente. Siccome in nessun caso viene meno il dovere di salvare le vite dei naufraghi, i barconi punterebbero contro le navi del blocco". Lo afferma al Corriere della Sera il generale Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore della Difesa.

Sulla nuova missione che prepara l'Europa e che dovrebbe avere un mandato Onu, in Libia, Graziano spiega: "Attendiamo di conoscere i contorni della missione. Credo sia possibile un'operazione di contrasto che punti a inabilitare i barconi e a perseguire i criminali. Si può assumere il controllo della situazione. Certo, quella che vediamo è l'avanguardia di un fenomeno epocale, che riguarda decine di milioni di uomini in fuga da carestia e guerra. Non è più un problema militare ma globale. La Libia è il collo di bottiglia di flussi che partono dall'Eritrea, dalla Somalia, dal Ciad, dalle Repubbliche centrafricane, dal Kenya. E dalla Siria".

"In Libia - prosegue Graziano - l'Italia ha sempre svolto un ruolo di leadership, per interesse nazionale, per vicinanza culturale, per ruolo storico. Avevamo pure addestrato forze libiche, a Cassino. Anche oggi non abdichiamo alle responsabilità. Ma l'esperienza ci insegna che, per essere credibile e avere consenso, l'attività dev'essere sviluppata dalle forze locali; altrimenti si è all'anticamera dell'insuccesso. Prima ci deve essere un accordo tra le varie fazioni".

 
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