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ITALIA

L'orco della porta accanto

Lodi, si finge bambina su WhatsApp: "Mi chiamo Giulia" e abusa per anni di 3 bimbe

Arrestato 48 enne incensurato, avrebbe abusato di tre bambine tra gli undici e i tredici anni. Una delle vittime si è confidata con la propria maestra

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di Tiziana Di Giovannandrea Un pedofilo seriale e "preparato" che si era costruito una finta identità da bambina su WhatsApp, sotto il nome di 'Giulia' che per tre anni, dal 2015 al 2018, ha brutalizzato, minacciato, violentato e filmato tre bimbe finite nella sua rete appiccicosa.

Arrestato in provincia di Lodi un uomo 48enne incensurato, con problemi psichici, dopo che una delle sue vittime ha trovato il coraggio, all'inizio del 2019, di confidarsi con la propria maestra,  attraverso il rapporto di fiducia instaurato con l'alunna, perché il pedofilo aveva pubblicato foto "particolari" delle tre bimbe su un profilo Instagram che a scuola erano state viste.

Avvertiti i genitori, all'oscuro di tutto e che non si erano accorti di nulla, sono stati subito allertati i Carabinieri che, svolte tutte le indagini del caso con l'aiuto della Polizia Postale, hanno intrappolato l'orco e condotto in carcere a Milano, a San Vittore, a seguito di un'ordinanza di custodia cautelare emessa con le accuse di violenza sessuale su minori, sostituzione di persona, corruzione di minorenni, detenzione e produzione di materiale pedopornografico .

Secondo le indagini l'uomo, un disoccupato che viveva con gli anziani genitori, era benvoluto da vicini e conoscenti e considerato una persona mite, sempre gentile, educato ed affidabile. L'uomo era riuscito a procurarsi il telefono di una delle sue vittime, che conosceva perché vicina di casa, e poi da lei, inserendosi su WhatsApp con il falso profilo di 'Giulia', quello delle altre due.

Fingendosi una ragazzina, crudele e minacciosa, appunto 'Giulia', l'uomo avrebbe sottomesso e terrorizzato le tre bambine, di età compresa tra gli 11 ed i 13 anni. I magistrati hanno descritto la figura come un "personaggio malvagio, da film" talmente orribile ed angosciante che le tre bambine hanno mantenuto il terribile segreto per paura che 'Giulia', utilizzando una maga-fattucchiera, facesse del male ai loro genitori fino a farli "morire", come pure minacciava di far del male agli altri familiari ed amici. Era sempre 'Giulia' - secondo le indagini - a ordinare alle tre di recarsi a casa dell'uomo (la cittadina tra Lodi e Milano dove si è svolta tutta la vicenda) che davanti a loro faceva finta di essere a sua volta vittima delle pretese di 'Giulia' e obbligava le tre ad atti sessuali con lui e tra di loro, filmando tutto. 

"In tanti anni di indagini, non ho mai visto una cosa del genere, è una storia raggelante" ha spiegato il procuratore aggiunto di Milano Maria Letizia Mannella a capo del dipartimento Tutela dei soggetti deboli della Procura di Milano, che ha coordinato le indagini insieme con il pm Alessia Menegazzo.

L'uomo, trasformandosi nella sadica 'Giulia' avrebbe obbligato le bambine a recarsi quasi quotidianamente a casa sua, dove appunto le avrebbe violentate, filmandole con telecamere nascoste, costringendole ad avere anche rapporti tra di loro e a filmarsi, facendosi poi inviare i filmati e le foto al profilo dell'immaginaria 'Giulia'. "Anche lui si presentava come vittima di questa fantomatica bambina sadica, spiegandogli che, come loro, anche lui si limitava ad obbedire agli ordini di 'Giulia' " hanno spiegato i magistrati.

A casa dell'arrestato i Carabinieri hanno sequestrato moltissimo materiale pedopornografico, che non riguarderebbe solo le tre vittime e non sarebbe tutto scaricato da Internet, per questo è ora al vaglio degli investigatori. 

Allarme pedofilia, pm Milano: genitori vigilino su WhatsApp
"Serve grande attenzione a tutti i social, compresi i servizi di messaggistica che troppo spesso non vengono visti come 'a rischio'. Invece, per la prima volta al centro delle indagini è stato accertato l'uso continuo di WhatsApp per adescare i bambini" ha detto, a Milano, il procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella. "L'estate in particolare è il periodo più a rischio, con tanti incontri nuovi e moltissimi appuntamenti presi proprio tramite i messaggi, che ormai usano diffusamente anche i bambini". La dr.ssa Mannella ha messo in guardia i genitori sui rischi dell'uso senza alcun controllo parentale dei social da parte dei minori: "E' necessario vigilare sui profili con cui interagiscono e farli sempre sentire in grado di farci le loro confidenze, anche sulle cose più imbarazzanti". 
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