ITALIA
La prima udienza
Mafia Capitale. Il legale di Carminati: "Un processetto". Ed è subito scontro con la procura
Odevaine ai giornalisti: "Ho sbagliato, sto collaborando". Tra le richieste di costituzione parte civile anche dieci rifugiati e tre migranti ospitati in uno dei centri di accoglienza gestito da una delle cooperative di Buzzi. Prossima udienza 17 novembre
Roma
La prima udienza del maxi processo su mafia capitale si è aperta in una aula Occorsio affollatissima. Solo posti in piedi anche per gli avvocati, cui è stato chiesto di limitare al massimo il numero d assistenti, l'atmosfera è concitata. D'altronde non poteva non essere così. Quarantasei gli imputati, una sessantina le richieste di costituzione parte civile. Su due monitor alla destra e alla sinistra dell'aula le immagini dalle carceri da dove la maggior parte degli imputati ha seguito il processo. Compresi - come si è già più volte detto - anche gli accusati eccellenti di questi processo Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Riccardo Brugia. Il primo è rinchiuso a Parma, gli altri sono a Tolmezzo e Terni.
In aula c'era invece l'ex esponente del Tavolo nazionale sull'immigrazione Luca Odevaine, l'ex ad Ama Giovanni Fiscon e gli ex consiglieri comunali Pd e Pdl Pedetti e Tredicine. A Rebibbia stavano l'ex consigliere regionale Luca Gramazio, l'ex ad Ama Panzironi e anche i due uomini ritenuti dagli inquirenti i referenti della 'ndrangheta calabrese Rocco Rotolo e Salvatore Ruggero.
I toni si scaldano quando parla il legale di Massimo Carminati - che difende anche Brugia e Testa - l'avvocato Giosuè Bruno Naso. Definisce il processo "spettacolo mediatico" e "tecnicamente un processetto". La critica è in particolare a quelli che Naso definisce eccessivi provvedimenti in termini di sicurezza. Oltre a Carminati in regime di 41 bis, infatti, anche a Riccardo Brugia - secondo gli inquirenti il braccio destro di Carminati - e a Testa (nel carcere di Secondigliano) è impedito di partecipare al processo. Il calendario fitto delle udienza - quattro a settimana fino a giugno - e la distanza degli imputati renderebbe dunque, secondo l'opinione del legale, impossibile la difesa.
Piccata la risposta del pm Giuseppe Cascini, rappresentante dell'accusa insieme con i colleghi Paolo Ielo e Luca Tescaroli: "Tutti i processi sono molto seri e tutti gli imputati vanno rispettati - ha detto - non è elegante e non è rispettoso per i detenuti dichiarare che questo è un processetto. Io ho uno stile diverso e non vado per i corridoi a dire a tutti i presidenti di tribunale che incontro che sono i migliori".
Durante la prima parte dell'udienza, parlando con i giornalisti, Odevaine ha ammesso: "Ho sbagliato, ho commesso degli errori ma sto collaborando". L'ex esponente al tavolo nazionale per l'Immigrazione ha ottenuto inoltre di poter stare ai domiciliari.
Sono state 55 le richieste di costituzione di parte civile in rappresentanza di 150. Da Confindustria ai rifugiato del Darfur ospitati nei centri di Buzzi. Nell'elenco delle realtà che hanno presentato la documentazione al collegio presieduto da Rosanna Ianniello figurano Comune di Roma, Ministero dell'Interno, Regione Lazio, Partito democratico (del Lazio) e tanto altro ancora. Ci sono poi Confindustria, Legacoop, Camera di Commercio di Roma, a Eur spa e l'azienda romana dei rifiuti (Ama). Tra le associazioni: Libera, Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto, passando per Cittadinanzattiva, Forum antiusura, Legambiente.
Ci sono anche privati cittadini a costituirsi, come la deputata del Movimento cinque stelle Roberta Lombardi, gli ex consiglieri comunali Marcello De Vito (M5S) e Riccardo Maggi (Radicali), alcuni consiglieri municipali pentastellati e 24 cittadini romani.
di Silvia Balducci
In aula c'era invece l'ex esponente del Tavolo nazionale sull'immigrazione Luca Odevaine, l'ex ad Ama Giovanni Fiscon e gli ex consiglieri comunali Pd e Pdl Pedetti e Tredicine. A Rebibbia stavano l'ex consigliere regionale Luca Gramazio, l'ex ad Ama Panzironi e anche i due uomini ritenuti dagli inquirenti i referenti della 'ndrangheta calabrese Rocco Rotolo e Salvatore Ruggero.
I toni si scaldano quando parla il legale di Massimo Carminati - che difende anche Brugia e Testa - l'avvocato Giosuè Bruno Naso. Definisce il processo "spettacolo mediatico" e "tecnicamente un processetto". La critica è in particolare a quelli che Naso definisce eccessivi provvedimenti in termini di sicurezza. Oltre a Carminati in regime di 41 bis, infatti, anche a Riccardo Brugia - secondo gli inquirenti il braccio destro di Carminati - e a Testa (nel carcere di Secondigliano) è impedito di partecipare al processo. Il calendario fitto delle udienza - quattro a settimana fino a giugno - e la distanza degli imputati renderebbe dunque, secondo l'opinione del legale, impossibile la difesa.
Piccata la risposta del pm Giuseppe Cascini, rappresentante dell'accusa insieme con i colleghi Paolo Ielo e Luca Tescaroli: "Tutti i processi sono molto seri e tutti gli imputati vanno rispettati - ha detto - non è elegante e non è rispettoso per i detenuti dichiarare che questo è un processetto. Io ho uno stile diverso e non vado per i corridoi a dire a tutti i presidenti di tribunale che incontro che sono i migliori".
Durante la prima parte dell'udienza, parlando con i giornalisti, Odevaine ha ammesso: "Ho sbagliato, ho commesso degli errori ma sto collaborando". L'ex esponente al tavolo nazionale per l'Immigrazione ha ottenuto inoltre di poter stare ai domiciliari.
Sono state 55 le richieste di costituzione di parte civile in rappresentanza di 150. Da Confindustria ai rifugiato del Darfur ospitati nei centri di Buzzi. Nell'elenco delle realtà che hanno presentato la documentazione al collegio presieduto da Rosanna Ianniello figurano Comune di Roma, Ministero dell'Interno, Regione Lazio, Partito democratico (del Lazio) e tanto altro ancora. Ci sono poi Confindustria, Legacoop, Camera di Commercio di Roma, a Eur spa e l'azienda romana dei rifiuti (Ama). Tra le associazioni: Libera, Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto, passando per Cittadinanzattiva, Forum antiusura, Legambiente.
Ci sono anche privati cittadini a costituirsi, come la deputata del Movimento cinque stelle Roberta Lombardi, gli ex consiglieri comunali Marcello De Vito (M5S) e Riccardo Maggi (Radicali), alcuni consiglieri municipali pentastellati e 24 cittadini romani.