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ITALIA

Processo sulla "trattativa" Stato- mafia

Mafia, Riina: "Berlusconi ci dava 250 milioni ogni sei mesi"

Le pesanti rivelazioni del boss di Cosa Nostra al compagno Lorusso durante l'ora d'aria nel carcere milanese di Opera finiscono nelle intercettazioni del pm. Nelle conversazioni che risalgono ad agosto scorso Riina rivela come si articolò il patto tra i vertici di Cosa Nostra e Berlusconi

Totò Riina (La Presse)
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Ancora rivelazioni pesanti dal boss di Cosa Nostra, Totò Riina. Silvio Berlusconi "a noialtri ci dava 250 milioni ogni sei mesi" racconta al compagno di ora d'aria, il pugliese Alberto Lorusso. Questa frase è finita nelle intercettazioni disposte dai pm di Palermo nel processo sulla "trattativa" Stato- mafia. Nelle conversazioni con Lorusso, pubblicate su Repubblica, Riina per la prima volta rivela come si articolò il patto tra i vertici di Cosa Nostra e Berlusconi. Patto che la Cassazione ha accertato con la condanna dell'ex senatore Marcello Dell'Utri.

Le parole di Riina per i pm sono una conferma del ruolo di intemediario svolto da Dell'Utri. Berlusconi, comunque, Riina precisa di non averlo mai incontrato: "Non era così famoso ai miei tempi, altrimenti l'avrei cercato".

"È venuto, ha mandato là sotto ad uno, si è messo d'accordo, ha mandato i soldi a colpo, a colpo, ci siamo accordati con i soldi e a colpo li ho incassati" racconta Riina il 22 agosto dell'anno scorso passeggiando nel cortile del carcere di Opera. 

"A noialtri ci dava 250 milioni ogni sei mesi", rivela il capo di Cosa nostra. E spiega come iniziò tutto: "Quello... è venuto il palermitano... mandò a lui, è sceso il palermitano ha parlato con uno... si è messo d'accordo... Dice vi mando i soldi con un altro palermitano. Ha preso un altro palermitano, c'era quello a Milano. Là c'era questo e gli dava i soldi ogni sei mesi a questo palermitano. Era amico di quello... il senatore".

La persona cui il boss di Cosa Nostra fa riferimento è Dell'Utri, che Riina definisce "persona seria". Il "palermitano" potrebbe essere invece il boss Tanino Cinà, che negli anni Settanta ha suggerito a Dell'Utri di mandare Vittorio Mangano come stalliere ad Arcore.
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