Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Mafia-capitale-Cantone-Alemanno-Marino-40f850b3-4585-427f-ade5-29cbacc26743.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Mafia Roma, Cantone: "Appalti? No discontinuità Alemanno-Marino"

Testimonianza al processo su Mafia Capitale

Condividi
"Non c'è stata una sostanziale discontinuità nell'uso di procedure negoziate nell'affidamento degli appalti tra le giunte di Gianni Alemanno e Ignazio Marino".

Lo ha detto il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, nel corso della sua testimonianza al processo su Mafia Capitale. Aggiungendo che si è registrata una lievissima diminuzione delle procedure negoziate, meno soggette a controlli, nel 2014 e una riduzione significativa nel 2015, quando all'assessorato comunale alla Legalità arrivò Alfonso Sabella.

Sul Comune di Roma, ha detto Cantone, "facemmo verifiche prima dell'indagine su Mafia Capitale e già in quell'occasione le procedure negoziate erano applicate nel 90% degli affidamenti". Gli appalti a Roma venivano affidati con "procedure meno sicure e garantite", ed era evidente - aggiunge il presidente Anac - l'abuso di tali procedure". "Emergeva inoltre, e lo evidenziammo - prosegue Cantone - una pluralità enorme dei centri di costo nell'ambito del Comune di Roma, cento centri di costo all'interno di un'unica struttura non consentivano alcun tipo di controllo della struttura stessa". Per Cantone "non era sempre semplice capire chi 'faceva cosa' perché anche dal punto di vista della competenza c'era un po' di confusione".

"Quando analizzammo la situazione del Comune di Roma, vennero segnalate all'amministrazione una serie di criticità - continua Cantone - anche per vedere se il Campidoglio aveva da ribattere qualcosa. Ma la nostra delibera finale arrivò nel periodo della gestione commissariale, e in Comune l'amministrazione eletta non c'era già più".

"Mancano controlli su appalti cooperative"
La legge prevede una quota di appalti riservate a quelle cooperative sociali che hanno il 30 per cento di soggetti svantaggiati. "Ma a Roma, come altrove, i soggetti svantaggiati dopo l'affidamento non venivano di fatto usati nell'appalto", sottolinea poi Cantone. Il problema è che "di solito non viene accertato se questo requisito è effettivamente rispettato e mancano controlli sulle cooperative sociali". Cantone spiega che nessun controllo specifico venne fatto dall'Anac sulle cooperative di Salvatore Buzzi, l'imprenditore, imputato nel processo, ritenuto il braccio economico del cosiddetto 'mondo di mezzo'. "Il cinque percento degli appalti del Comune di Roma, che è una cifra enorme, è di fatto riservata alle cooperative sociali - prosegue Cantone - ma quegli appalti devono essere controllati non solo a monte, ma anche a valle". "Gabrielli scatenò polemiche quando parlò di una riserva 'pericolosa' - conclude il presidente dell'Anac- Io la trovo giusta, ma devono esserne rispettati i requisiti".

"Abbiamo avviato indagine su Ama dal 2011"
"Su Ama abbiamo avviato un'attività istruttoria che inizia nel 2011 e stiamo ancora svolgendo", ha quindi affermato. Cantone ha detto anche che l'indagine sulla azienda dei rifiuti "è in fase avanzata". Parlando con i cronisti, a margine dell'audizione Cantone ha sottolineato che a proposito di Atac, l'azienda dei Trasporti, c'è stato anche lì un uso massiccio delle procedure negoziate.
Condividi