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POLITICA

La commemorazione in ricordo di Dalla Chiesa, Mattarella "Suo sacrificio sia esempio per i giovani"

33 anni fa a Palermo l'attentato mafioso in cui persero la vita il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo. Questa mattina la commemorazione nel capoluogo siciliano. Cordoglio da parte di Mattarella, Grasso e Boldrini 

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"Il sacrificio di uomini e donne impegnati nella lotta alla violenza mafiosa e nella strenua difesa dei principi democratici costituisce un costante e severo richiamo, per le istituzioni e i cittadini, a una comune offensiva contro ogni forma di criminalità organizzata e le sue ramificazioni nel tessuto sociale”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione nella ricorrenza del 33esimo anniversario dell'attentato mafioso in cui persero la vita il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo.

“Desidero rendere il partecipe e commosso omaggio mio e del popolo italiano alla loro memoria, nella ferma convinzione che – prosegue il Capo dello Stato -  la salvaguardia dei valori della democrazia e della libertà vada garantita con la mobilitazione e il contributo di tutti i soggetti istituzionali e delle forze politiche e sociali”.

Poi un pensiero rivolto ai giovani: “Il Prefetto Dalla Chiesa, con la sua inflessibile battaglia contro l’insidiosa opera delle organizzazioni terroristiche e criminali e la sua azione intelligente e tenace rappresenta un grande esempio per le nuove generazioni”.

A fargli eco, con una nota su Facebook, è il Presidente del Senato Pietro Grasso: "Dalla Chiesa può ancora insegnare molto a ognuno di noi. Ai ragazzi, che per ragioni anagrafiche non hanno memoria di questo straordinario uomo, suggerisco di studiarne la storia perché sia per loro una guida, un maestro a cui riferirsi quando saranno chiamati a fare la cosa giusta”.

Cordoglio anche da parte della Presidente della Camera, Laura Boldrini, che in una nota ha ricordato: "Il generale Dalla Chiesa fu tra i primi a comprendere pienamente la necessità di combattere la mafia in modo globale, affiancando all'azione investigativa e repressiva una capillare azione culturale. Andò nelle scuole e nei luoghi di lavoro a parlare di legalità e onestà, di senso dello Stato e di lealtà verso le Istituzioni - ha concluso Boldrini - per far capire ai siciliani che un nuovo modello sociale e culturale era auspicabile e possibile".

Intanto a Palermo, in via Isidoro Carini, luogo dove avvenne l’agguato mortale  il 3 settembre del 1982, si è svolta una commemorazione alla quale hanno partecipato tra gli altri, le figlie di Dalla Chiesa, Il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando e il Prefetto di Palermo Francesca Canizzo.

"Credo che mio padre a Palermo sia sempre stato considerato una vittima di mafia di serie B, probabilmente perché non era siciliano, ma lui amava profondamente questa città - ha dichiarato Rita Dalla Chiesa - da quando è morto, però,  sono cambiate molte cose, i siciliani hanno iniziato a ribellarsi". Poi ha proseguito "questa terra è afflitta da molti problemi, se i siciliani se ne liberassero Palermo sarebbe amata da tutto il mondo". 

Chi non era presente questa mattina alla commemorazione è invece il Presidente della Regione Sicilia e proprio su questa assenza la figlia del generale ha commentato: "Crocetta aveva stima di mio padre? Mi piacerebbe sapere perché non è qui".  

Sulla lapide in ricordo delle vittime, che proprio negli ultimi giorni ha subito un restyling grazie alle sollecitazioni della stessa Rita Dalla Chiesa, sono state deposte sette corone di fiori e durante la manifestazione è stato rispettato un minuto di silenzio.
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