POLITICA
Nota di aggiornamento al Def
Manovra, ore decisive nel governo: M5s spinge per un deficit al 2,4%, Tria frena. Cauta la Lega
I numeri "li saprete domani" (oggi, Ndr), assicura ai cronisti il presidente del Consiglio Giuseppe Conte prima di lasciare New York. Di Maio insiste per portare il deficit al 2,4%. Tria frena e chiama in causa "l'interesse della nazione". La Lega fa sapere che se il ministro non è più nel programma di governo se ne cercherà un altro
Il ministro dell'Economia è sotto assedio. La Lega fa sapere che se il ministro non è più nel programma di governo se ne cercherà un altro. Ma Di Maio precisa che in programma non c'è alcuna richiesta di dimissioni. Sarà comunque una manovra coraggiosa,ed è inutile impiccarsi ad un numero o ad un altro, precisa: o le cose si fanno o è inutile tirare a campare come governo,aggiunge, dicendosi non preoccupato di Bruxelles.
M5S preme sul deficit
Il Movimento cinque stelle chiede di portare l'asticella del deficit fino al 2,4% del Pil e la Lega sta valutando se convergere, o meno, sulla richiesta da avanzare al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, in vista del Cdm che dovrebbe varare la Nota di aggiornamento al Def.
Fonti M5s fanno sapere che l'accordo sarebbe stato già raggiunto, anche se in ambienti governativi vicini alla Lega si tiene invece a sottolineare che si sta ancora discutendo.
Conte non svela i numeri
Insomma tutto è ancora da scrivere. Anche su un punto decisivo, quello del rapporto deficit/Pil. I numeri "li saprete domani" (oggi, Ndr), assicura ai cronisti il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Cei: Reddito cittadinanza?Attenzione a debito pubblico
"Il reddito di cittadinanza? Quando uno fa delle cose buone non posso dire che è cattiva ma non ci si può fermare lì perché, se non si rimette in moto la macchina del lavoro" il Paese non riparte. Lo ha detto il presidente Cei, card. Gualtiero Bassetti. "Certo - ha aggiunto - se quello muore di fame, gli servirà, certo se portano tutte le pensioni a 700 euro... però bisogna stare anche attenti a non incrementare troppo il debito pubblico perché noi magari lì per lì ne abbiamo un vantaggio poi chi lo paga questo debito, i nostri figli?"